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ADALINDA GASPARINI              PSICOANALISI E FAVOLE
 

GIOCHI SERI


INDICE

OULIPO/OPLEPO
GIOCO
POLLO RIPIENO
SESTINA LIRICA
ARNAUT DANIEL
DANTE
TAN M'ABELLIS VOSTRE CORTES DEMAN
FORMAZIONE AMOROSA:

PEREGRINATIO & PERICLITATIO

SESTINA LIRICA
ARNAUT DANIEL
LO FERM VOLER QU EL COR M'INTRA
TRADUZIONI

SESTINA LIRICA
SECOLI XII-XXI
SESTINE LIRICHE E QUADRATI LATINI
SESTINA LIRICA
ANIMAZIONE
RETROGRADATIO CRUCIATA
O PERMUTAZIONE CENTRIPETA









RICETTA POLLO RIPIENO OULIPIANO ESEMPIO



RICETTA
INGREDIENTI
Quattro poesie sufficientemente lunghe, scelte liberamente, una delle quali fornirà il pollo da farcire, le altre forniranno i tre ingredienti del ripieno.
PRIMA FASE
Eviscerare il pollo
Si svuota la prima poesia di sostantivi, aggettivi e verbi, mettendo al loro posto una sigla formata da una lettera e da un numero:
- la lettera corrisponderà all'iniziale di una delle tre classi lessicali - S sostantivo; A aggettivo; V verbo;
- il numero seguirà l'ordine di ciascuno degli elementi lessicali prelevati.
SECONDA FASE I
Prelevare il primo ingrediente del ripieno
Si estraggono dalla seconda poesia i sostantivi in numero pari a quelli della prima poesia, numerandoli con la lettera S e il numero d' ordine, che sarà lo stesso in cui si trovano in questa poesia.
SECONDA FASE II
Prelevare il secondo ingrediente del ripieno
Si estraggono dalla terza poesia gli aggettivi in numero pari a quelli della prima poesia, numerandoli con la lettera A e il numero d' ordine, lo stesso in cui si trovano in questa poesia.
SECONDA FASE III
Prelevare il terzo ingrediente del ripieno
Si estraggono dalla quarta poesia in verbi in numero pari a quelli della prima poesia, numerandoli con la lettera V e il numero d' ordine, lo stesso in cui si trovano in questa poesia.
TERZA FASE I
farcitura, prima parte
Si farcisce il pollo eviscerato - ottenuto dalla prima poesia - con i sostantivi estratti dalla seconda poesia, rispettando l'ordine seguito: S1 proveniente dalla seconda poesia su S1 segnato al posto dei sostantivi prelevati dal pollo (la prima poesia), S2 su S2, e così via.
TERZA FASE II
farcitura, seconda parte
Si continua la farcitura del pollo con gli aggettivi estratti dalla terza poesia, rispettando l'ordine seguito: A1 proveniente dalla seconda poesia su A1 segnato al posto dei sostantivi prelevati dal pollo (la prima poesia), A2 su A2, e così via.
TERZA FASE III
farcitura, terza parte
Si completa la farcitura del pollo con i verbi estratti dalla quarta poesia, rispettando l'ordine seguito: V1 proveniente dalla seconda poesia su V1 segnato al posto dei sostantivi prelevati dal pollo (la prima poesia), V2 su V2, e così via.
QUARTA FASE
presentazione
Si lavora il pollo ripieno per migliorarne l'aspetto come segue aggiustando gli altri elementi lessicali del pollo - prima poesia:
QUARTA FASE
parte prima
- si lasciano i sostantivi come si sono prelevati dalla seconda poesia, senza variazioni;
(in alternativa, si lasciano come si sono prelevati dalla terza poesia gli aggettivi)
QUARTA FASE
parte seconda
- si modificano gli aggettivi, concordandoli con i sostantivi;
(alternativa: si modificano i sostantivi, concordando numero e genere con quello degli aggettivi)
QUARTA FASE
parte terza
- si interviene finalmente sui verbi riguardo al loro tempo, al loro modo, e in funzione del contesto in cui si trovano dopo le sostituzioni, per ottenere la coerenza sintattica.
IL POLLO RIPIENO È SERVITO


ESEMPIO


POLLO (Torneranno le sere)
PRIMA FASE, EVISCERAZIONE
Torneranno le sere a intepidire V1
le S1 a V2



nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri nell'
S2
le
S3,
ai
A1
S4

la luna in alto s’alzerà dal mare la
S5
in alto
s'
V3 dal
S6

e nella piena dei giardini il vento e
nella
S7
dei
S8
il
S9

fitto di case, d’alberi, di stelle
A2
di
S10,
d'
S11
di
S12

passerà per la grande aria serena. V4
per
la
A3
S13
A4


Torneranno nel sogno anche le voci V5
nel
S14
anche
le
S15


delle famiglie illuminate a cena, delle
S16
V6
a
S17,



la rapida ebrietà del loro riso. la
A5
S18
del
loro
S19.


O finestrelle, pozzi, logge, vetri O
S20,
S21,
S22,
S23



affacciati alla vita, allo spiraglio V7
alla
S24,
allo
S25



delle fresche delizie e dei rimpianti,
delle
A6
S26
e
dei
S27,


o luna nuova sulla mia memoria,
o
S28
A7
sulla
mia
S29,


tornate ad albeggiare con quel canto
V8
ad
V9
con
quel
S30


di parole perdute, con quei suoni
di
S31
V10,
con
quei
S32

struggenti, con quei baci morsi al buio. A8,
con
quei
S33
V11
al
S34.

Siate la polpa rossa dell’anguria V12
la
S35
A9
dell'
S36


spaccata in mezzo alla tovaglia bianca. V13
in mezzo
alla
S37
A10.










Giovanni Pascoli, L'aquilone



SOSTANTIVI - 37
SECONDA FASE: PRIMO INGREDIENTE



C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
S1-sole




che sono intorno nate le viole.
S2- viole




Son nate nella selva del convento S3- selva
S4-convento



dei cappuccini, tra le morte foglie
S5-cappuccini
S6-foglie



che al ceppo delle quercie agita il vento.
S7-ceppo
S8-quercie
S9-vento


Si respira una dolce aria che scioglie S10-aria




le dure zolle, e visita le chiese
S11-zolle
S12-chiese



di campagna, ch'erbose hanno le soglie: S13-campagna
S14-soglie



un'aria d'altro luogo e d'altro mese
S15-aria
S16-luogo
S17-mese


e d'altra vita: un'aria celestina
S18-vita
S19-aria



che regga molte bianche ali sospese... S20-ali




sì, gli aquiloni! È questa una mattina
S21-aquiloni
S22-mattina



che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
S23-scuola
S24-schiera



tra le siepi di rovo e d'albaspina. S25-siepi
S26-rovo
S27-albaspina


Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
S28-siepi




d'autunno ancora qualche mazzo rosso S29-autunno
S30-mazzo



di bacche, e qualche fior di primavera S31-bacche
S32-fiori
S33-primavera


bianco; e sui rami nudi il pettirosso S34-rami
S35-pettirosso



saltava, e la lucertola il capino S36-lucertola
S37-capino










Clemente Rebora, O poesia, nel lucido verso


AGGETTIVI - 10
SECONDA FASE: SECONDO INGREDIENTE



O poesia, nel lucido verso
che l’ansietà di primavera esalta
che la vittoria dell'estate assalta
che speranze nell’occhio del cielo divampa
che tripudi sul cuor della terra conflagra,
A1-lucido




o poesia, nel livido verso
che sguazza fanghiglia d’autunno
che spezza ghiaccioli d’inverno
che schizza veleno nell’occhio del cielo
che strizza ferite sul cuor della terra,
A2-livido




o poesia nel verso inviolabile
tu stringi le forme che dentro

A3-inviolabile


malvive svanivan nel labile
A4-malvive




gesto vigliacco, nell’aria
senza respiro, nel varco
A5-vigliacco




indefinito e deserto
A6-indefinito
A7deserto



del sogno disperso,
nell’orgia senza piacere
A8-disperso




dell’ebbra fantasia;
e mentre ti levi a tacere
sulla cagnara di chi legge e scrive
sulla malizia di chi soffre e accieca,
tu sei cagnara e malizia e tristezza,
ma sei la fanfara
che ritma il cammino,
ma sei la letizia
che incuora il vicino,
ma sei la certezza
A9-ebbra



del grande destino, 10-grande

















Giuseppe Ungaretti, Recitativo di Palinuro
sestina lirica



VERBI - 13
SECONDA FASE: TERZO INGREDIENTE



Per l’uragano all’apice di furia





Vicino non intesi farsi il sonno;
Olio fu dilagante a smanie d’onde,
Aperto campo a libertà di pace,
Di effusione infinita il finto emblema
1V-intesi
2V-farsi



Dalla nuca prostrandomi mortale 3V-prostrandomi




Avversità del corpo ebbi mortale
4V-ebbi




Ai sogni sceso dell’incerta furia 5V-sceso




Che annebbiava sprofondi nel suo emblema
Ed, astuta amnesia, afono sonno,
6V-annebbiava


Da echi remoti inviperiva pace 7V-inviperiva




Solo accordando a sfinitezze onde.
8V-accordando




Non posero a risposta tregua le onde,
9V-posero




Non mai accanite a gara più mortale, 10V-accanite




Quanto credendo pausa ai sensi, pace;
11V-credendo




Raddrizzandosi a danno l’altra furia, 12V- raddrizzandosi




Non seppi più chi, l’uragano o il sonno,
13V-seppi












POLLO (Torneranno le sere)
TERZA FASE, FARCITURA, PRIMA, SECONDA E TERZA PARTE
Torneranno le sere a intepidire V1-intesi
le S1-sole
a V2-fu


nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri nell'
S2-viole
le
S3-selva,
ai
A1-lucido
S4-convento
la luna in alto s’alzerà dal mare la
S5-cappuccini
in alto
s'
V3-prostrandomi dal
S6-foglie
e nella piena dei giardini il vento e
nella
S7-ceppo
dei
S8-quercie
il
S9-vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
A2-livido
di
S10-aria,
d'
S11-zolle
di
S12-chiese
passerà per la grande aria serena. V4-ebbi
per
la
A3-inviolabile
S13-campagna
A4-malvive

Torneranno nel sogno anche le voci V5-sceso
nel
S14-soglie
anche
le
S15-aria

delle famiglie illuminate a cena, delle
S16-luogo
V6-annebbiava
a
S17-mese,


la rapida ebrietà del loro riso. la
A5-vigliacco
S18-vita
del
loro
S19-aria.

O finestrelle, pozzi, logge, vetri O
S20-ali,
S21-aquiloni,
S22-mattine,
S23-scuola


affacciati alla vita, allo spiraglio V7-inviperiva
alla
S24-schiera,
allo
S25-siepi


delle fresche delizie e dei rimpianti,
delle
A6-indefinito
S26-rovo
e
dei
S27-albaspina,

o luna nuova sulla mia memoria,
o
S28-siepi
A7-deserto
sulla
mia
S29-autunno,

tornate ad albeggiare con quel canto
V8-accordando
ad
V9-posero
con
quel
S30-mazzo

di parole perdute, con quei suoni
di
S31-bacche
V10-accanite,
con
quei
S32-fiori
struggenti, con quei baci morsi al buio. A8-disperso,
con
quei
S33-primavera
V11-disperso
al
S34-rami.
Siate la polpa rossa dell’anguria V12-raddrizzandosi la
S35-pettirosso
A9-ebbra
dell'
S36-lucertola

spaccata in mezzo alla tovaglia bianca. V13-seppi
in mezzo
alla
S37-capino
A10-grande.




POLLO (Torneranno le sere)
QUARTA FASE: PRESENTAZIONE, PRIMA, SECONDA E TERZA PARTE
Intenderanno i soli a farsi
Intenderanno
i
soli
a
farsi


Torneranno le sere a intepidire V1-torneranno
le
S1-sole
a V2-farsi


nel viola le selve, ai lucidi conventi
nel
viola
le
selve,
ai
lucidi
conventi
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri nell'
S2-viole
le
S3-selva,
ai
A1-lucido
S4-convento
i cappuccini in alto si prostreranno sulle foglie
i
cappuccini
in alto
si
prostreranno
sulle
foglie
la luna in alto s’alzerà dal mare la
S5-cappuccini
in alto
s'
V3-prostrandomi dal
S6-foglie
e sui ceppi delle querce. Il vento e
nei
ceppi
delle
querce
il
vento
e nella piena dei giardini il vento e
nella
S7-ceppo
dei
S8-quercie
il
S9-vento
livido d'aria, di zolle, di chiese livido
d'
aria,
di
zolle,
di
chiese
fitto di case, d’alberi, di stelle,
A2-livido
di
S10-aria,
d'
S11-zolle
di
S12-chiese
avrà per l'inviolabile campagna malviva. avrà
per
la
inviolabile
campagna
malviva

passerà per la grande aria serena. V4-ebbi
per
la
A3-inviolabile
S13-campagna
A4-malvive

Scenderà sulla soglia anche l'aria scenderà
sulla
soglia
anche
l'
aria

Torneranno nel sogno anche le voci V5-sceso
nel
S14-soglie
anche
le
S15-aria

del luogo annebbiato al mese nel
luogo
annebbiato
al
mese


delle famiglie illuminate a cena, delle
S16-luogo
V6-annebbiava
a
S17-mese,


la vigliacca vita della loro aria. la
vigliacca
vita
della
loro
aria

la rapida ebrietà del loro riso. la
A5-vigliacco
S18-vita
del
loro
S19-aria.

O ali, aquiloni, mattine, scuole O
ali,
aquiloni,
mattine,
scuole,


O finestrelle, pozzi, logge, vetri O
S20-ali,
S21-aquiloni,
S22-mattine,
S23-scuola


inviperite dalla schiera dalle siepi, inviperita
dalla
schiera,
dalla
siepe


affacciate alla vita, allo spiraglio V7-inviperita
alla
S24-schiera,
allo
S25-siepi


dagli indefiniti rovi e dalle albaspine, degli
indefiniti
rovi
e
delle
albaspine,

delle fresche delizie e dei rimpianti,
delle
A6-indefinito
S26-rovo
e
dei
S27-albaspina,

o siepi deserte sul mio autunno o
siepi
deserte
sul
mio
autunno

o luna nuova sulla mia memoria,
o
S28-siepi
A7-deserto
sulla
mia
S29-autunno,

accordate a porre con quel mazzo accordate
a
porre
con
quel
mazzo

tornate ad albeggiare con quel canto
V8-accordando
ad
V9-posero
con
quel
S30-mazzo

di bacche accanite, con quei fiori







di parole perdute, con quei suoni
di S31-bacche V10-accanite, con quei S32-fiori
dispersi, con quelle primavere disperse fra i rami,







struggenti, con quei baci morsi al buio. A8-disperso,
con
quei
S33-primavere
V11-disperse
fra i
S34-rami.
Raddrizzate il pettirosso ebbro della lucertola







Siate la polpa rossa dell’anguria V12-raddrizzandosi la
S35-pettirosso
A9-ebbra
dell'
S36-lucertola

saputa in mezzo al capino grande







spaccata in mezzo alla tovaglia bianca. V13-seppi
in mezzo
alla
S37-capino
A10-grande.





IL POLLO RIPIENO È SERVITO:
IL PETTIROSSO EBBRO DELLA LUCERTOLA
Intenderanno i soli a farsi
nel viola le selve, ai lucidi conventi
i cappuccini in alto si prostreranno sulle foglie
e sui ceppi delle querce. Il vento
livido d'aria, di zolle, di chiese
si avrà per l'inviolabile campagna malviva.
Scenderà sulla soglia anche l'aria
nel luogo annebbiato del mese
la vigliacca vita della loro aria.
O ali, aquiloni, mattine, scuole
inviperite dalla schiera delle siepi,
degli indefiniti rovi e dell'albaspina
o siepi deserte del mio autunno
accordate a porre con quel mazzo
di bacche accanite, con quei fiori
dispersi, con quelle primavere disperse fra i rami
Raddrizzate il pettirosso ebbro della lucertola,
saputa in mezzo al capino grande.







PRIMA POESIA, POLLO
SECONDA POESIA, RIPIENO
PRIMO INGREDIENTE: SOSTANTIVI
TERZA POESIA, RIPIENO
SECONDO INGREDIENTE: AGGETTIVI
QUARTA POESIA, RIPIENO
TERZO INGREDIENTE: VERBI
Alfonso Gatto (1966)
Torneranno le sere
Giovanni Pascoli
L'aquilone
Clemente Rebora
O poesia, nel lucido verso
Giuseppe Ungaretti
Recitativo di Palinuro
Torneranno le sere a intepidire
nell’azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s’alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d’alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.
O finestrelle, pozzi, logge, vetri
affacciati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell’anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.
C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.
Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.
Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:
un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...
sì, gli aquiloni! È questa una mattina
che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d'albaspina.
Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
d'autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera
bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.
Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.39
Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.
S'inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.
S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo
petto del bimbo e l'avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.
Più su, più su: già come un punto brilla
lassù lassù... Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?
Sono le voci della camerata
mia: le conosco tutte all'improvviso,
una dolce, una acuta, una velata...
A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni! e te, sì, che abbandoni
su l'omero il pallor muto del viso.
Sì: dissi sopra te l'orazïoni,
e piansi: eppur, felice te che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!
Tu eri tutto bianco, io mi rammento.
solo avevi del rosso nei ginocchi,
per quel nostro pregar sul pavimento.
Oh! te felice che chiudesti gli occhi
persuaso, stringendoti sul cuore
il più caro dei tuoi cari balocchi!
Oh! dolcemente, so ben io, si muore
la sua stringendo fanciullezza al petto,
come i candidi suoi pètali un fiore
ancora in boccia! O morto giovinetto,
anch'io presto verrò sotto le zolle
là dove dormi placido e soletto...
Meglio venirci ansante, roseo, molle
di sudor, come dopo una gioconda
corsa di gara per salire un colle!
Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale,
ti pettinò co' bei capelli a onda
tua madre... adagio, per non farti male.
O poesia, nel lucido verso
che l’ansietà di primavera esalta
che la vittoria dell’estate assalta
che speranze nell’occhio del cielo divampa
che tripudi sul cuor della terra conflagra,
o poesia, nel livido verso
che sguazza fanghiglia d’autunno
che spezza ghiaccioli d’inverno
che schizza veleno nell’occhio del cielo
che strizza ferite sul cuor della terra,
o poesia nel verso inviolabile
tu stringi le forme che dentro
malvive svanivan nel labile
gesto vigliacco, nell’aria
senza respiro, nel varco
indefinito e deserto
del sogno disperso,
nell’orgia senza piacere
dell’ebbra fantasia;
e mentre ti levi a tacere
sulla cagnara di chi legge e scrive
sulla malizia di chi soffre e accieca,
tu sei cagnara e malizia e tristezza,
ma sei la fanfara
che ritma il cammino,
ma sei la letizia
che incuora il vicino,
ma sei la certezza
del grande destino,
o poesia di sterco e di fiori,
terror della vita, presenza di Dio,
o morta e rinata
cittadina del mondo catenata
Per l’uragano all’apice di furia
Vicino non intesi farsi il sonno;
Olio fu dilagante a smanie d’onde,
Aperto campo a libertà di pace,
Di effusione infinita il finto emblema
Dalla nuca prostrandomi mortale.

Avversità del corpo ebbi mortale
Ai sogni sceso dell’incerta furia
Che annebbiava sprofondi nel suo emblema
Ed, astuta amnesia, afono sonno,
Da echi remoti inviperiva pace
Solo accordando a sfinitezze onde.

Non posero a risposta tregua le onde,
Non mai accanite a gara più mortale,
Quanto credendo pausa ai sensi, pace;
Raddrizzandosi a danno l’altra furia,
Non seppi più chi, l’uragano o il sonno,
Mi logorava a suo deserto emblema.

D’àugure sciolse l’occhio allora emblema
Dando fuoco di me a sideree onde;
Fu, per arti virginee, angelo in sonno;
Di scienza accrebbe l’ansietà mortale;
Fu, al bacio, in cuore ancora tarlo in furia.
Senza più dubbi caddi né più pace.

Tale per sempre mi fuggì la pace;
Per strenua fedeltà decaddi a emblema
Di disperanza e, preda d’ogni furia,
Riscosso via via a insulti freddi d’onde,
Ingigantivo d’impeto mortale,
Più folle d’esse, folle sfida al sonno.

Erto più su più mi legava il sonno,
Dietro allo scafo a pezzi della pace
Struggeva gli occhi crudeltà mortale;
Piloto vinto d’un disperso emblema,
Vanità per riaverlo emulai d’onde;
Ma nelle vene già impietriva furia

Crescente d’ultimo e più arcano sonno,
E più su d’onde e emblema della pace
Così divenni furia non mortale.


















RIFERIMENTI E NOTE

Ricetta scritta a memoria il 28 gennaio 2025
appresa e sperimentata da OULIPO La letteratura potenziale

___________________________________ I siti compresi in queste note, salvo altra indicazione, sono stati consultati il 28 gennaio 2025
BIBLIOGRAFIA
OULIPO La letteratura potenziale. Edizione italiana a cura di Ruggero Campagnoli, Yves Versant
(Creazioni Ri-creazioni Ricreazioni). Bologna: CLUEB 1985
Nuova edizione 2020, con prefazione di Marco Maiocchi
https://clueb.it/libreria/salmagundi-collana-di-letteratura-e-idee/oulipo-la-letteratura-potenziale/



Alfonso Gatto, Torneranno le sere: Casa della poesia
https://www.casadellapoesia.org/poeti/gatto-alfonso/torneranno-le-sere/poesie




Giovanni Pascoli, L'aquilone (1904)
https://homes.di.unimi.it/~pasteris/progettoMM/avvisi/temi/Aquilone.pdf




Clemente Rebora, O poesia, nel lucido verso
https://www.laltroveappuntidipoesia.com/2021/11/01/le-piu-belle-poesie-di-clemente-rebora-laltrove/




Giuseppe Ungaretti, Recitativo di Palinuro
(da «La Terra Promessa», Vita d’un uomo. Tutte le poesie, Meridiani Mondadori 1977, pp. 250-251)
https://www.biuso.eu/tag/recitativo-di-palinuro/
___________________________________
PER APPROFONDIRE
OpLePo, Opificio di Letteratura Potenziale
https://www.oplepo.com/

https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=OpLePo&veaction=edit&section=4

https://www.treccani.it/enciclopedia/l-oulipo-la-creazione-letteraria-tra-gioco-e-matematica_(Enciclopedia-della-Matematica)/
___________________________________

NOTE
CLASSI LESSICALI Tradizionalmente si distinguono nove classi lessicali, vale a dire: ➔ nomi (detti anche sostantivi), ➔ verbi, ➔ pronomi, ➔ articoli, ➔ aggettivi, ➔ avverbi, ➔ preposizioni, ➔ congiunzioni, interiezioni (➔ interiezione; ➔ esclamative, formule). È un inventario consolidato, sul quale si è accumulata una tradizione imponente, assunta in modo pedantesco dalla scuola italiana (e di altri paesi), che ha fatto dell’esercizio di riconoscimento delle categorie lessicali, noto col nome di ➔ analisi grammaticale, uno dei cardini della riflessione grammaticale scolastica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/parti-del-discorso_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
IN ALTERNATIVA


Se si preferisce, si lasceranno invariati gli elementi della seconda classe lessicale, modificando quindi quelli della prima:
- si lasciano gli aggettivi come si sono prelevati dalla seconda poesia senza variazioni;
- si modificano i sostantivi, concordandoli con gli aggettivi.
IN ALTO, IN MEZZO

'Alto' e 'mezzo' sono sia sostantivi che aggettivi, ma le espressioni  'in alto' e 'in mezzo' sono locuzione avverbiali, quindi restano jnvariate.
SESTINA LIRICA La poesia scelta per prelevare il terzo ingrediente per il ripieno è a sua volta un gioco linguistico lirico, messo in opera dai trobadores provenzali. Si devono sestine liriche ai maggiori poeti di tutto il mondo e di tutti i tempi. Ne scrissero fra gli altri: Dante, Petrarca, D'Annunzio. "Recitativo di Palinuro" è fra le nostre preferite, se non la nostra preferita. Vedi Sestine liriche e quadrati latini dal secolo XIII al XXI, http://www.alaaddin.it/_TESORO_FIABE/AF/AF_P_Sestine_e_quadrati.html.





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