LA VALCHIRIA 1870 |
Riassunto dell'opera con le immagini di
Arthur Rackham vedi anche il Libretto di Wagner, con traduzione italiana a fronte di Guido Manacorda |
Unendosi ad una
donna, Wotan ha procreato i gemelli Siegmund e
Sieglinde, separati l’uno dall’altra già nella prima
fanciullezza. Su entrambi incombe un grave destino. |
Atto
I |
L'interno
di un'abitazione. Nel mezzo è il tronco d'un robusto frassino. Intorno al tronco di frassino che sta nel centro è una sala in legname. A destra, sul davanti, sta il focolare. Dietro il focolare c'è una stanza interna, simile ad una dispensa. Nel fondo, una porta d'ingresso. A sinistra, la porta su una stanza interna; dalla stessa parte, sul davanti, un tavolo con dietro una larga panca fissata alla parete, e, davanti, sgabelli di legno. La scesa rimane vuota per un certo tempo; di fuori, una tempesta sul punto di calmarsi del tutto. Siegmund apre dal di fuori la porta d'ingresso ed entra. Le sue vesti ed il suo aspetto dimostrano ch'egli si trova in fuga. Non scorgendo alcuno, chiude la porta dietro di sé, si dirige verso il focolare con lo sforzo estremo di alcuno che muoia dalla fatica, e, giuntovi, si abbatte sopra una coperta di pelle d'orso. |
Scena
I |
Hunding, il padrone della casa, non è ancora
rientrato. Sieglinde, sua moglie, dà da bere all'ignoto
fuggiasco. Siegmund beve e le rende il corno. Nel momento
in cui accenna a ringraziare col capo, il suo sguardo si
fissa con crescente interesse sul viso di lei. Egli spiega
alla donna a lui sconosciuta perché sia dovuto fuggire di fronte ad una schiera superiore di nemici: ridotte in pezzi le sue armi, non aveva più avuto possibilità di difendersi; la furia del temporale lo aveva poi spinto a cercare quel rifugio. Sieglinde gli offre in segno di benvenuto un corno pieno di idromele. Siegmund ne trae un gran sorso, figgendo lo sguardo su di lei con crescente fervore. Egli allontana il corno lasciandolo lentamente cadere, mentre l'espressione del viso trapassa in forte commozione. Sospira profondo ed abbassa lo sguardo cupamente al suolo. Siegmund, sotto il peso della maledizione e della sventura, vuol continuare la fuga. Sieglinde lo scongiura di restare: anche nella sua casa alberga la disgrazia. Siegmund si appoggia al focolare; il suo sguardo si fissa su Sieglinde con tranquillo e deciso interesse; ella alza lentamente di nuovo gli occhi su di lui. Ambedue si guardano negli occhi, in lungo silenzio, con espressione della più profonda commozione. |
Scena
II |
Sieglinde trasale improvvisamente, porge
ascolto e ode Hunding, che dal di fuori conduce il cavallo
alla stalla. Va rapidamente alla porta ed apre. Hunding ,
armato di scudo e lancia, entra e si trattiene sulla
soglia scorgendo Siegmund. Hunding si volge a Sieglinde
con severo sguardo interrogatore. Hunding affronta
l'ospite sconosciuto con diffidenza ostile e solo con
esitazione gli accorda il diritto di ospitalità;
apparecchia la cena sul tavolo. Involontariamente il suo
sguardo si fissa nuovamente su Siegmund. Non sfugge a
Hunding la somiglianza fra lo straniero e sua moglie. Con
crescente sospetto insiste per conoscere il nome
dell'ospite. Anche Sieglinde, spontaneamente, gli chiede
di rispondere. Siegmund, eludendo la domanda, dice di
chiamarsi Wehwalt, figlio di Wolfe. Egli è cresciuto
insieme a una sorella gemella, con suo padre andava spesso
a caccia. Un giorno, durante la loro assenza, la tribù dei
Neidinge distrusse incendiandola la loro casa; la madre fu
uccisa, la sorella rapita. Dopo aver vagato per anni,
Siegmund fu separato anche dal padre. Cercò amicizia tra
gli uomini, ma fu respinto come apportatore di sciagure.
Da ultimo, la sua lotta per una giovane donna, che i
familiari volevano costringere a sposare un uomo che non
amava, aveva provocato una strage sanguinosa. Hunding
dichiara di appartenere appunto a quella tribù. Solo il
diritto di ospitalità gli impedisce ora di vendicare
immediatamente il sangue dei suoi. |
Sieglinde, in preda ad una terribile
apprensione, vorrebbe intervenire, ma Hunding le ordina
bruscamente di recarsi nella camera da letto e di
attenderlo dopo avergli apprestato la bevanda notturna.
Sieglinde sta un pezzo indecisa e pensierosa. Si volta
lentamente e con passo esitante va verso la dispensa.
Giuntavi, s'arresta nuovamente e rimane in piedi, assorta
nel proprio pensiero, col viso a metà rivolto. Con
tranquilla decisione apre lo scrigno, riempie un corno da
bere e vi versa dentro, da un vasetto, delle droghe. Poi
volge l'occhio su Siegmund, per incontrare lo sguardo di
lui, ch'egli tiene continuamente fisso su di lei. Ella
s'avvede dello scrutare di Hunding, e si avvia subito
verso la camera da letto. Sui gradini, ella si volge
ancora una volta, fissa l'occhio pieno di passione su
Siegmund, ed accenna con lo sguardo insistentemente e con
precisione parlante ad un punto del tronco del frassino.
Hunding trasale e con mossa violenta la spinge ad uscire.
Con un ultimo sguardo su Siegmund, entra nella camera da
letto, chiudendo la porta dietro di sé. Hunding, prima di
seguire sua moglie, sfida Siegmund a duello per l'indomani
mattina. |
Scena
III |
Siegmund, che è senza armi, si ricorda di
una predizione del padre: un giorno, nel momento del più
grave pericolo, avrebbe trovato una spada a lui destinata.
Negli ultimi bagliori del fuoco che sta per estinguersi
egli scorge nel tronco del frassino un luccichio, proprio
in quel punto al quale Sieglinde ha accennato con lo
sguardo. Ed ecco che essa ritorna. Con un sonnifero ha
addormentato Hunding. Essa racconta che alle sue nozze con
l'uomo che non amava, un vecchio aveva infitto
misteriosamente una spada nel tronco del frassino. Nessuno
degli ospiti di Hunding era riuscito da allora ad estrarre
dal tronco la spada. Sieglinde ha il presentimento che è
giunto ora l'eroe tanto atteso che si impadronirà della
spada e libererà lei dal suo ignominioso matrimonio.
Felici i due si stringono tra le braccia. La gran porta si
spalanca. Fuori è stupenda notte di primavera; la luna
piena illumina l'interno e getta la sua chiara luce sulla
coppia, che si può così scorgere in piena limpidezza.
Siegmund trae con dolce violenza Sieglinde a sé sul
giaciglio, così che ella viene a sedersi vicino a lui. -
Crescente chiarore di luna. L'improvviso irrompere della
primavera ha mutato i loro sentimenti come la natura
tutt'intorno. In un trasporto sempre più forte prendono
conoscenza del loro amore. Si ravvivano i ricordi, finché
è svelato il legame che avvince i loro destini e che essi
già presentivano: nello sguardo di Sieglinde Siegmund
ritrova quello del padre, Sieglinde ridà al fratello il
suo vero nome, e Notung si chiamerà la spada che ora
Siegmund farà sua. Con poderoso sforzo estrae la spada dal
tronco e la mostra a Sieglinde presa dallo stupore e
dall'entusiasmo. Al culmine dell'ebbrezza della passione
fratello e sorella si confessano il loro amore. |
ATTO II |
Montagna
rocciosa e selvaggia. Nello sfondo, salendo dal
basso, vaneggia un burrone, che sbocca su di un elevato
giogo roccioso; da questo il terreno scende nuovamente
verso il davanti della scena. |
Scena I |
Wotan in assetto di guerra con lancia;
davanti a lui, Brunnhilde, quale Walkiria, egualmente in
pieno assetto di guerra. Wotan sa che i due amanti in fuga
non sfuggiranno ad Hunding che li insegue. Egli ha deciso
che la Valkiria Brunnhilde, la sua figlia prediletta,
aiuti Siegmund a vincere il duello. Brunnhilde accetta con
gioia il compito affidatole, ma mette in guardia Wotan
dalla moglie Fricka, il cui approssimarsi non preannuncia
nulla di buono. Brunnhilde sparisce letteralmente dietro la vetta montana. |
In un carro tirato da due arieti, giunge
Fricka su dal burrone, al gioco roccioso: colà s'arresta
bruscamente e scende. Ella si dirige con impeto verso
Wotan, sul davanti della scena. Fricka, la "patrona delle
nozze", rende vani tutti i piani di Wotan. Esige la
punizione della coppia adultera e incestuosa. A nulla vale
che Wotan si appelli alla superiore potenza dell'amore, ed
infine alla sua situazione di necessità. Fricka gli
dimostra come egli stia ingannando se stesso: anche
Siegmund è, pur ignaro, uno strumento di Wotan, non è un
"libero eroe". Nella sua ira impotente, il dio deve
giurare di abbandonare Siegmund alla vendetta di Hunding.
Anche lo scaltro proposito di far attuare la propria
volontà dalla Valkiria Brunnhilde è contrastata da Fricka. |
Brunnhilde appare dalla destra col suo
cavallo sul sentiero roccioso. Appena scorge Fricka,
scende rapidamente, e, durante quel che segue, guida il
cavallo in silenzio e lentamente giù per il sentiero;
quindi lo nasconde in una caverna di quei pressi. Messo
alle strette senza via di uscita, Wotan presta il
giuramento: Siegmund sarà sacrificato all'onore di Fricka.
Fricka s'allontana rapidamente. Brunnhilde viene con
aspetto di meraviglia e d'apprensione alla presenza di
Wotan, il quale, rovesciato sul sedile roccioso, è immerso
in cupa meditazione. |
Scena
II |
La Valkiria assiste all'impotente e
disperato sfogo di suo padre, il sommo dio. Brunnhilde
getta via spaventata scudo, lancia ed elmo, e si lascia
cadere, con intimità piena di apprensione, ai piedi di
lui. Ella appoggia capo e mani sui ginocchi e sul petto di
lui, con familiarità piena d'angoscia. Wotan la guarda
lungamente negli occhi, poi le carezza i riccioli con
inconsapevole tenerezza. Come rientrando in sé da un
profondo meditare, egli comincia alfine a parlarle, come
mormorando. In un lungo dialogo, che è quasi un monologo,
Wotan rivela a Brunnhilde il suo segreto tormento. Le
narra dell'anello maledetto che è ora custodito da Fafner
e del quale lui, Wotan, vorrebbe di nuovo impossessarsi,
non meno che il nibelungo Alberich. Wotan aveva costretto
la dea della terra Erda, colei che tutto sa, a rivelargli
il suo ultimo segreto ed aveva appreso dell'incombente
fine degli Eterni. Erda gli aveva generato Brunnhilde;
essa ed altre otto sorelle erano state allevate dal dio
come Valkirie, fanciulle guerriere, che sospingono schiere
di prodi a combattere mortalmente tra loro, poiché solo le
anime di eroi caduti possono essere condotte al Walhalla
per proteggere la fortezza degli dei. Ma tutte le misure
di Wotan per impedire la fine del Walhalla sono
contraddittorie: per prevenire Alberich - il
Nibelungo "senza amore", che con l'oro ha costretto una
donna a procreargli un figlio - e per venire in possesso
dell'anello dell'eterna potenza, egli, il divino tutore
dei patti, dovrebbe rompere il patto concluso con Fafner,
il custode dell'anello. Ma ogni eroe che egli crea e che
crede "libero", non è che una creatura della sua volontà e
vittima delle contraddizioni a cui lui stesso ha dato
origine. In uno stato di rassegnazione amara ed ironica,
Wotan comprende l'ineluttabilità della sua fine e ordina
alla sconcertata Brunnhilde di combattere in favore di
Hunding e per la causa di Fricka. L'appassionata protesta
di Brunnhilde non fa che accrescere l'ira e le minacce del
dio, che allontanandosi torna ad esigere la morte di
Siegmund. |
Brunnhilde, triste e perplessa, è in preda ad un doloroso conflitto, se serbare o rompere la fede data. Si volge lentamente verso il fondo. |
Scena
III |
Giunta sul giogo del monte, Brunnhilde, guardando
giù nel burrone, scorge Siegmund e Sieglinde; li
contempla un istante mentre si avvicinano, quindi si
avvia verso la caverna col suo cavallo, così che
scompare interamente allo spettatore.
Siegmund e Sieglinde compaiono sul giogo del
monte. Sieglinde procede frettolosa, Siegmund cerca di
trattenerla. Tra la gioia ed il terrore, Sieglinde sta
fuggendo insieme con Siegmund; Hunding li insegue. Ferma
nel suo amore per il fratello, tormentata dalla propria
coscienza e da visioni paurose, Sieglinde cade svenuta
tra le braccia di Siegmund. Siegmund la lascia scivolare
lungo la propria persona in modo che, quando egli stesso
si asside sul sedile, ella viene a riposare col capo sul
suo grembo. In questa posizione rimangono ambedue fino
al termine della scena seguente.
|
Scena
IV |
Brunnhilde,
guidando alla briglia il suo cavallo, esce dalla caverna
ed avanza lenta e solenne verso il davanti. La Valkiria
annuncia a Siegmund la sua morte imminente. Egli ascolta
imperturbato la fatale sentenza: nel Walhalla ritroverà
suo padre e sarà accolto nella schiera degli eroi caduti.
Egli però si rifiuta di seguire Brunnhilde quando apprende
che la sorella non lo accompagnerà. Colpita, la Valkiria
comprende che per l'eroe ha più valore il tormentato amore
per Sieglinde che "l'eterna voluttà" del Walhalla. La
decisione di Siegmund di uccidere nel sonno Sieglinde e il
bambino che essi hanno concepito, piuttosto che lasciarli
in un mondo ostile, fa cambiare ancora una volta i
propositi di Brunnhilde, sopraffatta dalla pietà: ella
promette a Siegmund il suo aiuto nel duello con Hunding.
S'allontana precipitosamente e scompare, a destra, col
cavallo, in una gola laterale, Siegmund la segue con lo
sguardo, gioioso, trasumanato. La scena si è a poco per
volta oscurata; gravi nubi temporalesche scendono sul
fondo e avvolgono a poco a poco interamente le pareti
della montagna, la gola, e l'alta giogaia. |
Scena
V |
Il
corno di Hunding chiama Siegmund al duello. Egli
s'affretta verso il fondo e, giunto alla giogaia, scompare
senz'altro nell'oscura nuvola temporalesca, dalla quale
subito guizzano lampi. Sieglinde si sveglia da sogni
affannosi e, sospinta dall'angoscia, cerca di raggiungere
Siegmund. Una lampo rischiara per un momento la giogaia,
nella quale si vedono in duello Hunding e Siegmund.
Sieglinde si precipita su per la giogaia; ma una vivida
luce che rompe dalla destra sui combattenti l'abbaglia
all'improvviso così potentemente, che ella, come accecata,
barcolla volgendosi sul fianco. Nel chiarore luminoso,
appare Brunnhilde in atto di librarsi su Siegmund e di
coprirlo con lo scudo. Nel momento appunto, in cui
Siegmund si accinge a vibrare un colpo mortale su Hunding,
rompe a sinistra dalla nuvolaglia una fiammeggiante luce
rossigna, entro la quale appare Wotan, che si libra su
Hunding e incrocia la sua lancia contro Siegmund.
Brunnhilde ritrae atterrita lo scudo di fronte a Wotan; la
spada di Siegmund si spezza contro la lancia, che le si
para innanzi. Al disarmato, Hunding configge la sua lancia
nel petto. Siegmund cade morto a terra. Sieglinde, che ha
udito il suo sospiro di morte, s'abbatte con un grido a
terra, come inanimata. Con la caduta di Siegmund, è subito
scomparsa dalle due parti la luce abbagliante: densa
oscurità avvolge la nube fin sul davanti: in essa si
intravede Brunnhilde, nel momento in cui con fretta
precipitosa si volge a Sieglinde. Rapida ella solleva
Sieglinde sul suo cavallo, che attende presso la gola
laterale, e subito scompare insieme con lei.
Immediatamente la nuvolaglia si divide nel mezzo, così che
si vede chiaramente Hunding, che estrae la sua lancia dal
petto del caduto Siegmund. Wotan, avvolto dalla nube, se
ne sta dietro di lui, su una roccia, appoggiato alla
lancia in atto di guardare dolorosamente il cadavere di
Siegmund. Ad un semplice "cenno pieno di disprezzo" di
Wotan, Hunding cade a terra morto. Wotan si allontana
subito dopo per raggiungere e punire Brunnhilde, la
"temeraria” che gli ha disobbedito. |
Atto
III |
Sulla
vetta di un monte roccioso Una foresta d'abeti limita la scena a destra. A sinistra, l'ingresso di una caverna rocciosa, che forma per sua natura una sala: sopra di essa la roccia sale al suo più alto culmine. Verso la parte posteriore, la vista è interamente libera; macigni più o meno alti formano orlo davanti al pendio, il quale - come è da supporre - scende ripidamente verso il fondo. Strie di nubi passano ad una ad una, precipitosamente, come spinte dalla tempesta, davanti all'orlo delle rocce. |
Scena
I |
Sulla
rupe si radunano in bellicosa baldanza le Valkirie con i
loro cavalli, portando ciascuna sulla sella un guerriero
caduto. Con meraviglia vedono giungere di galoppo
Brunnhilde, che invece di un eroe porta con sé una donna
inerme. Brunnhilde prega le sorelle di aiutarla, ma
nessuna delle fanciulle osa agire contro il volere di
Wotan. Anche Sieglinde, afflittissima e rassegnata a
morire, respinge ogni aiuto. Ma quando apprende da
Brunnhilde di avere in seno la creatura che ha concepito
da Siegmund, con gioia improvvisa scongiura la Valkiria di
salvarla. |
Ma
Wotan è ormai troppo vicino, solo Brunnhilde potrà ancora
fermarne l'inseguitore. Ella dà a Sieglinde i pezzi di
Notung, la spada infranta, e le indica la via di scampo;
dovrà fuggire in una foresta dove Wotan teme di entrare,
poiché Fafner vi custodisce il tesoro dei Nibelunghi.
Sieglinde se ne parte in fretta verso destra, sul davanti
della scena. L'altura rupestre è avvolta da nere nubi
temporalesche; tremenda tempesta s'appressa con fragore
dal fondo; ivi, dalla destra, crescente bagliore
d'incendio. Brunnhilde, dopo avere alquanto seguito con lo
sguardo Sieglinde, si volge verso il fondo, guarda verso
gli abeti, poi nuovamente ricompare piena d'angoscia. |
Le
Valkirie circondano la sorella per proteggerla da Wotan
che si avvicina tra bagliori di fuoco. |
Scena
II |
Alle
accuse di Wotan, Brunnhilde esce dalla schiera delle
sorelle e si presenta al cospetto del padre per
sottomettersi alla sua sentenza. La punizione di Wotan è
terribile e umiliante: cacciata dal Walhalla e ripudiata
dalla stirpe degli dei, Brunnhilde è condannata a
sprofondare all'istante in un sonno senza difesa e ad
esser posseduta da quell'uomo che di là passi e la svegli,
chiunque esso sia. L'intercedere delle sorelle
esterrefatte non fa che accrescere il furore di Wotan. Le
Valkirie si allontanano una dall'altra con selvaggi gridi
di dolore, e si gettano in precipitosa fuga tra gli abeti.
Nera e densa nube grava sull'orlo delle rocce: si ode tra
gli abeti uno strepitare selvaggio. Un vivido splendore di
folgore erompe dalla nube; si vedono in esso le Valkirie,
strette in gruppo, che, a briglia sciolta, s'allontanano
in corsa selvaggia. Subito la tempesta si quieta; le nubi temporalesche a poco a poco si dissipano. Nella scena seguente rompe, con un tempo finalmente calmo, il crepuscolo vespertino; a quello segue da ultimo la notte. |
Scena
III |
Wotan
e Brunnhilde, che ancora giace distesa ai suoi piedi, sono
rimasti soli. Brunnhilde giustifica la sua disobbedienza
all'ordine di Wotan dichiarando di aver voluto compiere la
più vera e libera volontà di lui. Era stata testimone
della professione d'amore incrollabile di Siegmund a
Sieglinde ed aveva fatto propria la loro causa; difende
ora dinanzi a Wotan il superiore valore della sua
decisione, con la quale intendeva soltanto attuare il più
profondo volere di Wotan. Turbato e commosso dal coraggio
dimostrato da Brunnhilde, indotta al suo "libero atto"
dall'amore e non da costrizioni o interessi, Wotan si
piega all'unica preghiera della sua diletta figlia: un
muro di fuoco tutto intorno alla rupe proteggerà il sonno
di Brunnhilde, sì che a lei potrà giungere solo un
"intrepido, liberissimo eroe", "il quale sia più libero di
lui: del dio!". Brunnhilde cade con esaltazione commossa
sul petto di Wotan: egli la tiene lungamente abbracciata.
Ella ritrae nuovamente il capo all'indietro, e guarda
intenerita, solennemente Wotan negli occhi, tenendolo
ancora sempre abbracciato. Wotan prende commiato per
sempre da sua figlia, e con un bacio suggella la fine
della sua divinità. La bacia lungamente sugli occhi. Ella
ricade all'indietro con gli occhi chiusi, dolcemente
esaurendosi, tra le sue braccia. Egli la guida con
tenerezza a giacere su un basso tumulo muscoso, sopra il
quale si protende un abete dai grandi rami. |
Quindi
avanza, risoluto e solenne, nel mezzo della scena, e volge
la punta della sua lancia contro un gigantesco macigno.
Wotan evoca allora il dio del fuoco, Loge, perché avvolga
la rupe d'una barriera di fiamme. Batte tre volte con la
lancia sul macigno. Al macigno sfugge un igneo raggio, che
cresce a poco a poco per volta in sempre più chiaro fuoco
di fiamma. Imperiosamente, con la lancia Wotan accenna al
mare di fuoco il cerchio formato dall'orlo delle rupi. La
fiamma circonda senza interruzione l'orlo del monte. |
Brunnhilde nel suo sonno sarà protetta
contro tutti coloro che temono il fuoco di Loge e la
lancia di Wotan. Wotan stende la lancia come per
interdizione. Poi si volge indietro a riguardare
dolorosamente Brunnhilde, si volge lentamente per partire,
e riguarda ancora una volta indietro, prima di scomparire
attraverso il fuoco. |
L'ORO DEL RENO |
LA VALCHIRIA | SIGFRIDO | IL
CREPUSCOLO DEGLI DEI |