HOME PAGE |
FAVOLE | PUBBLICAZIONI |
INCONTRI | BIBLIOSITOGRAFIA | SCUOLA |
CV |
E-MAIL |
INDICE CRONOLOGICO |
NOTE |
|||
|
INDICE CRONOLOGICO | ||||
data |
autore, raccoglitore |
opera |
soggetto |
in poche parole |
0 |
Ovidio |
Eroidi |
Canace
a Macareo |
Amante del
fratello, Canace partorisce un bambino, che il loro
padre Eolo dio dei venti ordina di abbandonare nel
bosco, mentre a lei ordina di uccidersi. |
0 |
Ovidio |
Metamorfosi |
Le lacrime di Mirra | Innamorata perdutamente del padre, mentre la madre è assente si finge una schiava e rimane incinta di Adone, che partorisce trasformandosi nell'albero suo omomino |
Santa Dimfna |
||||
1190 |
Hartmann von Aue |
leggenda cortese |
Gregorius |
Nato da
un fratello e una sorella, abbandonato, sposa la
madre, fa penitenza e diviene papa |
XIII |
Jacopo da Varagine |
Legenda aurea |
Giuda
Iscariota |
Giuda abbandonato
per un sogno premonitore, viene adottato uccide il
fratello, poi serve Ponzio Pilato, uccide il padre,
sposa la madre, fa penitenza ma tradisce Gesù e si
impicca |
Madre
e figlio |
Una madre tenta il
figlio cristiano, lo accusa in tribunale di averla
tentata, san Matteo difende il giovane, la madre viene
incenerita e il prefetto si converte al cristianesimo. In questa come in altre storie d'incesto nelle quali la madre vuole il figlio, la madre mente sempre se accusa il figlio, che in realtà l'ha rifiutata, e viene sempre creduta. Allo stesso modo Freud vede la pulsione incestuosa solo dalla parte dei figli verso i genitori. Nelle leggende e nelle fiabe si ha più spesso, o almeno altrettanto, il desiderio dei genitori verso i figli, che in questo caso di solito fuggono. Non è così nella coppia incestuosa di Apollonio re di Tiro. Raro è il desiderio erotico della figlia verso il padre, meno raro verso il fratello. In ogni caso la colpa viene quasi sempre attribuita al figlio. O anche al padre? In ogni caso concupiscente sarebbe il maschio? Il maschio non attribuisce mai la colpa alla femmina, e di solito si ritrae di fronte all'offerta della madre. L'eccezione è nella storia della Bella Nina, nella quale la madre si fa mostrare dal figlio se sia già capace di penetrare, e poi non evita che accada. Credo fermamente che il problema sia la separazione/unione delle generazioni. L'unione amorosa fra genitori e figli è indispensabile per la continuità della specie e la tesaurizzazione dell'esperienza e dei beni, vale a dire della cultura umana, a partire dal linguaggio verbale. Ma se non viene abbandonata per volgersi dalla generazione passata alla propria, per allentare e scindere il legame con la generazione precedente e investire sulla generazione seguente, questo è l'incesto, rappresentato dall'unione erotica, più o meno feconda, tra genitori e figli. I figli sono quindi costretti a ripetere, senza volerlo, e a espiare quel che hanno fatto i genitori. E' il caso di Gregorius. Il perdono viene volgendo ogni desiderio alla legge morale e religiosa, o al servizio del prossimo. Il perdono fra le generazioni avviene anche nella fiaba del sale, dopo la fuga e la nuova identità della protagonista, umile e sporca, e poi principesca - vale dall'Orsa di Basile a tutte le altre. Il perdono può significare il recupero del proprio genitore, o anche solo del genitore del nuovo regno. |
|||
San
Giuliano ospitaliere |
Giuliano nobile
cavaliere e abile cacciatore uccide senza saperlo
padre e madre, espia ospitando e traghettando i
pellegrini fin quando Dio gli manda un angelo ad
annunciargli la salvezza. |
|||
1300 |
Anonimo |
Cantare |
Vergognia
e Rosana |
Il protagonista
nasce dalla violenza del padre alla bellissima figlia
- motivo di Pelle d'asino - e abbandona alle acque
Vergognia, che poi sposa la madre con vicende molto
simili a quelle di Gregorius. |
1300 |
Anonimo |
novelle |
Il
libro dei sette savi |
La moglie del
sovrano calunnia il figliastro, che solo il settimo
giorno si può difendere. Dissoggettamento attraverso
la potenza del racconto: come nelle Mille e una notte,
che in quanto apparentate alla tradizione beduina
conoscevano una formadi dissoggettamento: la scelta
degli amanti di morire pur di non sottomettersi. |
1348 |
Giovanni Boccaccio |
Decameron |
Il
Conte d'Anguerza e i suoi figli |
Vedi Pelle d'asino |
1348 |
Giovanni Boccaccio |
Decameron IV, 1 |
Ghismonda
e Guiscardo |
Il
padre di Ghismonda è il principe di Salerno, stessa
denominazione che dopo Boccaccio utilizzerà
Straparola per il padre incestuoso di Doralice,
che si vendicherà del suo rifiuto uccidendole i
figlioletti.
Tancredi prenze di Salerno uccide l'amante della figliuola e mandale il cuore in una coppa d'oro; la quale, messa sopr'esso acqua avvelenata, quella si bee, e così muore. Così si apre la quarta giornata del Decameron, retta da Filostrato con la prima novella, narrata da Fiammetta. Se da una parte si misconosce l'originalità di Straparola considerando Le piacevoli notti come uno dei tanti rifacimenti del Decameron, certo non dei migliori, dall'altra è innegabile che il genere nel quale il libro si inscrive sia quello genialmente aperto da Boccaccio. Radicalmente laico, di formazione non accademica, Boccaccio onora l'amore con la stessa costanza e la stessa genialità di Dante e Petrarca, che amava e venerava. E pone il discorso d'amore come in una sfera cangiante, che girando mostra un caleidoscopio nel quale i colori continuamente mossi attraggono tanto da far dimenticare che il loro generatore è sempre lo stesso: un amore adamantino e costante, che lo chiama e lo ispira come Beatrice dal paradiso chiama e segue il movimento di Dante dalla selva oscura a lei. (Ghismonda e Guiscardo; sito consultato il 28 marzo 2024). Per il nome del padre di Doralice Straparola potrebbe essersi ispirato al crudele principe di Salerno di Boccaccio, protagonista di una storia altrettanto - per quanto non letteralmente - incestuosa. (Dalla citazione dal Decameron a questo punto, nota tratta dalla pagina di Doralice) Cerca anche la storia della giornata di Ghismonda nellaqu ale l'amato torna, trova l'amata sposata a un altro, le muore accanto nel letto matrimoniale, e anche lei muore dopo di lui. Come Giulietta e Rome, come Cecio e Renza, ma solo per sottrarsi alla gerarchia che li aveva divisi senza che nessuno li condanni, senza che scelgano di morire. All'opposto, in Boccaccio la costanza di Federigo degli Alberighi o di Catelino modenese li salva e opera un miracolo nel quale nessuno potrebbe ragionevolmente sperare. L'Io si forma costeggiando e corteggiando la follia. Così del resto è il desiderio che ci tiene in vita, sul bordo vivo tra equilibrio e follia. |
1348 |
Giovanni Boccaccio |
Decameron IV, 5 |
Lisabetta
da Messina |
Vedi Pelle
d'asino, |
1348 |
Giovanni Boccaccio |
Decameron IV, 5 |
La sorella del conte |
Come Lisabetta da
Messina e Malgherita Spolatina, ma qui c'è il lieto
fine. Testo nella collana. |
1378 |
Ser Giovanni |
Novella |
Dionigia
sposa calunniata |
Vedi Pelle d'asino |
XIV |
Anonimo francese |
leggenda | Judas
Escarioch |
Vedi Giuda
Iscariota, Legenda aurea |
1520 |
Girolamo Morlini |
fiaba |
La
Bella prigioniera |
A chi deve esser
assegnata la Bella? Solo a uno dei tre fratelli o
anche al re? Il motivo è come quello dei tre principi
che affrontano prove per decidere chi di loro
erediterà il trono? |
1553 |
G. F. Straparola |
Le piacevoli notti FA_XVI_Pietropazzo |
Malgherita
spolatina |
Come in Lisabetta
da Messina la chiusura è familiare e di classe sociale |
Doralice |
Un re vuole
sposare la figlia che fuggendo sposa un re straniero.
Il padre la ritrova e le uccide i figli in modo che la
figlia sia creduta colpevole. Si scopre la verità, e
il padre incestuoso viene giustiziato. Il padre di Doralice è il principe di Salerno, come il padre di Ghismonda nella novella di Boccaccio. Qui uccide i bambini, i frutti del suo amore, nella novella di Ghismonda uccide il suo amore e sposo. Mancanza di aiutante femminile nelle novelle tragiche. L'Orza di Basile e poi tutte le Pelle d'asino |
|||
Pietropazzo |
Motivo delle mele e gravidanza
magica |
|||
1634 |
Giambattista Basile |
Cunto de li cunti |
Panepinto |
Il conflitto ocn
lamadre porta a uno strano modo di farsi il marito,
tutto unendo e mescolando i doni paterni, La conquista
è quindi provvisoria, e sarà definitiva solo dopo aver
sconfitto la rivale figura materna |
Penta
mano-mozza |
Un re vuole
sposare la sorella, siccome dice che ama le sue mani
lei se le taglia e gliele invia. Poi fugge , sposa un
re straniero ma viene calunniata e solo dopo molte
peripezie ritrova il marito perduto e il fratello
pentito. Dal cunto di Basile: «Non è cosa, sore mia, d’ommo de iodizio farese scire lo bene da la casa, otra che non sai comme te resce a farence mettere pede da gente forestera; però avenno mazzecato buono sto negozio, aggio fatto proposeto de pigliareme a te pe mogliere: perché tu sì fatta a lo shiato mio, e io saccio la natura toia. Contentate adonca de fare sto ’ncrasto, sta lega depoteca, sto uniantur acta, sto misce e fiat poto, ca farrimmo l’uno e l’autro lo buono iuorno». Questa citazione indica come l'incesto implichi il rispecchiamento nell'eguale. Un altro particolare interessante in Penta è che la moglie del re che la ospita come le madri di Pelle d'asino prima di morire indica al re chi deve sposare. Nonostante la situazione delle due fiabe abbia delle differenze significative, le peripezie dell'attante protagonista continuano. |
|||
Cannetella Lo polece |
Cannetella
pone condizioni assurde per sposarsi, il re de Lo
polece pone condizioni altrettanto assurde per
dare in sposala figlia. In entrambi i casi il marito
si rivela un orco che somiglia a Barbablù, dal quale
entrambe le attanti si liberano fortunosamente e fanno
ritorno alla reggia paterna. In nessuna delle due
storie si parla di una madre della protagonista. Interessante che lo sviluppo della fiaba sia lo stesso sia che il matrimonio assurdo e pericoloso avvenga per volontà del padre o della figlia. Le fiabe sanno che il legame riguarda entrambi, a meno che una delle due parti fugga affrontando il mondo ignoto e una condizione servile. Già questo accade nella novella di Boccaccio del Conter d'Anguersa (II, 8) dove l'incesto è minacciato dalla moglie del proprio re. Incesto di Fedra con Ippolito, che a differenza del conte non fugge a gambe levate. |
|||
1697 |
Charles Perrault |
Contes de ma
mère l'Oye |
Pelle
d'asino |
Un padre re vedovo
vuole sposare la figlia, che fuggendo e servendo in
una corte lontana e recandosi in segreto al ballo del
principe straniero lo fa innamorare e alla fine lo
sposa. |
1869 |
Gherardo Nerucci |
Sessanta novelline... |
La
treccia rossa |
La fiaba ricorda
la leggenda di Gregorio |
1869 |
a c. di Domenico
Comparetti |
leggenda |
La mela cipriota | La terza figlia sa
che sposerà il padre; per evitarlo lo uccide; rimane
incinta mangiando una mela cresciuta sulla sua tomba;
ferisce e abbandona il figlio neonato, che viene
salvato e ignaro la sposa; quando lo scopre la donna
si uccide. - Fin qui mi ha perseguitato la sciagurata sorte mia; tu sei mio figlio, ed ora che si sono avverate le cose che disse il fantasima, lascio te addolorato, e orfani i figliuoli, e vado a morire, poiché cosi ha voluto il destino. E andò e gittossi da una terrazza e si uccise. (http://www.alaaddin.it/_TESORO_FIABE/AF/AF_EE_xix_Mela_cipriota.html) Impossibile non pensare alla mela fatalmente accettata dal serpente nell'Eden, ma qui ci limitiamo a una favola tragica cipriota, nella quale la protagonista sfugge al destino incestuoso facendo uccidere il padre. Ma avendo comprato delle mele, senza sapere che erano i frutti dell'albero cresciuto sulla tomba del padre, la giovane rimane incinta, e abbandona il neonato dopo averlo ferito con un coltello. Nonostante le ferite il bambino viene raccolto e cresciuto, e fatalmente non sapendolo sposa la madre e dalla loro unione nascono figli. Dalle cicatrici che il giovane ha sul petto la sua sposa scopre di aver subito il destino che aveva creduto di fuggire e si suicida. Anche se la parola che si traduce con mela nel greco dell'Antico Testamento karpos, frutto, il termine mela ormai designa il particolare frutto dell'albero della conoscenza. |
1877 |
Gustave Flaubert |
Tre racconti |
San Giuliano ospitaliere | Giuliano nobile, abile e crudele cacciatore, fugge dal padre e dalla madre perché non si avveri la profezia, ma li uccide senza saperlo; espia ospitando e traghettando i pellegrini fin quando un lebbroso si fa ospitare e scaldare da lui: è Gesù che lo porta in cielo con sé. |
Pitrè |
La sora di lu conti |
Come il Lisabetta
da Messina e Malgherita Spolatina, ma qui c'è il lieto
fine |
||
s.d. |
a c. di Nicola Deriu |
fiaba sarda | Maria
intavolata |
Vedi Pelle d'asino, 1697 |
1911 |
a c. di Ubaldo Mazzini |
fiaba del Sannio |
Il
dente d'oro |
Vedi Pelle d'asino, 1697 |
1992 |
a c. di S.
Primavera e D. Verdegiglio |
favola occitana |
Indovina
indovinatore |
Una donna libera
il padre dalla prigione ponendo un enigma al signore
del luogo che aveva promesso di concedere la grazia a
un condannato a chi gli avesse posto un enigma che non
avrebbe potuto risolvere. Già storia latina (Valerius Maximus, https://www.fairitaly.eu/joomla/Fabulando/Fairinfo-IT.html#Indovinatore) |
1993 |
a c. di Mauro Gioielli |
fiaba molisana | Le
tacconelle di Maria... |
Vedi Pelle
d'asino, 1697 |
ENIGMA |
Enigma dal greco αἴνιγμα -ατος, espressione
oscura, equivoco; dal tema di
αἰνίσσομαι, accenno copertamente, alludo,
prendo in giro. Edipo è l'eroe tragico per eccellenza, l'essere umano il cui destino da fortunato diviene disgraziato, da favorevole nefasto. E' l'essere umano nella sua condizione sottoposta ai rovesci di fortuna, all'instabilità, l'essere umano la cui intelligenza lo rende vincitore ma non evita la sua disfatta. La vita ha come condizione la morte, l'essere umano ha consapevolezza della compresenza dei due termini, ma non la tollera. La sua posizione nel cosmo rispetto agli animali è la consistenza del suo essere sia nella vita sia nella morte. Questo è l'enigma della sfinge, essere allo stesso tempo vecchi e giovani, genitori e figli, essere nel tempo irreversibile e reversibile per l'inconscio, che probabilmente non conosce la morte come non la conoscono gli animali. Che conoscono la mancanza di vita, ma non la morte. Noi diamo nome alla morte, la esorcizziamo, la fuggiamo, e perfino la corteggiamo e la cerchiamo: si tratta comunque di un tentativo di non esserne dominati. E tutto quel che riguarda la generazione, i figli, l'amore per il proprio germoglio, come l'amore nell'infanzia per i propri genitori, è nella dialettica fra vita e morte. Per questo amore e morte sono connessi, perché nell'innamoramento che tende all'unione generativa si incontra allo stesso tempo la propria freccia che va oltre i limiti dell'esistenza, i figli, della carne e dell'anima, che ereditano quanto abbiamo, e il distacco dai genitori, prendendo la loro eredità. Generati da loro, ci si distacca generando. Bisogna smettere di contrastare i genitori, smettere il rancore, smettere la seduzione. Accogliere l'eredità loro e delle generazioni che hanno preceduto la nostra. Imprimere il nostro segno, il segno che possiamo imprimere, non importa quanto sia grande, non dipende da noi la sua misura, non importa che resti, non dipende da noi la sua permanenza. |
إسلام | Islam,
significa sottomissione, ovvero volontario
assoggettamento a Dio, vale a dire soggettivazione
sullo sfondo divino. La sottomissione dà a Salomone, che ha l'anello col nome segreto di Dio, il potere di sottomettere gli altri popoli e anche le creature soprannaturali, come i demoni. Ma restano i demoni ribelli, che si rimuovono costringendoli a entrare nei boccali di rame, sigillati col sigillo di Salomone, che via via vengono ripescati e fanno il loro gioco pur non essendosi sottomessi. E il gioco della lingua fa sì che jinn traslitterato da Galland diventi génie, genio, e che il demone coincida - concordi - con la straordinaria facoltà umana di creare nuovi mondi, scientifica e poetica. Così liberato per caso - sempre per caso! - dalla prigione della lampada, il genio di Aladino cambia la sua vita e accanto a lui costruisce una nuova storia. Per i latini ogni persona e ogni cosa aveva un genius. Se intendessimo genius come liberazione del desiderio? |
online dal giorno 8 marzo 2024,
festa della donna
|