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Andrea
di Bonaiuto, La Chiesa militante e
trionfante (1365-1367),
Firenze, Santa Maria Novella,
Cappellone degli Spagnoli (Sala
capitolare del convento domenicano)
I cani in primo piano stanno a
significare l'ordine dei domenicani: domini
canes, cani del Signore, che
nell'affresco sono raffigurati come
vincitori delle belve e protettori
degli agnelli; i colori del loro manto
sono gli stessi del saio domenicano.
Questo ritratto di Giovanni Boccaccio
(al centro dell'affresco, in seconda
fila), dipinto due lustri circa prima
della sua morte, è nella chiesa dalla
quale parte l'onesta brigata, lasciando
il locus horridus,
Firenze durante la peste, per il locus
amoenus, la villa in collina
(amoenus significa senza mura).
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Novelle linkate nel sito
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Giovanni Boccaccio,
Decameron, a cura di Aldo Francesco Massera,
Bari: Laterza, 1927
Giornata prima: https://it.wikisource.org/wiki/Decameron/Giornata_prima.
ultimo accesso: 27/06/2022
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Edizione consultata
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Giovanni Boccaccio, Decameron.
Edizione di riferimento a cura di Vittore
Branca. Torino: UTET 1956. http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_2/t318.pdf;
ultimo accesso: 27/06/2022 |
Citazioni
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In corsivo le citazioni, in
mancanza di altre indicazioni vengono
dall'edizione del 1927 (cit.), in tondo titoli
e osservazioni di AG
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ASAP - PPCQ
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As Soon As Possible - Prima
Possibile Chissà Quando
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Novelle e giornate
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A ogni giornata è dedicata
una pagina html, alla quale si accede da
questa HP con un click sulla cella del data
base accanto a Boccaccio.
Le pagine saranno completate ASAP - PPCQ.
Nelle pagine delle giornate i link consentono
di leggere via via le novelle online.
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Immagini
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Qui e in ogni pagina
dedicata al Decameron, click sulle immagini
per ingrandirle.
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ANNOTAZIONI
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Nota
1 sulla ratio di questo lavoro.
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La
novella di Griselda
prima, poi tutta la decima giornata,
mi hanno invitato a rileggere
integralmente il Decameron, poi
a proporre a chi lo desideri di
partecipare all'immenso e raffinato
piacere che la lettura di Boccaccio,
Maestro italiano ed europeo, offre
gratuitamente. Sono del resto gratuite
tutte le cose più preziose, il cui
pregio non può tradursi in un prezzo
che si possa quotare in borsa, in una
rendita che garantisca qualche
certezza. Questo lavoro sul Decameron
ha alle spalle una decina d'anni di
riflessioni informali su Griselda,
comincia ora l'avventura online e
potrebbe fermarsi anche domani, come
potrebbe suggerire di scrivere un
libro, organizzare un convegno, un
Piccolo Festival, una pubblica lettura
(PPCQ, Prima Possibile Chissà Quando).
Di certo non si può lasciare da parte
nessuna delle cento novelle, pena
l'impossibilità di riconoscere
l'ordine segreto, il gioco
algebrico e geometrico disposto da
Boccaccio, come l'ordine che si può
vedere nella sestina lirica e nella
Divina Commedia. L'esperienza
estetica - in greco aisthèsis,
da cui estetica ed estasi,
significa nel greco antico percezione,
sensazione, sentimento.
L'esperienza estetica - non troppo
lontana dall'esperienza estatica
- rivelandoci la nostra
parentela col mondo, la nostra
intimità con tutte le sue creature,
offre una legittimazione materna e
inalienabile, rispetto alla quale la
legittimazione paterna è ponte
necessario . (1 luglio 2022)
Vedi, in questo
sito
riguardo all'estetica: Estasi
laiche. Intorno a Elvio
Fachinelli, 2010
riguardo all'ordine segreto, gioco
numerico: Lo
ferm voler di Arnaut Daniel,
2012
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"Non
sanno che portiamo loro la peste",
dice Lacan che Jung gli ha
raccontato che Freud aveva detto
così sul piroscafo che li portava in
America quando loro due e Ferenczi
erano in vista della Statua della
Libertà. |
Secondo
me è un falso. La psicoanalisi porta
la consapevolezza della peste come
condizione umana che si può sospendere
ma non eliminare. Freud lo sapeva
bene. Allo stesso modo la follia fa
parte dell'economia psichica anche se
nella maggior parte dei casi, almeno a
livello individuale, non esplode. A
livello collettivo la passione per le
guerre, per i dittatori, per le
soluzioni drastiche, attesta la
presenza quasi continua della follia a
livello collettivo. Jung potrebbe aver
ricordato a suo modo un discorso sulla
peste di Freud, che già nel 1909 gli
appariva privo di speranza, mentre
Jung cercava una via di salvezza come
quella di cui parlano i testi
alchemici. Niente in contrario se c'è
chi lo sa fare.
Noi ne siamo capaci, come non ne era
capace Freud. Questa consapevolezza
non porta la peste, ma la lucidità
necessaria per contenerla o
sospenderla. |
La
grandezza dell'uomo è di essere un
ponte e non uno scopo: nell'uomo si
può amare che egli sia una
transizione e un tramonto.
(Friedrich Nietzsche)
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L'uomo
può riuscire come ponte, come scopo
può riuscire solo se Dio esiste e
interviene a mandare e togliere
epidemie e carestie.
Si può amare l'uomo - e la donna -
come transizione e come tramonto, ma
si ama facilmente come alba. Poi si
amano gli animali che non sanno di
ponti né di scopi se non temporanei.
E poi, amare, amare davvero, non è una
scelta. È un evento che si può
contrastare - di solito con poco
successo - o assecondare.
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Socrate
ha imparato da Diotima chi sia e
cosa faccia Eros
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Diotima
è la sola donna che porta verità in un
dialogo platonico. Non parla
direttamente, ma è ricordata e citata
da Socrate. Gli insegna che Eros non è
né divino né umano, ma qualcosa di
mezzo, un grande demone, che
mette in relazione cielo e terra,
divino e umano, mortale e immortale.
Torneremo, ovviamente, su questo tema
parlando del Decameron, qui basta
ricordare che la sola cosa che si sa
di Diotima, è che era una sacerdotezza
che aveva sospeso per dieci
anni la peste ad Atene. Non l'ha
eliminata: ha solo - solo! - dato
dieci anni di tregua agli ateniesi.
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La
peste a Firenze nel 1348
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Il
racconto di Boccaccio, che apre il
Decameron, è di una durezza che non ha
nulla da invidiare alle distopie dei
nostri giorni. Il primo libro laico
della letteratura mondiale, il primo
libro che è ateo ed è religioso,
quindi laico, il libro che inaugura la
letteratura moderna, insuperato e
insuperabile, è circondato dalla
peste: da una Firenze infernale, dove
ogni legge è sospesa, dove Creonte è
morto e Antigone è in agonia, sette
giovani donne e tre giovani uomini
lasciano la città, che da ecumene si è
trasformata in anecumene, per due
settimane. Poi torneranno, forse, o
forse non tornerannno in città, forse
si ammaleranno, moriranno, forse si
salveranno, il racconto vale per il
tempo che dura, non ha un prima e un
dopo, come noi esseri umani, anche se
possiamo immaginare chi ci ha
preceduto e chi vivrà dopo di noi.
Siamo un ponte, un tratto, una parte,
di cui non conosciamo il principio né
la fine, e sappiamo che altri ci hanno
preceduto e generato, e altri figli
vivranno dopo di noi, i nostri
germogli, che amiamo, come insegna
Socrate che ha imparato da Diotima, al
di sopra di ogni altra cosa. Perché è
e non è il nulla che ci precede e ci
segue, come la peste di Atene, come la
peste di Firenze, come la nostra
peste.
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1. DELLA
PARITÀ |
1
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Nelle
favole e novelle, cominciando con Boccaccio
(Firenze, sec. XIV), continuando con
Straparola (Venezia, sec. XVI) e Basile
(Napoli, sec. XVII), con Perrault (1697) e Le
Mille e una notte (Parigi, inizio del
XVIII secolo), poi con le fiabe popolari
(Europa) e le narrazioni multimediali (tutto
il mondo), sono possibili la democrazia e la
parità per tutti gli esseri umani. Democrazia
e parità: quale venga prima somiglia alla
questione dell'uovo e della gallina.
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1.1
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uomini e
donne
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1.2
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sovrani e
sudditi
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1.3
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chierici e
laici
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1.4
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ricchi e
poveri
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1.5
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colti e
incolti
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1.6
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vecchi e giovani
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1.7
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cristiani,
ebrei e musulmani
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Boccaccio
è stato messo all'indice dalla Chiesa, come
Rushdie è stato condannato a morte
dall'Ayatollah. Ma non come si dichiara e si
pensa, per blasfemia: perché svela la natura
immaginaria e violenta della gerarchia,
mostrando che è possibile un mondo nel quale
non si crede in altro che in se stessi e nel
proprio vicino: non è questo il messaggio del
Cristo?
In ogni caso, la rimozione di questo racconto
rivoluzionario continua quando l'Indice viene
eliminato, si libera Galileo dalla scomunica,
si revoca la fatwa. A scula si legge solo
qualche novella blasfema, come quella di Frate
Cipolla, e qjualche novella nella quale
l'intelligenza è usata per tormentare un minus
habens come Calandrino, o per illudere i
fedeli sulla santità di ser Ciapparello. Dove
Boccaccio pare raccontarci che l'intelligenza
e il gusto per il linguaggio non aprono un
orizzonte di speranza se non sono alleati con
mètis.
La centralità dell'Eros e il pessimismo di
Boccaccio sono simili a quelli di Freud.
Entrambi hanno una lucidità di grado massimo
impastata con un amore per la vita che è lo
stesso del bambino. Amore che esige l'apertura
della propria porta, l'unica dalla quale
entrano la bellezza e l'orrore degli esseri
viventi. Le gerarchie tentano di separare le
due porte, o forse le persone che possono
attingere al bello da quelle che devono
attingere al brutto della vita. Ovviamente è
un'illusione, anche se produce effetti di
realtà. Ma a quale prezzo? sacrificando quanti
altri esseri viventi e quante parti di sé che
essendo anarchiche non obbediscono alle
ingiunzioni gerarchiche?
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