Il corpo, e il corpo è sessuato, dal primo commento
che si pronuncia alla nascita, è quanto di noi
occupa uno spazio fisico, ma è anche il nostro
oggetto più immaginario. Possiamo sorridere
ricordando le fantasie infantili, o le teorie degli
scienziati del passato, per i quali la femmina
manteneva all'interno ciò che nel maschio,
caratterizzato da un maggior calore, si
estrofletteva. Così i genitali femminili non hanno
ricevuto alcun nome specifico fino al XVIII secolo.
Sorridiamo meno ricordando che nel '68 si riteneva
che la nevrosi sarebbe scomparsa con la
liberalizzazione dei costumi sessuali, e osservando
l'opinione tuttora dominante, per la quale la
scienza verrà a capo della complessità che
caratterizza la passione, i sentimenti, i sintomi.
Esiodo racconta che questo era il dominio di Eros,
che scioglie le membra e sottomette i pensieri e i
saggi proponimenti degli uomini e degli dei. Pur
avendo ben poco da offrire a chi soffre per la
tirannide, l'assenza o la bizzarria di Eros, la
scienza psico-medica nella sua versione volgare si
propone come depositaria di un sapere decisivo: se
si considera tanto importante un farmaco come il
Viagra, si è dominati dall'illusione che si possa
agire su un pezzo del corpo, come se fosse una
macchina assemblata e smontabile. Anche i concetti
psicoanalitici vengono usati come se Freud avesse
rafforzato, anziché sovvertirla irreversibilmente,
l'illusione di poter fornire una descrizione
oggettivante dello sviluppo psicosessuale.
Rinunciare alle illusioni costa, ma mantenerle costa
più caro, imponendo il sacrificio della capacità di
pensare autonomamente e di apprendere
dall'esperienza. Si manca di memoria quando si
considerano insensati fenomeni adolescenziali come
il tatuaggio e il piercing: la segnatura del corpo,
alla nascita e all'ingresso nell'età adulta,
caratterizza tutte le culture, sia primitive che
evolute, come nei riti tribali o nella
circoncisione. Se un adolescente si lamenta della
bruttezza di una parte del suo corpo, tale nella sua
rappresentazione soggettiva, ci accontentiamo di
dirgli che è oggettivamente normale, senza
interrogarci sul suo messaggio. A me sembra che gli
adolescenti si ribellino all'imposizione di un corpo
oggettivato e smontabile, nel tentativo di
recuperarne la valenza soggettiva, anche ferendosi
in una sorta di auto-marcatura. Il corpo che gli
adulti, genitori ed esperti, si illudono di
descrivere esaustivamente, si sottrae e rilancia,
anche dolorosamente, il gioco del desiderio. Per il
quale l'immagine poetica di Eros scioglimembra,
temuto e implorato dagli esseri umani e divini,
potrebbe essere scientificamente più conveniente.
Per mantenere l'illusione dominante del nostro
tempo, che la sessualità umana sia conoscibile in
maniera esaustiva dalla scienza medica o dalla
psicologia, ci condanniamo a non ascoltare ciò che i
bambini e gli adolescenti cercano di dirci, come
quando adottano comportamenti bizzarri, che possono
rivelarsi comunicazioni molto significative.
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