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GIROLAMO MORLINI 1520 DE FRATRIBUS QUI PER ORBEM PERERRANDO DITATI SUNT NOVELLA LXXX |
NOTTE VII FAVOLA V |
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Egenus
vir, quum tres haberet filios, illos sua nimia
egestate commodum alere vix erat. Quamobrem filii
esurientes, patris eorum inopiam ac imbecilles vires
animadvertentes, communicato consilio statuerunt
patris onus levare, atque per orbem baculo et pera,
more philosophantium, ut aliquid lucri sentirent,
pererrando quaeritare. Sicque circum ora patris
genuflexi, veniam simul poscentes, promiserunt elapso
decennio in patriam remigrare. Talique voto
recedentes, quodam in compito digrediuntur. Major enim eorum fato in castris hostium militum in expeditione existentium devenit, ac cuidam centurioni famulatum locavit. Quamobrem brevi temporis spatio adeo providus strenuusque miles evenit, quin inter alios sui virtute atque strenuitate principatum tenebat. Iste geminis pugionibus per parietem supra excelsam arcem ascendebat. Secundus quemdam in portum ubi rates aedificabantur pervenit, ac cuidam carpentario, qui in conficiendis carinis cunctos excellebat, operas suas locavit: cum quo parva mora facta adeo in arte profecit, adeo notus devenit, quin unicus in ea regione decantabatur. Novissimus vero, accipiens modulantia carmina philomenae, atque illis magnopere allectatus, opacis vallibus ramosisque lucubus, ac per declivos saltus, solitarias resonantesque sylvas ac avias solitudines, ej estigia cantilenasque sequutus, adeo illorum dulcedine fuit apprehensus, quod, oblito regressu, in his sylvis incola factus, ut sylvester homo, per decennium moram fecit. Et nimia consuetudine omnium avium loquelam addiscens, graphice illas intelligebat, et, veluti Feronia esset vel Pan, inter Faunos cognoscebatur. |
Trovavasi
in questa alma cittá un povero uomo che aveva tre
figliuoli; e per la troppa sua povertá non aveva modo
di nodrirli e sostentarli. Per il che i figliuoli,
astretti dal bisogno, vedendo la grande inopia del
padre, e considerando le picciole e deboli forze di
quello, fatto consiglio tra loro, deliberorono di
alleggerire il carico del padre suo, e andar pel mondo
vagando col bastone e la tasca, per cercar di
guadagnarsi alcuna cosa onde potessero sostentar la
vita loro. Per tanto, inginocchiatisi avanti il padre,
gli addimandarono licenzia di andarsi procacciando
qualche guadagno: promettendogli che, passati dieci
anni, ritornerebbono nella patria. E partendosi con
tal desiderio, poiché furono giunti a certo luogo che
parve loro, si partirono l'uno dall'altro. E il maggiore per sua ventura andò in campo di soldati che erano alla guerra, e accordossi per servo con un capo di colonnello; e in poco spazio di tempo divenne perito nell'arte della milizia, e fecesi valente soldato e valoroso combattitore, di modo che teneva il principato tra gli altri: ed era tanto agile e destro, che, con duo pugnali, pel muro ascendeva ogni alta rocca. Il secondo arrivò ad un certo porto dove si fabricavano navi; e accostossi ad uno di quei maestri da navi, il quale era eccellente in quell'arte: e in breve tempo fece gran profitto, si che non aveva pari a lui, ed era molto celebrato per tutto quel paese. L'ultimo, veramente, udendo i dolci canti di Filomena, e di quelli grandemente dilettatosi, per oscure valli e folti boschi, per laghi e per solitarie e risonanti selve e luoghi deserti e disabitati, i vestigi e i canti di quella sempre andava seguitando; e talmente fu preso dalla dolcezza del canto de gli uccelli, che, smenticatosi il cammino di ritornare adietro, rimase abitatore di quelle selve: di modo che, stando di continuo per anni dieci in quelle solitudini senza abitazione alcuna, divenne come un uomo selvatico; e per l'assidua e lunga consuetudine di tai luoghi imparando il linguaggio di tutti gli uccelli, gli udiva con gran dilettazione e intendevali, ed era conosciuto come il dio Pane tra i Fauni. |
There
once lived in this excellent city of ours a poor man
to whom were born three sons, but by reason of his
great poverty he could find no means of feeding and
rearing them. On this account the three youths,
pressed by need and seeing clearly the cruel poverty
of their father and his decaying strength, took
counsel amongst themselves and resolved to lighten the
burden which lay upon their father's shoulders by
going out into the world and wandering from place to
place with a staff and a wallet, seeking in this wise
to win certain trifles by the aid of which they might
be able to keep themselves alive. Wherefore, having
knelt humbly before their father, they begged him to
give them leave to go forth into the world in search
of their sustenance, promising at the same time that
they would come back to the city when ten years should
have gone by. The father gave them the desired
licence, and with this purpose in their minds they set
forth and travelled until they came to a certain
place, where it seemed to them all they would do well
to part one from another. Now the eldest of the brothers
by chance found his way into a camp of
soldiers, who were on the march to the
wars, and straightway agreed to take ser
vice with the chief of a band. In a very
short space of time he became highly
expert in the art of war and a powerful
man-at-arms and a doughty fighter, so
much so that he took a leading place
amongst his fellows. So nimble and so
dexterous was he, that with a dagger in
each hand he would scale the wall of
every lofty fortress they assaulted. The
second brother arrived at last at a
certain seaport, where many ships were
built, and, having betaken himself to one of the master shipwrights, a
man who was greatly skilled in handicraft, he worked
so well and with such diligence that in a little
time there was no other of the workmen equal to him
in his calling, and the good report of him was
spread through all the country. The youngest
brother, as it chanced, came one day to a certain
spot where a nightingale was singing most sweetly,
and so mightily was he charmed and fascinated
thereby that he ever went on his way following the
traces and the song of the bird through shadowy
valleys and thick woods, through lakes, through
solitary places, through echoing forests, and
through regions desert and unpeopled. So strongly
did the sweetness of the bird's song take hold on
him that, forgetful of the way which led back to the
world of men, he continued to dwell in these wild
woods; wherefore, having lived ten whole years in
this solitary state apart from a dwelling of any
kind, he became as it were a wild man of the woods.
By the long lapse of time, and by unvarying and
constant usance of the place in which he tarried, he
became skilled in the tongue of all the birds to
whom he listened with the keenest pleasure,
understanding all they had to tell him, and being
known by them as if he had been the god Pan among
the faun |
C'era una
volta, tanto tempo fa, nell'antico borgo di Lucolena,
un pover'uomo che aveva tre figli, e non sapeva come
nutrirli e mantenerli. Un bel giorno i figli,
assillati dal bisogno, considerando che il loro babbo
aveva una grande miseria e poche forze, si
consigliarono tra loro e decisero di alleviare il suo
peso, e di andare in giro per il mondo per cercare di
guadagnarsi da vivere. Così inginocchiandosi davanti a
lui gli chiesero il permesso di partire,
promettendogli che dopo dieci anni sarebbero tornati a
Lucolena. Si misero in cammino tutti insieme con questo desiderio, poi giunsero a un certo crocevia dove si separarono per ritrovarsi nello stesso posto di lì a dieci anni, e andarono ciascuno in una direzione diversa. Il maggiore arrivò a un accampamento di soldati che stavano facendo la guerra, e si mise a servire il colonnello; in poco tempo imparò l'arte militare e diventò un coraggioso soldato e un valoroso combattente, tanto che era il più bravo di tutti. Era poi così agile che arrampicandosi sui muri con due pugnali riusciva a scalare tutte le torri. Il secondo arrivò a un porto dove fabbricavano navi e si mise a lavorare con un maestro che conosceva benissimo l'arte navale, imparando in poco tempo così bene che nessuno poteva gareggiare con lui, e tutti lo onoravano per la sua abilità. Il terzo invece sentì cantare un usignolo, e siccome gli piaceva tanto camminava per oscure vallate e per fitti boschi, per lagune, per foreste deserte, per luoghi impervi e disabitati, seguendo sempre l'usignolo e le sue melodie. Si innamorò tanto del dolce canto degli uccelli che non pensò più a tornare indietro e rimase ad abitare in quelle foreste. Vivendo ininterrottamente per dieci anni in quei luoghi solitari, senza una casa, diventò un uomo selvatico, e ascoltando continuamente gli uccelli imparò il linguaggio di tutte le loro specie, li ascoltava con immensa gioia e li comprendeva, e gli uccelli lo riconoscevano. |
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Cedente die
redeundi, duo primi destinato loco convenere, et, dum
novissimum conqueruntur, ubi illum hirsutum nudumque
venientem inspexere, amanter occurrentes, in lacrymis
prorupti, amplexi sunt, ac eorum laciniis vestierunt.
Quumque in taberna epularentur, supra populum pica
conscendit, ac raucis ejus vocibus picacitando
dicebat: - Scitote, epulones, in angulo tabernae
immensum thesaurum diu vobis praedestinatum latitare
-. Subito, his dictis, evolavit. Tunc novissimus avis
verba adamussim fratribus aperiens, fodiendo illum
invenere. Quamobrem laeti ad patrem ditissimi
repedaverunt. Postque paternos amplexus, post
sumptuosas coenas, quadam diecula, hic novissimus avem
accepit dicentem: - In Egaeo alto ambitu noningentorum
stadiorum Chios inesse, in qua Chios Apollinis filia
munitissimum condiderat Parii lapidis castellum; cujus
aditum chersydros ignem virusque evomens custodit; in
limine basiliscus alligatus stat. Hic Aglaea, cum omni
quem acervaverat thesauro (aeruscaverat pecuniam, ad
infinitum numerum ascendens), reclusa manet: qui enim
ad eum locum accederit in turrimque ascenderit,
thesaurum Aglaeamque lucrabitur -. His dictis avolavit. Tunc enodato ejus sermone, decreverunt accedere. |
Venendo il giorno
di ritornar alla patria, i duoi primi si ritrovorono
al destinato loco, ed aspettorono il terzo fratello;
qual poi che viddero venir tutto peloso e nudo, gli
andarono in contra: e per tenerezza d'amore
prorompendo in lagrime, l'abbracciorono e basciorono,
e vestironlo. E mangiando nell'ostaria, ecco che un
uccello volò sopra un albero; e con la sua voce
cantando diceva: — Sapiate, o mangiatori, che nel
cantone dell'ostaria vi è ascoso un gran tesoro, il
qual giá gran tempo vi è predestinato; andatelo a
tôrre! — e dette queste parole, volò via. Allora il
fratello, ch'era venuto ultimamente, manifestò per
ordine agli altri fratelli le parole ch'avea dette
l'uccello; ed escavorono il luogo che li aveva detto,
e tolseno il tesoro che vi trovorono: onde molto
allegri ritornorono al padre ricchissimi. Dopo i
paterni abbracciamenti e le ricche e sontuose cene, un
giorno questo fratello, che ultimo venne, intese un
altro uccello che diceva, che nel mare Egeo pel
circoito di circa dieci miglia v'è un'isola che si
chiama Chio, nella quale la figliuola d'Apolline vi
fabricò un castello di marmo fortissimo, la cui
entrata custodisce un serpente che per la bocca getta
fuoco e veleno, e alla soglia di questo castello v'è
legato un basilisco. Quivi Aglea, una delle piú
graziate donne che sia al mondo, è rinchiusa con tutto
il tesoro che l'ha ragunato: ed havvi raccolto
infinita quantitá di danari. — Chi anderá a quel luogo
e ascenderá la torre, guadagnerá il tesoro e Aglea. — Dette queste parole, l'uccello volò via. Allora, dechiarato il parlar di quello, deliberorono i tre fratelli di andarvi. |
When the day
appointed for the brethren to return to their home had
come, the first and the second betook them selves to
the place of meeting, and there awaited the third
brother. When they saw him approaching, all covered
with hair and naked of raiment, they ran to meet him,
and, out of the tender love they had for him, broke
out into pitiful tears, and embraced and kissed him,
and went about to put clothes upon him. Next they
betook themselves to an inn to get some food, and,
while they sat there, behold! a bird flew up on to a
tree and spake thus as it sang: Be it known to you, 0
men who sit and eat, that by the corner-stone of this
inn is hidden a mighty treasure, which through many
long years has been there reserved for you. Go and
take it!' and having thus spoken, the bird flew away. Then the brother who had last come to the place of meeting set forth plainly to the other two what was the meaning of the words which the bird had spoken, and straightway they digged in the place which had been described, and took out the treasure which they found therein. In this manner they all of them became men of great wealth, and went back to their father. After they had tenderly greeted and embraced their father and given rich and sumptuous feastings, it chanced that one day the youngest brother heard the song of another bird, which spake as follows: 'In the Aegean sea, within the range of about ten miles, is an island, known by the name of Chios, upon which the daughter of Apollo has built a massy castle of marble. At the entrance of this there lies a serpent, as the guardian thereof, spitting out fire and venom from its mouth, and upon the threshold is chained a basilisk. There Aglea, one of the fairest ladies in all the world, is kept a prisoner with all the treasure which she has heaped up and collected, together with a vast store of coin. Who ever shall go to this place and scale the tower shall be the master of the treasure and of Aglea as well.' And when the bird had thus spoken it flew away. As soon as the meaning of its words had been made known, the three brothers determined to go to the place it had de scribed... |
Quando
fu il giorno in cui dovevano tornare a casa, i primi
due fratelli si ritrovarono nel luogo stabilito e si
misero ad aspettare il terzo, e quando lo videro
arrivare tutto nudo e coperto di pelo gli andarono
incontro, e scoppiando in lacrime lo abbracciarono e
lo baciarono, poi lo fecero vestire. Mentre erano
insieme a mangiare in un'osteria un uccello si posò su
un albero e cantando disse: "Sappiate, voi che state
mangiando, che in un angolo dell'osteria c'è un
grande tesoro sepolto, che da tempi lontani è
destinato a voi, andate a prenderlo!", e volò via.
Allora il terzo fratello spiegò agli altri due per
filo e per segno cos'aveva detto l'uccello, andarono a
scavare in quell'angolo ed estrassero il tesoro, poi
tutti contenti tornarono a Lucolena dal loro babbo
ricchi sfondati. Dopo che il padre li ebbe abbracciati
fecero festa e mangiarono e bevvero in abbondanza
tutti insieme. Accadde che il terzo fratello sentì un uccello cantare, e diceva che nel mar Tirreno, un po' lontano dalla costa, c'è lo Scoglio d'Affrica, e su quest'isola una grande maga aveva costruito un castello fortificato tutto di marmo, con l'entrata custodita da un serpente che sputava dalla bocca fuoco e veleno, e sulla soglia c'era un basilisco, che pietrificava con lo sguardo. Nella torre di questo castello con un tesoro inestimabile di oro e pietre preziose era chiusa la fanciulla più affascinante del mondo, la bella Dora. "Chi andrà in quel luogo e scalerà la torre, avrà il tesoro e la bella prigioniera", concluse l'uccello, e volò via. |
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Primus enim
pugionibus arcem transcendere promisit, secundus navim
curriculam conficere: qua non multo spatio condita,
quodam die, bono omine anquina artemoneque levato,
secundum aurae flatum sulcantes pelagus, ad Chios
versus allabuntur. Ad quam quadam nocte, dum
dilucesceret, appulsi, miles ille strenuus, armatus
duobus pugionibus, supra turrim ascendit, Aglaeamque
susceptam fratribus reste tradidit; pone projectis
carbunculis, gemmis ac cumulo auri, vacuam turrim
derelinquens descendit; et omnes in patriam incolumes
revenerunt. Longe quidem de muliere inter fratres orta dissidia. Post longas disceptationes, adhuc sub Palaemone jacet quaestio: Quis eorum in pari causa Aglaeam indivisibilem mereretur. Ipse vero tibi lectori argumentis judicandum relinquo. |
E il primo promise
di ascender la rocca con duoi pugnali; il secondo di
far una nave molto veloce. La qual fatta in poco
spazio di tempo, un giorno con buona ventura e con
buon vento, traversando il mare, s'inviorono verso
l'isola di Chio. Alla quale arrivati, una notte, circa
il far del giorno, quel franco soldato armato di duoi
pugnali ascese sopra la rocca; e presa Aglea e
legatala con una corda, la diede ai fratelli: e tratti
i rubini e gioie ed un monte d'oro che v'era, indi
allegramente discese, lasciando vota la terra per lui
saccheggiata; e tutti ritornorono sani e salvi nella
patria. E della donna, la qual era indivisibile,
nacque discordia tra lor fratelli, a cui rimaner
devea. E furono fatte molte e lunghe dispute, chi di loro meritasse di averla; e fino al presente pende la causa sotto il giudice. A cui veramente aspettar si debba, lasciolo giudicare a voi. |
... the first
brother having promised to scale the tower by the aid
of two daggers, and the second to build a swift-
sailing ship. This having been accomplished in a very
short space of time, they set forth, and, after
crossing the sea with good fortune, wafted along by a
favourable breeze, they found them selves close to the
isle of Chios one morning just before the break of
day. Then the man-at-arms by the aid of his two
daggers climbed the tower, and, having seized Aglea
and bound her with a cord, handed her over to his
brothers. Next, after he had taken from their
hiding-places all the rubies and precious stones, and
a heap of gold which was also there, he descended,
rejoicing greatly, and the three adventurers, leaving
naked the land which they had plundered, returned to
their homes safe and sound. But with regard to the
lady, seeing it was not possible to divide her into
three parts, there arose a sharp dispute between the
brothers as to which one of them should retain her,
and the wrangling over this point, to decide who had
the strongest claim to her, was very long. Indeed, up
to this present day it is still before the court;
wherefore we will each settle the cause as we think
right, while the judge keeps us waiting for his
decision. |
Appena il terzo fratello ebbe riferito
questa notizia agli altri due, decisero di andarci
tutti insieme. Il primo promise di scalare
la torre con i suoi due pugnali, il secondo di
costruire una nave veloce come il vento. La nave
in poco tempo fu pronta, e i tre fratelli con un
vento favorevole attraversarono il mare e si
diressero verso lo Scoglio d' Affrica. Arrivarono una notte, e all'alba il primo fratello armato di due pugnali scalò la torre, dopo aver legato la bella prigioniera con una corda la calò giù dai suoi fratelli, poi prese i rubini, le gemme e il mucchio d'oro, e scese anche lui con grande allegria. Dopo aver vuotato il castello i tre fratelli tornarono a Lucolena sani e salvi e fecero tre parti uguali del tesoro. Ma a proposito della bella Dora smisero di andare d'accordo, perché tutti e tre volevano sposarla e non era possibile dividerla. Ci furono grandi discussioni e contrasti, poi ricorsero al giudice per sapere chi la meritava di più, ma fino ad oggi non si è deciso. Quale dei tre fratelli meriti la bella prigioniera dovrai dirlo tu. |
RIFERIMENTI E NOTE |
|
Girolamo Morlini |
Novelle e favole. A
cura di Giovanni Villani. Roma: Salerno Editrice 1983;
Novella LXXX, pp. 374-379. |
Giovan Francesco Straparola |
Le piacevoli notti. A cura di Donato
Pirovano. 2 Tomi. Tomo II, Notte settima, favola V, pp.
514-518. Le piacevoli notti, a cura di Giuseppe Rua; Bari: Gius. Laterza e Figli Tipografi-Editori-Librai, 1927; http://www.intratext.com/IXT/ITA2969/_INDEX.HTM; consultato il 16 ottobre 2018. |
William George Waters |
The Facetious Nights of Straparola. Now
first Translated into English by W. G. Waters. Choicely
Illustrated by Jules Garnier and E. R. Hughes A.R.W.S. In
Four Volumes. Volume III. London, Privately Printed for Members of the Society of Bibliophiles MDCCCCI, https://archive.org/stream/italiannovelists03wateiala#page/n32/mode/1up Night the Seventh, the First Fable. pp. 5-23; https://archive.org/stream/italiannovelists03wateiala#page/n31/mode/2up Ultimo accesso 20 marzo 2024 |
Adalinda Gasparini |
La Bella prigioniera, in Le
prime fiabe del mondo. Da Basile a Straparola Firenze, Giunti [Gemini] 1996; Firenze, Giunti Scuola 1999; Brescia, La Scuola, 1999. |
Alunni e insegnanti italiani della scuola
primaria di primo grado |
Durante il seminario Crescere
giocando con la versione collettiva organizzato
da Indire per le insegnanti delle classi IV e V della
scuola primaria di tutta Italia, le insegnanti e le
conduttrici del corso hanno realizzato questa versione con
parole e disegni dei bambini di tutte le classi coinvolte,
anno scolastico 2023-2024. https://arti.indire.it/switch/Ebook/Bella_prigioniera/Bella-prigioniera-VC-eb-IT.html. |
IMMAGINE |
Immagine tratta da Rapunzel di Paul O.
Zelinsky, http://www.kidlit411.com/2014/09/Kidlit411-Paul-O-Zelinsky-Spotlight.html; il basilisco è tratto da wiktionary, https://it.wiktionary.org/wiki/basilisco#/media/File:Animal_drawings_collected_by_Felix_Platter,_p2_-_(80).jpg; per entrambe le immagini: ultimo accesso 26/03/2023. |
Una prigioniera del buio in prima media | C'era una volta, sei lustri fa, una bambina di
prima media, ripetente. Preoccupava le insegnanti perché
non partecipava alle attività né ai giochi o ai discorsi
dei compagni. La bambina stava seduta
composta, rigida e pallida: se le rivolgevo la parola
restava immobile e con lo sguardo fisso e spaventato
sembrava chiedere di non essere guardata, come se
difendesse il suo bisogno di non rispondere, di restare
fuori dal gioco di tutti. Com'è e come non è,
capitò che nella classe di quella bambina, dopo aver
raccontato altre fiabe, un giorno lessi La Bella
prigioniera. La Bella prigioniera di Straparola finisce con la questione irrisolta su chi meritasse di averla, e la proposta dell'Autore, A cui veramente aspettar si debba, lasciolo giudicare a voi. I bambini volevano dirimere la questione: c'era chi preferiva uno dei fratelli, il più giovane, e chi il più vecchio, un bambino poi disse che la bella prigioniera doveva sposare il padre, così lui guadagnava una moglie e i figli una mamma. Una bambina a un certo punto osservò: Secondo me dovevano chiederlo a lei, perché non la facevano scegliere? Loro stessi osservarono che questa principessa non parlava mai, e quando mi chiesero perché girai a loro la domanda: La fiaba non lo spiega, ma se la bella prigioniera non parla ci dev'essere una ragione. Quale sarà? Siccome il tempo per il mio intervento era finito, chiesi ai bambini di scrivermi le loro risposte, che l'insegnante raccolse e mi fece avere. Leggendo questi bigliettini trovai per la prima volta quello della bambina che restava immobile senza parlare: La pricepesa non parlo ma stando nel castello buio che non parla con nessuno. La bambina diceva per la prima volta qualcosa sul proprio silenzio, era prigioniera nel buio, e non aveva nessuno con cui parlare, ma ora era pronta a farlo, perché ci stavamo interrogando sul misterioso silenzio della Bella prigioniera. Alle insegnanti che amano il loro lavoro non c'è bisogno di parlare della mia emozione leggendo quelle parole, e non può venire in mente che si debbano correggere errori, perché ci sono strumenti espressivi da comprendere, e parole che nascondono e rivelano, nello stesso gioco che forma e trasforma di continuo ogni lingua. L'anacoluto è fecondo come se lo usasse un poeta: la pricepesa non parlo, sta per: la principessa non parlò, ma grazie all'errore la bambina può dire anche: non parlo, io non parlo. La bambina rivelava che il suo mutismo e l'isolamento dipendevano dal fatto che si sentiva al buio da tanto tempo, e in una frase cancellata si poteva leggere ancora: Buio castello non pala con nessuno mon sapeva a chi dirlo la decisione... Anche la bambina lasciata al buio, alla quale le sollecitazioni ad aprirsi arrivavano incomprensibili e minacciose, era una pricepesa, una principessa, come tutte le sue compagne, e ora diceva che avrebbe avuto qualcosa da dire, e sapeva anche scegliere, solo che a nessuno era mai interessato davvero chiederglielo. Alla bambina taciturna bastò il ponte espressivo della fiaba antica fra la sua difficoltà al resto della classe per uscire dall'isolamento. Tre incontri dopo questo, a commento della drammatizzazione collettiva di una fiaba, un suo compagno di classe scriveva: A me piace la fiaba mimata perché si può capire meglio la fiaba e perché sembra che prenda vita, mimandola ci possiamo divertire lavorando insieme. Certe volte mi piace mimare perché mi diverto e diverto i miei compagni, riempiendo l'aria di allegria Nella sua lingua un po' diversa, ma non meno espressiva, la bambina uscita dal buio scriveva la stessa cosa: A me per le reciature sono belle quando si racontano ognuno la storia sono belle quando si scrivano ognuno dell'un alunno e spiega la storia e più si diverte che uno c'ià una sua penionione. (Da La luna nella cenere, Firenze 1999, Capitolo 1.3: Una bambina prigioniera del buio http://www.alaaddin.it/_PUBBLICAZIONI/PU_1999_a_La_luna_nella_cenere.html#Capitolo_1) |