NOTA SUL FINE E SULLA FINE DELL'ANELLO

Da questa pagina si accede alle sintesi dei libretti delle quattro opere dell'Anello del Nibelungo illustrate da Arthur Rackham (click sui titoli in alto). Da ciascuna di queste pagine si accede inoltre al libretto dell'opera, con il testo di Wagner e la traduzione italiana.
 
Si accede inoltre ai nostri appunti di lettura, scritti nell'ipotesi di un lavoro nelle scuole superiori e di un convegno sull
'Oro di Wagner.
La Tetralogia di Wagner è una moderna storia del mondo intero, la prima mai narrata, di come tramontano gli dei, le dee, gli eroi e le eroine. Ogni narrazione del passato che si dichiara universale fornisce l'identità a un popolo - in questo modo dotato grazie alla sua storia di un'elezione ovvero di una legittimazione -  e non è inscrivibile in un solo genere, sia l'epica, sia il mito, sia la fiaba. Chi ha familiarità con queste grandiose narrazioni sa che in questi poemi si trovano elementi di questi tre generi, come se non si fossero ancora separati gli uni dagli altri. Fra i grandi poemi che hanno questa caratteristica ricordiamo  l'Epopea babilonese di Gilgameš,
l'Antico Testamento ebraico, il Mahabharata induista, il Popol Wu dei Maya.
Nella Tetralogia di Wagner prende avvio un movimento inverso rispetto a quello che da queste grandi opere identitarie ha portato nel tempo ai generi distinti di epica, mito, fiaba: non sappiamo quanto Wagner fosse consapevole del fatto che, desiderando dare un genere nuovo all'Europa intera, quindi al mondo, era giusto riunire ciò che, separandosi, aveva perduto la funzione di legittimare e identificare un popolo o una nazione. Wagner poteva essere consapevole
dell'irreversibile fading degli dei e degli eroi, dopo la sua adesione all'esperimento comunista nella Francia del 1849, attraverso tutti i cambiamenti dei suoi riferimenti successivi, fino alla filosofia di Schopenhauer? Se gli dei - che nel Walhalla ricordano il dio e gli dei di tutte le religioni occidentali, politeiste e monoteiste - si dissolvono, o si consumano nel finale di fuoco che li brucia insieme a Sigfrido e Brunilde, anche gli eroi trovano la loro fine.
(Vedi come Arthur Rackam ha reso il fading degli dei quando viene a mancare Freia, e il fading delle Norne, quando si spezza il filo del destino).
Gli eroi, di solito semidei - Sigfrido è un semidio, in quanto figlio di Siglinde e Sigmund, figli gemelli di Wotan e di una mortale, come Achille ed Eracle, che hanno un genitore mortale e uno immortale -, sono intermediari fra gli dei e gli uomini, e alla loro morte possono diventare immortali, assunti in cielo, come Eracle. Il caso di Gesù Cristo è simile, perché ha una madre mortale e un padre divino, e diverso, perché la sua morte e la sua resurrezione sono inscritte da sempre nella sua storia, oltre al fatto che la sua natura è perfettamente umana e perfettamente divina. In Wagner questa particolarità del cristianesimo è il tema del
Parsifal.

Il fading degli dei del Walhalla, preceduto dalla rottura del filo del destino delle tre Norne, che sono le prime a dissolversi, all'inizio del Crepuscolo degli dei, è la scomparsa delle creature allo stesso tempo umane e divine. Gli eroi del XX secolo potranno avere un'origine extra-terrestre, come Superman, saranno ancora potentissimi, magicamente o sovrumanamente potenti, ma rigorosamente mortali, tutti vulnerabili per un particoalre fatale, come il tallone d'Achille che dipende dalla madre Teti, o la schiena di Sigfrido, che dipende da Brunilde. L'eroismo perfetto e l'assenza di paura del discendente di Wotan avevano indotto Brunilde a non rendere invulnerabile la sua schiena, perché non avrebbe mai voltato la schiena per fuggire da un combattimento. Vale a dire che il suo perfetto eroismo implica la sua debolezza: proprio su indicazione di Brunilde, Hagen, figlio di Alberich, uccide Sigfrido con un colpo di lancia alla schiena.

Stiamo osservando che i generi narrativi si separano nella storia umana da una narrazione considerata divina, scritta da profeti ispirati da Dio come la Bibbia, rivelata da un angelo e imparata a memoria dall'ultimo profeta come il Corano, o scritta da Vyāsa, appellativo di Krisna, come il Mahabharata. Ogni popolo si autonomina come genere umano, distinguendosi da tutti gli altri esseri umani, non umani quanto loro, ma barbari, come i greci antichi consideravano i loro confinanti, barbari, balbuzienti, ovvero cattivi parlanti. Identità individuale, familiare, di clan, di rione, di città, di nazione, di continente - ancora con difficoltà - forse del mondo intero? Quel che sappiamo è che non si conosce nella storia un'identità che non si sostenga sul suo opposto, maschio/femmina, buono/cattivo, amico/nemico, intimo/estraneo, colto/ignorante, bello/brutto, ecc. E se Dio e gli dei svaniscono, se il fuoco li consuma, come immaginare un racconto che legittimi l'identità di un popolo? Occorre una storia, una storia forte, quella della potenza di Roma per il fascismo italiano, quella della razza ariana contrapposta alla stirpe ebraica, dei sani contrapposti ai malati per il nazismo; e Wagner viene adottato come annunciatore-sostenitore del nazismo. Pochi ricordano l'amicizia di Wagner e Bakunin e la sua partecipazione diretta ai moti del 1848. Alberich è l'immagine del capitalista che umilia e sfrutta gli operai, ma essendo il nemico può diventare l'ebreo, e del resto l'antisemitismo di Wagner è certo, e il naso e i capelli di Alberich e di suo figlio Hagen nelle illustrazioni di Arthur Rackham possono ben identificare il cliché dell'ebreo. [Busto di Wagner demolito dal teatro di Varsavia dura nte il nazismo perché identificato co nquello dell'ebreo Mendelsshon da demolire per via del gran naso]

Gesamtkunstwerk
Gesamtkunstwerk: il folle Ludovico II di Baviera  costruì per Wagner il Festspielhaus di Bayreuth, dove tuttora si celebra il rito della rappresentazione integrale della Tetralogia con le sue diciassette ore.

Comprendere Wagner attraverso il suo lavoro di scrittore, lavorando anche solo sui libretti, senza analizzare la sua musica, esigerebbe tener conto di tutte le opere, per ora ci limitiamo all'Anello del nibelungo.
Cominciamo col dire che la scrittura di Wagner è di livello abbastanza alto da meritare l'apprezzamento di Schopenhauer, che lo considerava più grande  come scrittore che come musicista. Legare la
mitologia greca e latina, il Vecchio e Nuovo Testamento, le saghe norreniche e i poemi alto-tedeschi era già un'impresa titanica, ma articolare tutto questo con materiali fiabeschi dei Fratelli Grimm - che a loro volta rielaboravano in misura imponente Basile, Perrault e altre fiabe vicine - e inserire elementi di sua invenzione, come l'anello che conferiva potere sul mondo al suo possessore, era possibile solo a un genio. Ma il titanismo perfettamente espresso, allo stesso tempo colto e popolare, raffinatissimo e kitsch, che affonda la penna nel passato e riscrive nel presente, non stupisce più della parentela generativa con il fantasy contemporaneo, che riconosce il suo debito con l'operazione letteraria di Tolkien e troppo spesso dimentica Wagner. Si racconta che a chi gli chiedeva del suo debito con Wagner Tolkien rispondesse che i loro anelli erano entrambi rotondi, e che qui finiva l'analogia. Chiunque legga la Tetralogia e il Signore degli anelli può vedere quanto debba Tolkien a Wagner, a meno che non ipotizzi l'esistenza di una musa ispiratrice scesa a ispirarli entrambi a distanza di un secolo.  L'intreccio fra generi, soprattutto mito, epica e fiaba, caratterizza Wagner e il fantasy contemporaneo, che riprende da dove finisce la Tetralogia: non c'è più alcun Dio né dei, sono finiti gli immortali, e con loro gli eroi destinati ad essere assunti in cielo.

Supereroi
I primi supereroi, capaci di risolvere problemi impossibili per le istituzioni e per tutti gli altri esseri umani, sono i detective. In letteratura il primo detective appare nel 1841, si chiama Auguste Dupin e lo dà alla luce Edgar Allan Poe. Le conquiste scientifiche e tecniche hanno cambiato la nostra vita a partire dal XVIII secolo, e non è un caso che siano l'intelligenza, l'immaginazione e il pensiero abduttivo - che gradualmente inferisce il quadro generale da particolari considerati insignificanti da tutti gli altri, fino a trovare la soluzione - le doti che rendono straordinario e prezioso per la comunità il detective. Come l'eroe antico, l'eroe moderno ha caratteristiche straordinarie ed è prezioso per la comunità, come l'eroe antico bonifica aree malefiche o elimina creature dannose ripristinando o estendendo il benessere del suo popolo: popolo che coincideva idealmente con la propria comunità di parlanti. Non diversamente l'eroe contemporaneo salva il suo popolo, ma il popolo è ormai l'intero mondo. Se agisce contro altri esseri umani, lo fa giustiziando nemici che agiscono per cattiveria, simili, per così dire, a Tifeo, ultimo figlio di Gaia unita al primigenio Tartaro, che fino a quel punto non aveva generato nessuno.  Tifeo è illimitatamente grande e divorerebbe il mondo, come racconta Esiodo
nella Teogonia, se Zeus e tutti gli dei suoi alleati non lo neutralizzassero seppellendolo nell'Etna. 
Ma dall'Etna l'immortale figlio di due potentissimi primigeni immortali manda fuoco e lava, e anche i venti malefici, imprevedibili a differenza di Eolo e della sua famiglia, e causa la distruzione delle navi e dei raccolti senza che gli esseri umani possano difendersi. Nella storia dell'uomo, come la raccontano i miti delle origini, c'è sempre un difetto irriducibile, destinato a produrre danni prima o poi, e anche se un particolare mito viene a capo della minaccia, solitamente mortale, il pericolo più grave deve ancora venire.
Il mito, qualunque mito, sa e non tace le contraddizioni irriducibili della condizione umana, le stesse rilevate e indagate da Sigmund Freud, la cui disciplina, come la mitologia, non offre soluzioni se non temporanee ai suoi fruitori. Adamo ed Eva vengono cacciati dal loro Creatore onnipotente che ha dato loro un'autonomia perché infrangano immediatamente il suo divieto. Nel Nuovo Testamento manda a risolvere qualche vecchia contraddizione suo figlio che non è un semidio, ma uomo e dio insieme, ma pare che anche in questo caso la contraddizione si sposti senza ridursi: il potere dello stato, quello tutto umano, dovrebbe separarsi da quello divino, potere temporale e spirituale dovrebbero diventare indipendenti: si dovrebbe
dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (Matteo 22,21, Marco 12,17, Luca 20,25, Tommaso 100, 2-3). Ma Stato e Chiesa si sono alleati nel 313, e procedono solidali, se non d'amore, certo d'accordo. 

Anche se i semidei si sono dissolti, esistono ancora esseri potentissimi, supereroi, le cui prerogative possono derivare dalla loro origine extraterrestre (Clark Kent/Superman, nato nel 1938), dal morso di un ragno (Peter Parker/Spider-Man, 1962), dal bagno nel fiume contenente sostanze radioattive (Enzo Ceccotti/Jeeg Robot - o Hiroshi Shiba-, 2015), ma nessuno di loro è immortale, né ha alcuna possibilità di essere assunto in cielo.
Il detective, lo abbiamo detto, nasce con Edgar Allan Poe (1841), diventa famoso come Sherlock Holmes (1887), insuperabile per intelligenza e pensiero abduttivo - il pensiero che inferisce il quadro generale da un particolare, di solito trascurato dagli altri come insignificante.
Sherlock Holmes venne ucciso nel 1891 dal suo autore Arthur Conan Doyle, che però dovette riportarlo in vita a furor di popolo. Anche i supereroi moderni e contemporanei non possono morire? Vero, ma solo nel senso che le loro storie non comprendono la loro morte. Continuano a battersi per la salvezza degli esseri umani più deboli, o privi di superpoteri, ma ecco che anche loro cominciano a morire. Accade più o meno all'inizio del terzo millennio: Luke Skywalker eroe di Guerre stellari (saga iniziata nel 1977) muore nel 2017 (Gli ultimi Jedi).
In questo stesso millennio muoiono Capitan America (nato nel 1941), e Iron Man (nato nel 1963), la loro morte è raccontata nel film Avengers-End-Game (2019).

Ammesso che Wagner pensasse che l'arte avrebbe salvato il mondo, pare che questa salvezza non sia vicina, per quanto si continui a fare poesia dopo gli orrori del Novecento che tutti sono, siamo stati costretti a vedere. Quel che possiamo osservare è che le narrazioni contemporanee - la nostra convinzione è che Wagner sia il loro padre nobile - stanno diventando, se non sono già, l'immaginario non solo dell'Europa, ma di tutti gli abitanti della Terra, accomunando  generazioni, classi sociali, popoli. Non sappiamo quali trasformazioni possano darsi con un immaginario mondiale per la prima volta unitario, ma crediamo che valga la pena lavorare per comprendere questo fenomeno nuovo e appassionante.

Da questa pagina si accede ai file che riassumono le quattro parti dell'Anello del Nibelungo corredate delle immagini di Arthur Rackham, con un click sui pulsanti sotto alle immagini a colori in alto. Si accede inoltre al file che contiene gli appunti e la bibliografia wagneriana

Abbiamo tratto i riassunti dei libretti dal sito La Magia dell'Opera, e le illustrazioni di Arthur Rackham da Internet Archive (L'oro del Reno e La Valchiria e Sigfrido e Il crepuscolo degli dei). Ultima consultazione dei siti: 25 giugno 2020.







BIBLIOSITOGRAFIA WAGNERIANA
Andreoli, Vittorino Passioni che sgorgano dal profondo. Sulla Walkiria, 2010
https://www.corriere.it/cultura/speciali/2010/teatro-alla-scala/notizie/piscitell
i-passioni-sgorgano-profondo_0727967c-fe1b-11df-b89b-00144f02aabc.shtml
Badiou, Alain

Cinq leçons sur le 'cas' Wagner, 2010
Cinque lezioni sul "caso" Wagner; Trieste, Asterios 2011; trad. e cura di Fabio Francescato
Cole, William Wagner, Freud and what it means to be human, 2013
https://interlude.hk/wagner-freud-and-what-it-means-to-be-human/
Di Giacomo, Giuseppe, Alfieri, Alessandro, a cura di Prospettive su Wagner. Filosofia, musica, letteratura, Mimesis 2019
Leitmotif, leitmotiv, leitmotive Fonti diverse
MacGregor, Jamie Two Rings to Rule Them All: A Comparative Study of Tolkien and Wagner, 2011
https://dc.swosu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1151&context=mythlore
e-library: McGregor_Jamie_Tolkien_and_Wagner_Two_Rings_to_Rule_Them_All_ A_Comparative Study
Mann, Thomas [Wagner e il nazismo] 1937
Pestelli, Giorgio L'anello di Wagner. Musica e racconto nella tcetralogia dei nibelunghi
https://www.amazon.it/Lanello-Wagner-racconto-tetralogia-nibelunghi-
ebook/dp/B07KYTMPG6
Ross, Alex The Ring and the Rings. Wagner vs. Tolkien, 2003
Shapiro, Alexander H. Themes of Progress and Potential in Richard Wagner's Götterdämmerung
https://books.google.it/books?id=n_S2DwAAQBAJ&pg=PT23&dq=Richard
+Wagner+and+the+Centrality+of+Love+Di+Barry+Emslie&hl=it&sa=X&ved
=0ahUKEwjKraqr6-_pAhUE86YKHe0vANwQ6AEINDAB#v=onepage&q=
Richard%20Wagner%20and%20the%20Centrality%20of%20Love%
20Di%20Barry%20Emslie&f=false
Shaw, George Bernard The Perfect Wagnerite: A Commentary on the Niblung's Ring, 1883
https://www.marxists.org/reference/archive/shaw/works/wagner.htm
Tanner, Michael I migliori libri su Wagner
https://fivebooks.com/best-books/wagner/
Tuppini, Tommaso "Transizione assoluta. Badiou e Wagner", in Teorie dell'evento. Alain Badiou
e il pensiero dello spettacolo. Prefazione di Alain Badiou. Postfazione di
Roberto De Gaetano. A cura di Francesco Ceraolo.
Mimesis: Milano-Udine 2017
https://www.academia.edu/32878308/Transizione_assoluta._Badiou_e_Wagner
Wagner, Richard
Tetralogia o L'oro del Reno
Libretto tradotto da Guido Manacorda con testo a fronte:
http://www.dicoseunpo.it/W_files/Rheingold.pdf

Riassunto del libretto con le immagini di A. Rackham (html)
Wagner, Richard
Tetralogia I La Valchiria
Libretto tradotto da Guido Manacorda con testo a fronte:
http://www.dicoseunpo.it/W_files/Walkiria.pdf

Riassunto del libretto con le immagini di A. Rackham (html)
Wagner, Richard
Tetralogia II Sigfrido
Libretto tradotto da Guido Manacorda con testo a fronte: 
http://www.dicoseunpo.it/W_files/Siegfried.pdf

Riassunto del libretto con le immagini di A. Rackham (html)
Wagner, Richard
Tetralogia III Il crepuscolo degli dei
Libretto tradotto da Guido Manacorda con testo a fronte:
http://www.dicoseunpo.it/W_files/Gotterdammerung.pdf

Riassunto del libretto con le immagini di A. Rackham (html)
Wagner, Richard Racconti lirici: Rienzi, Il vascello fantasma, Tannhauser  XIII sec., Lohengrin,
Anversa, X sec. Tristano e Isotta XIII sec., I maestri cantori di Norimberga XVI sec.,
L'Oro del Reno, La Valchiria, Sigfrido, Il crepuscolo degli dei, Parsifal
http://www.magiadellopera.com/pdf/racconti%20lirici/Racconti_lirici_Wagner.pdf
Wagner, Richard Le fate (Die Feen), 1833
Wagner, Richard L'arte e la rivoluzione, 1849
https://www.edizionianarchismo.net/library/richard-wagner-l-arte-e-la-rivoluzione.pdf
Žižek, Slavoj Variations Wagner, 2010;
Variazioni Wagner, Asterios: Trieste 2012
http://www.asterios.it/sites/default/files/Variazioni%20Wagner%20pagine%203-50.pdf
(comprende solo le prime 50 pp.)
Zoppelli, Luca "Cosmogonia politica: Das Rheingold e le forme del mito".
In: Richard Wagner, Das Rheingold. L'oro del Reno, pp. 13-28. Venezia 2011
https://www.rodoni.ch/wagner/rheingold-fenice.pdf








FONTI MITICHE E FIABESCHE DELLE OPERE DI WAGNER

FONTE OPERE DI WAGNER
MITI E FIABE
mito
From the womb of Night and Death was spawned a race that dwells in Nibelheim (Nebelheim), i.e. in gloomy subterranean clefts and caverns: Nibelungen are they called; with restless nimbleness they burrow through the bowels of the earth, like worms in a dead body; they smelt and smith hard metals.
(Inizio dello scritto del 1848
The Nibelung Myth, vedi  https://www.operatoday.com/content/2019/04/the_nibelungs_r.php.)
Allo stesso modo i giganti e i titani sono compressi da Urano in seno alla Terra, poi la sepoltura/prigionia dei primi figli della coppia cosmica da parte di Zeus e dei suoi alleati, passando per la sepoltura dentro il proprio ventre dei figli da parte di Saturno/Cronos. Per poi finire con Tifeo sepolto nell'Etna, dal quale vengono le eruzioni di lava e i venti malefici, dai quali le navi non possono salvarsi.
Nel mito si racconta che ci sono nella Natura e nei primigeni forze che l'ordine olimpico, il più umano, non può eliminare. Analogamente il grande signore islamico Salomone può imporre ai demoni di convertirsi, e imprigionare i ribelli in boccali di rame, ma non eliminarli, tanto che nella favola, tornando liberi, rendono possibili cambiamenti come l'ascesa di Aladino e la liberazione della città pietrificata grazie ai pesci azzurro, bianco, rosso e nero, che il genio fa pescare al povero pescatore, perché li porti al califfo. Da questo vengono prosperità per lui e la sua famiglia, o la liberazione della città pietrificata.

mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Sia Alberico con le figlie del Reno, sia Fasolt e Fafner con Freia

Fasolt: Noi goffi ci diamo tormento sudando con mano callosa, una donna per conquistare, la quale mite, voluttuosa, con noi, poveri, abiti
Il rapporto del nibelungo Alberico con le bellissime figlie del Reno ripete il mito dei satiri e di Pan che rincorrono le ninfe.
È comunque la personificazione del maschile che si considera importuno rispetto al femminile, è il maschile che non potendo raggiungere la bellezza femminile intende dominarla con la forza o con l'oro. Il dominio maschile si realizza con l'arte di Efesto, l'artefice fra gli dei, colui che forgia i metalli, che piega col fuoco quanto è rigido: infatti Afrodite è sposa a Efesto, come Venere è sposa a Vulcano, Nel film di Terry Gilliam (Il barone di Münchausen) Venere annoiata riceve diamanti dal barbuto sposo, e li butta nel mucchio. C'è nell'uomo la percezione del proprio desiderio come importuno e rozzo. L'artefice si vergogna di violare la perfezione della natura: per questo il forgeron, il fabbro, secondo quanto scrive Eliade, non fa parte della comunità, perché viola la natura, le strappa i suoi figli, che continuerebbero a crescere come le pietre preziose se restassero nel suo seno.
Nella Genesi la prima donna non è fatta di fango, ma di carne, viene dal fianco del primo uomo.
Fornari scrive Carmen, scrive dell'uomo che assume su di sé la violenza necessaria per domare la natura, scrive che così, domando il toro nella corrida - e, aggiungerei, castrando il toro e aggiogando il bue, nell'agricoltura - prende su di sé una parte della violenza e alleggerisce la donna, che così può sopportare il parto. La finzione - nel senso primario, come da fingulus - alleggerisce la femmina della violenza che è necessario esercitare sulla natura - sia gli animali e le piante, sia gli altri uomini - e permette al maschio di considerare se stesso, in quanto dotato di pene che eretto è sia vomere, sia arma, sia strumento per coltivare sia strumento per uccidere, di considerarsi dotato del diritto di dare vita e morte.
Considero in questo contesto natura tutto ciò che l'uomo non riconosce come proprio frutto. Tutto ciò che non è legittimato da lui. Ciò che l'uomo produce - figli, piante coltivate - lo protegge, tutto ciò che gli è estraneo è da combattere e da eliminare. (continua in Appunti)
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Wotan non mantiene la parola una volta costruito il Walhalla
Questa parte negli antefatti dell'Iliade è di Apollo e Poseidon, e la parte di Wotan è di Laomedonte figlio di Ilio. Poseidone inondò le campagne e mandò un mostro che divorava gli abitanti, e si sarebbe placato solo col sacrificio della principessa Esione, che Eracle arrivando da quelle parti trovò legata a una roccia. Si offrì di liberarla uccidendo il mostro in cambio delle due cavalle che Troo aveva ricevuto da Zeus stesso. Ma Laomedonte cercò di ingannare Eracle dandogli due comuni cavalle e facendolo infuriare. Allora Eracle uccise tutti tranne Esione, che diede in sposa all'amico Telamone, e lasciò in vita solo Priamo (il nuovo nome, che significa il salvato), che tra i figli era stato l'unico a chiedere a Laomedonte suo padre di onorare il patto con Eracle.
(Fonti: Apollodoro, Diodoro Siculo, Ovidio, Igino)
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Le mele d'oro di Freya mantengono giovani e forti gli dei
Le mele d'oro hanno la stessa funzione nella mitologia greca e nell'Edda. (Fonti: Teogonia, Apollodoro Siculo, Ovidio, Igino). Nell'Edda la dea le porta ogni giorno agli Asi.
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
O figlio della luce / leggero agli impegni! / Ascolta e guardati: / tieni fede ai patti! / Quel che tu sei / sei solo per patti; / condizionato è / ben considerato, il tuo potere
Con le stesse parole ci si potrebbe rivolgere a Zeus, Limite sereno, nelle parole di Eraclito, che vince con i Titani e i Giganti grazie ai patti.
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Loki è il dio del fuoco e dell'astuzia

Prometeo è il dio dalla mente capace di vincere un avversario più potente, come David contro Golia, ed è anche il donatore del fuoco agli uomini per compensarli della loro inferiorità fisica rispetto agli animali. La differenza sostanziale fra Loki e Prometeo è che il titano è sempre opposto a Zeus, mentre nella Tetralogia Loki è alleato con Wotan, quasi\ suo diligente servitore. In entrambi i casi la sua natura è solo in parte la stessa di Zeus.
fiaba Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Loki finge di essere spaventato di fronte alla potenza metamorfica di Alberich, e non ha difficoltà a convincerlo a esibirsi nella trasformazione in un animale piccolo.
Il pescatore e il demone (Mille e una notte) Il Gatto con gli stivali (Perrault)
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
Wotan decide di unirsi a una mortale per generare l'uomo, la creatura libera da vincoli, che risolverà il problema per lui irresolubile. Come Calvino, Wagner sembra credere con Wotan che la mancanza di paura sia il coraggio, e che questo coraggio consista nell'uccidere - battere - il padre e far innamorare - prendere - la sua donna, moglie o figlia? [Quante volte Wagner ha rubato la moglie o la figlia dei suoi protettori?] Innegabile che Brunilde sia il grande amore di Wotan, e che il padre sia il grande amore della valchiria più bella. Ancora più chiaro che Brunilde è la zia di Sigfrido, essendo figlia di Wotan come Siglinde e Sigmund.
Consideriamo mito ogni storia religiosa, recuperando il significato - racconto, parola - di mythos greco. Lasciamo per il momento da parte il fatto che anche favola ha la stessa origine, dalla ipotetica radice indoeuropea di parlare, femì, ecc. In questo senso il mito che Wagner riprende è quello centrale del cristianesimo: Dio concepisce suo Figlio con una mortale, Maria, e Wotan concepisce la coppia dei gemelli dai quali nascerà Sigfrido con una mortale, che però non so nemmeno come si chiama. Ma come Cristo ha salvato il monoteismo ebraico trasformandolo nel Cristianesimo, senza però evitare il fading di Dio, come quello dell'Empireo nello spazio infinito, così Sigfrido non salva Wotan. Tocca agli uomini ora, e tocca a loro inventare qualcosa di altrettanto grande di una divinità singola o multipla, creatrice, onnipotente, remunerante o castigante, prima o poi. L'identità degli intellettuali quale sarà senza un Dio che li renda profeti e duci? Gramsci ha ancora un dio, il popolo, il proletariato, ingenuo e candido come il bambino di Andersen nel Vestito nuovo dell'imperatore. Sia il popolo russo come proletariato, sia il popolo tedesco come razza ariana, sono la nuova divinità. Che è tramontata nel cielo rosso e russo, come  sol dell'avvenire mai sorto, come sangue e fumo impensabile di Auschwitz. 
mito Tetralogia, Prologo, L'oro del Reno
From the womb of Night and Death was spawned a race that dwells in Nibelheim (Nebelheim), i.e. in gloomy subterranean clefts and caverns: Nibelungen are they called; with restless nimbleness they burrow through the bowels of the earth, like worms in a dead body; they smelt and smith hard metals. The pure and noble Rhine-gold Alberich seized, divorced it from the waters' depth, and wrought there from with cunning art a ring that lent him rulership of all his race, the Nibelungen: so he became their master, forced them to work for him alone, and amassed the priceless Nibelungen-Hoard, whose greatest treasure is the Tarnhelm, conferring power to take on any shape at will, a work that Alberich compelled his own brother Reigin (Mime = Eugel) to weld for him. Thus armoured, Alberich made for mastery of the world and all that it contains.(Wagner, The Nibelung Myth)
La citazione dallo scritto di Wagner del 1848 si collega ai giganti e ai titani compressi da Urano in seno alla Terra, e poi alla sepoltura/prigionia dei primi figli della coppia cosmica da parte di Zeus e dei suoi alleati, passando per la sepoltura dentro il proprio ventre dei figli da parte di Saturno/Cronos. Per poi finire con Tifeo sepolto nell'Etna, dal quale vengono le eruzioni di lava e i venti malefici, contro i quali le navi non possono combattere. Nel mito si racconta che ci sono nella Natura e nei primigeni forza che l'ordine olimpico, il più umano, non può eliminare, come il grande signore islamico Salomone può imporre ai demoni di convertirsi, e imprigionare i ribelli in boccali di rame, ma non eliminarli, tanto che nella favola, tornando liberi, rendono possibili cambiamenti come l'ascesa di Aladino e la liberazione della città pietrificata grazie ai pesci azzurro, bianco, rosso e nero, che il genio fa pescare al povero pescatore, perché li porti al califfo. Da questo vengono prosperità per lui e la sua famiglia, e, come dicevo: liberazione della città pietrificata. Non si tratta della descrizione di una dinamica oggettiva della 'natura', come non si tratta della realtà indipendente dal nostro sistema di percezione valutazione quando si imputa a un evento doloroso un tumore maligno, o a una straziante delusione una morte per infarto. SI tratta del nostro modo di 'raccontare' quel che osserviamo, strutturando nessi causali al posto di eventi casuali: il terremoto è una punizione meritata, la depressione anche suicidaria è più desiderabile della comprensione a) che non possiamo fare tutto b) che qualcosa lo possiamo fare. Questa posizione, senza Dio che fa il tutto che noi non possiamo fare, è difficile. Preferiamo morire o uccidere pur di non perdere l'illusione che tutto sia regolato da un sistema coerente, come nell'infanzia, anche se il mantenimento di questa coerenza esige l'immolazione nostra o di chi amiamo come capro espiatorio. L'esigenza del capro espiatorio – o dell'agnello pasquale – mostra l'inelimibilità del 'resto' che non è assoggettabile alla cultura. Ma, come sa Freud, l'arte fa eccezione, e l'artista è il solo mago che ci sia rimasto.
Ripensare a quel che è sepolto nella Terra, dopo la vittoria degli olimpici . E' il rimosso necessario alla sussistenza della condizione umana. E che torna a bilanciare il potere degli dei superi, così come Gaia con Tartaro partorisce Tifeo. Grazie alla rimozione è possibile  l'idealizzazione, grazie all'idealizzazione (come Norbert Hanold) scotomizziamo gli abissi orridi dai quali viene l'acqua di Styx e dove scende Iris. Le radici contorte di Esiodo sono le stesse della galassia del nostro cervello al risveglio secondo il premio nobel per la medicina del 1945. ctrl
mito
Tetralogia, I Valchiria,
Unione incestuosa di Sigmund e Siglinde
Unione incestuosa dei genitori di Gregorio, letteratura alto-tedesca, ripreso da Mann nel 1951. Il desiderio irresistibile dell'unione dei due gemelli in Gregorius di von Haue è come l'amore fraSigmund e Siglinde.
mito
Tetralogia, I Valchiria,
Dialogo e contrasto fra Wotan e Fricka
E' il contrasto fra Era/Giunone e Zeus/Giove. Fricka contro il figlio che Wotan ha avuto con una mortale. Wotan a Fricka: Il tradizionale sempre e soltanto tu puoi comprendere: ma quel che mai non avvenne, a questo il mio spirito aspira. La dea è custode del vincolo matrimoniale, il dio conosce e sperimenta la potenza erotica.
fiaba

teatro,
Re Lear
Tetralogia, I Valchiria,
Nella disobbedienza di Brunhilde, figlia prediletta, è la fedeltà al padre Wotan
La stessa disobbedienza è nella Fiaba del sale, quindi la figlia prediletta è sia devota al padre sia libera dai suoi ordini. È quindi un principio femminile giovane, filiale - quindi fecondo - che agisce dove il principio maschile vecchio - quindi sterile - si è fermato. Nella tragedia di Re Lear sopravvive il vecchio padre sterile e muore il principio giovane. Nella fiaba non è la figlia che va in soccorso al padre, ma il padre re che si reca, inconsapevole, alle nozze della figlia. De me fabula narratur.
fiaba

romanzo cavalleresco
Tetralogia, I, La Valchiria
Sonno simile alla morte della bellissima, barriera di fuoco che protegge il suo sonno, come il bosco protegge il sonno di Rosaspina.
La Bella Addormentata, Rosaspina (Fonte: Basile, Perrault, Grimm)
La parentela con la fiaba di Perrault, che a sua volta l'ha tratta da Basile, a sua volta ispirato da Zellandina in Perceforest, è innegabile. Il sonno di Brunilde deriva dal mancato riconoscimento del potere di Frika, che è causa della sua punizione, come il mancato riconoscimento di una dea a lei preesistente è fatale a Zellandina, come il mancato invito alla tredicesima fata à fatale alla principessa di Perrault, che Disney chiamerà Aurora.
Il fuoco illusorio che protegge e isola Brunilde corrisponde alle spine e ai rovi assassini dei Grimm. Che Wagner fosse interessato alla fiaba lo sappiamo dal suo primo lavoro, dedicato alla Donna Serpente di Gozzi, vale a dire all'opera dell'autore di teatro che più di ogni altro ha usato la fiaba, italiana e araba, di Basile e delle Mille e una notte, che al tempo di Wagner erano già il best seller europeo.
Il principe valente che penetra senza vibrare un colpo e senza esser ferito la barriera che difende e isola la Bella addormentata è l'antenato di Sigfrido e come il personaggio wagneriano continua a essere rappresentato e narrato.
Quindi Wotan non può eliminare Brunilde, che è ciò che la sua anima desidera, ma la isola, rendendola inaccessibile agli uomini comuni. Ma allora, che significa il quadro di Joseph Cornell? Che significa che le spine, i rami secchi, sono all'interno? L'uomo ha potuto assoggettare la Natura perché ha posto il potere di dare e togliere la vita in seno alla donna, assumendo per sé il potere di toglierla con le armi, estensione feroce del suo organo, che dà la morte in guerra o con la legge come la donna la dà nel suo seno, organo che dà la vita - l'homunculus sarebbe nel pene come la morte legittima nell'arma brandita dal boia e dal guerriero. Ma ci sono una morte e una vita che la donna dà nel suo seno come la terra dentro di sé, e per quanto l'uomo instauri un controllo fallico sulla donna, c'è qualcosa del potere femminile - e della terra - che gli sfugge. Così è da leggere l'azione di Gaia contro Urano in accordo con Cronos, così quella contro Cronos in accordo con Rea per salvare Zeus, così quella con Zeus contro colei che è destinata a generare un figlio più potente del padre, Teti o Metis. E infine Gaia non esita a unirsi con il suo corrispettivo primigenio, fino ad allora senza generazione, Tartaros, il sotterraneo, per generare Tifeo o Tifone, che per poco non ingoierebbe il mondo intero con tutte le sue creature mortali e immortali.
Questo ordine, accettato dagli uomini come dalle donne, con una divisione di compiti tramontata - a parte i sussulti che durano ancora e dureranno fino a chissà quando - quando gli uomini hanno smesso di mettere loro stessi, anima e corpo, fra la terra madre e il nemico, come le donne la mettono, anima e corpo, nel parto, con la prima guerra mondiale - a parte il primo bombardamento, italiano, su popolazione civile nella guerra di Spagna, è saltato e siamo in una confusione che sembra irrimediabile, se non fosse che le risorse umane sono inconsce più che coscienti, e quando la coscienza fa atto d'umiltà, senza però annichilirsi, l'inconscio entra in scena dalle sue innumerevoli quinte, senza rovinare lo spettacolo, condividendo la regia con la coscienza: quando la regia non è per nulla della coscienza, lo spettacolo è potente e ripetitivo, è lo spettacolo della follia, della psicosi.
fiaba Tetralogia, II, Sigfrido, l'eroe che non conosce la paura e la va cercando
Storia di uno, Giovannino, che andò in cerca della paura (Fonti: Straparola, Grimm, Gramsci)
Ma quel che Sigfrido prova vedendo Brunilde è uno smarrimento nel quale la paura è una sola cosa con il desiderio erotico. E in effetti appena si muove subisce un inganno
fiaba TETRALOGIA Sigfrido, comprende il linguaggio degli uccelli, e grazie all'uccellino va a cercare e trovare Brunilde
Nella storia della Bella prigioniera di Straparola si trova l'uomo selvatico, che ha passato tanto tempo nei boschi da imparare il linguaggio degli uccelli, e che per questo permette ai fratelli, col loro aiuto, di liberare la Bella prigioniera e prendere il suo tesoro, guardato da un basilisco. Questa storia potrebbe essere incrociata con la Bella Addormentata di Perrault, meglio, con Rosaspina dei Fratelli Grimm. I Grimm rinarrano la storia di Straparola, col fratello che comprende il linguaggio degli uccelli. Da non dimenticare he gli uccelli sono messaggeri, anchedovoni come la colomba dello Spirito Santo.
fiaba EROSÜBERALLES
Wagner: "It is only in the union of man and woman by love (sensuous and supersensuous) that the human being exists; and as the human being cannot rise to the conception of anything higher than his own existence—his own being—so the transcendent act of his life is this consummation of his humanity through love."
L'ideale wagneriano espresso in queste sue parole vale come il finale felice delle fiabe. Se il finale felice non è possibile per le creature più belle della tetralogia, allora che tutti gli dei, le norne, gli esseri umani che si sono trovati nella posizione di impedire la realizzazione del loro sogno, come Hagen e Gutrune, muoiano, si dissolvano. Guardare anche la riflessione durante la lettura di G.B.Shaw linkato a EROSÜBERALLES, e riflettere ancora sul fatto che se non è possibile riconoscere la potenza dell'Eros si condanna se stessi e il mondo a eclissarsi. Né Alberich né Wotan riconoscono questa potenza, e Brunilde e Sigfrido la dimenticano, per rammentarsela morendo. L'oro del Reno è questo? Eros? il nostro oro che non è aurum vulgi? Questa grande valutazione dell'Eros differenzia il nostro tempo dal tempo precedente, e già duemila anni fa la religione veniva proposta come religione dell'amore, di tutti verso tutti, uomini e donne, santi e divinità.
Ho letto che l'Eros viene sopravvalutato nei momenti di crisi, intendendo l'osservazione come un ripiego, come una persona che non potendo fare nulla di degno si dedicasse al proprio innamoramento. Si potrebbe ipotizzare che nel momento in cui diminuisce l'investimento erotico sui valori canonici difesi dal senso comune, si torni all'eros dove sempre si manifesta, nella relazione fra esseri umani che è fisica e psichica - anima e corpo - o nell'estasi mistica, perché non si può far altro che tornare alla sorgente se si è inaridito il fiume. Si deve fare questo per non morire di sete.
fiaba Tetralogia, II, Sigfrido, Il filtro d'amore gli fa dimenticare Brunilde
La perdita di memoria di Sigfrido, che scorda Brunilde e si innamora di Gutrune, ha il suo riscontro in innumerevoli fiabe, che finiscono male se la memoria non torna in tempo, come Lo viso in Basile. In tutti gli altri casi la memoria torna in tempo e si ha il finale felice. Nella storia dell'ultima parte della tetralogia come in Renza e Cecio né Sigfrido né Brunilde agiscono perché la memoria sia recuperata. Pertanto il finale è tragico.
Nella fiaba Lo viso, l'oblio interviene appena l'attante protagonista varca la soglia di casa, di solito per via di una maledizione che interviene quando la madre bacia l'attante protagonista. Bacio materno come filtro d'amore!



on line dal 25 giugno 2020
ultima revisione 4 ottobre 2024

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