Amore, si come io
trovo da gli uomini savi prudentissimamente descritto,
niuna altra cosa è che una irrazionabile volontà,
causata da una passione venuta nel cuore per libidinoso
pensiero. I cui malvaggi effetti sono disipamento delle
terrene ricchezze, guastamento delle forze del corpo,
disviamento dell' ingegno, e della libertà privazione.
In lui non è ragione, in lui non è ordine, in lui non è
stabilità alcuna. Egli è padre de' vizii, nemico della
gioventù, e della vecchiezza morte: e rade volte o non
mai gli è conceduto felice e glorioso fine, sì come
avenne ad una donna della famiglia Spolatina, la qual,
sottoposta a lui, miseramente fini la vita sua. Ragusi, valorose donne, chiarissima città della Dalmazia, è posta nel mare, ed ha non molto da lungi una isoletta comunalmente chiamata l'Isola di Mezzo, dove è un forte e ben fondato castello, e tra Ragusi e la sopradetta isola è un scoglietto, dove altro non si trova se non una chiesa assai picciola con un poco di capanna mezza coperta di tavole. Quivi non abitavano persone per esser il luoco sterile e di cattiva aria, eccetto un calogero, Teodoro chiamato, il quale per scargamento de' peccati suoi divotamente serviva a quel tempio. Costui, non avendo il modo di sostentare la vita sua, andavasi quando a Ragusi e quando alla Isola di Mezzo, e mendicava. Avenne che sendo un giorno Teodoro nell' Isola di Mezzo e mendicando il pane secondo il costume suo, trovò quello che mai non s'avea imaginato trovare. Impercioché se gli fé incontro una vaga e leggiadra giovane Malgherita nomata; la qual veggendolo di forma bello e riguardevole, considerò tra se stessa lui esser uomo più tosto da essercitarsi ne' piaceri umani, che darsi alla solitudine. Onde Malgherita si fieramente nel cuore l' abbracciò, che giorno e notte ad altro non pensava che a lui. Il calogero, che di ciò ancora non s'avedeva, continuava il suo essercizio di mendicare e spesso se n'andava alla casa di Malgherita, e chiedevale limosina. Malgherita del lui amore accesa facevagli limosina, non però osava scoprirgli il suo amore. Ma amore, che è scudo di chiunque volontieri segue le sue norme, né mai gli manca d'insegnar la via di pervenire al desiderato fine, diede alquanto di ardire a Malgherita, e accostatasi a lui, in tal guisa disse: - Teodoro, fratello e solo refrigerio dell'anima mia, tanta è la passione che mi tormenta, che se voi non mi prestate aiuto, presto mi vederete di vita priva. Io infiammata del vostro amore, non posso più resistere all' amorose fiamme. Ed accioché voi di mia morte non siate cagione, mi prestarete subito soccorso -; e queste parole dette, si mise fortemente a piagnere. Il calogero, ch'ancor non s'aveva aveduto ch'ella l'amasse, restò come pazzo. Ma rassicurato alquanto ragionò con lei; e sí fatti furon e' ragionamenti loro, che lasciate da canto le cose celesti, nell'amorose entrarono, né altro li restava se non il comodo di trovarsi insieme e adempir la lor bramosa voglia. La giovane, che era molto accorta, disse: - Amor mio, non dubitate ché io vi dimostrerò il modo ch'arremo a tenere. Il modo sarà questo: voi in questa sera a quattro ore di notte porrete un lume acceso alla finestra della capanna vostra e io, quello veduto, immantenenti verrommi a voi -. Disse Teodoro: - Deh, come farai tu, figliuola mia, a passar il mare? Tu sai che né io né tu avemo navicella da traghiettare, e mettersi nelle altrui mani sarebbe molto pericoloso all'onore e alla vita d'ambiduo -. Disse la giovane: - Non dubitate punto, lasciate la cura a me, percioché io trovai la via di venire a voi senza pericolo di morte e di onore: io veduto il lume acceso me ne verrò a voi nuotando, né alcuno saprà e fatti nostri -. A cui Teodoro: - Egli è pericolo che non t'attuffi nel mare, percioché tu sei giovanetta e di poca lena, e il viaggio è lungo e ti potrebbe agevolmente mancare il fiato, e sommergerti. - Non temo - rispose la giovane - di non mantener la lena, percioché io nuoterei a gara d'un pesce -. Il calogero, vedendo il suo fermo volere, accontentò; e venuta la buia notte secondo il dato ordine accese il lume, e apparecchiato un bianchissimo sugatoio, con grandissima allegrezza aspettò la desiderata giovane. La quale, veduto il lume, s'allegrò, e spogliatasi le sue vestimenta, scalza e in camiscia sola n'andò alla riva del mare, dove trattasi la camiscia di dosso e ravoltala a lor guisa in testa, s'aventò nel mare; e tanto le braccia e i piedi nuotando distese, che in men d'un quarto d'ora aggiunse alla capanna del calogero che l'aspettava. Il quale, veduta la giovane, la prese per la mano e menolla nella sua mal coperta capanna, e preso il sugatoio come neve bianco con le proprie mani da ogni parte l'asciugò; indi condottala nella sua colletta e postala sopra un letticello, presso lei si coricò e seco prese gli ultimi frutti d'amore. I duo amanti stettero due grand'ore in dolci ragionamenti e stretti abbracciamenti, e la giovane molto paga e contenta dal calogero si parti, lasciando però buon'ordine di ritornare a lui. La giovane, che già era assuefatta a i dolci cibi del calogero, ogni volta ch'ella vedeva il lume acceso, a lui nuotando se n'andava. Ma l'empia e cieca fortuna, mutatrice di regni, volvitrice delle cose mondane, nemica di ciascun felice, non sofferse la giovane lungo tempo il suo caro amante godere, ma come invidiosa dell'altrui bene s'interpose e ruppe ogni suo disegno. Impercioché sendo l'aria da noiosa nebbia d' ogn' intorno impedito, la giovane, che aveva veduto l'acceso lume, si gettò nel mare e nuotando fu da certi pescatori, che poco lontano pescavano, scoperta. I pescatori, credendo lei esser un pesce che nuotasse, si misero intentamente a riguardare e conobbero lei esser femina, e videro lei nella capanna del calogero smontare. Di che si maravigliarono assai. E presi e' lor remi in mano aggiunsero alla capanna, dove postisi in aguaito, tanto aspettarono che la giovane usci fuori della capanna, e nuotando se n' andava verso l'Isola di Mezzo. Ma la meschinella non seppe tanto occultarsi, che da' pescatori non fusse conosciuta. Avendo adunque e' pescatori scoperta la giovane e conosciuto chi ella era, e veduto più volte il periglioso passaggio e compreso il segno dell'acceso lume, deliberarono più fiate tra se stessi tenere il fatto occulto. Ma poscia considerato il scorno che poteva avenire all'onesta famiglia, e il pericolo di morte in cui la giovane incapar poteva, mutorono openione, e al tutto tal cosa a' fratelli della giovane deliberarono palesare; e andatisene alla casa delli fratelli di Malgherita, di punto in punto gli raccontaro il tutto. I fratelli, udita e intesa la trista nuova, creder non lo poteano, se prima con propri occhi tal cosa non vedeano. Ma poscia che di tal fatto furono chiari, deliberarono di farla morire, e fatto tra loro deliberato consiglio, quello essequirono. Impercioché il minor fratello nel brunir della sera ascese nella navicella e chetamente solo al calogero se n'andò, e a quello richiese che per quella notte l'albergo non gli negasse, percioché gli era avenuto un caso, per lo quale stava in gran pericolo d'esser preso e per giustizia morto. Il calogero, che conosceva lui esser fratello di Malgherita, benignamente il ricevette, e carecciollo, e tutta quella notte stette seco in varii ragionamenti, dichiarandogli le miserie mondane ed e' peccati gravi che mortificano l'anima e fannola serva del diavolo. Mentre che 'l minor fratello co 'l calogero dimorava, gli altri fratelli nascosamente uscirono di casa, e presa un' antennella e il lume, montarono in nave e verso la capanna del calogero se n'andarono; e aggiunti che furono, drizzarono l'antennella in piede, e sopra quella posero l'acceso lume, aspettando quello avenir potesse. La giovane veduto il lume acceso, secondo il suo costume si mise in mare, e animosamente nuotava verso la capanna. E' fratelli, che chetti ci stavano, udito il movimento che Malgherita nell'acqua faceva, presero i lor remi in mano e chettamente col lume acceso si scostorono dalla capanna, e senza esser da lei sentiti, né per la scura notte veduti, pian piano cominciarono senza far strepito alcuno vogare. La giovane, che per la buia notte altro non vedeva fuori che l'acceso lume, quello seguiva. Ma i fratelli tanto si dilungarono che la condussero nell'alto mare, e calata giú l' antenna, estinsero il lume. La miserella non vedendo piú il lume né sapendo dove si fusse, già stanca per lo lungo nuotare si smarrí, e vedendosi fuori d'ogni soccorso umano, s'abbandonò del tutto e come rotta nave fu ingiottita dal mare. I fratelli, che vedevano non esser piú rimedio al suo scampo, lasciata l'infelice sorella nel mezzo delle marine onde ritornarono a casa. Il fratello minore, fatto il chiaro giorno, rese le debite grazie al calogero per le accoglienze fatte e da lui si partí. Già si spargeva la trista fama per tutto il castello che Malgherita Spolatina non si trovava. Di che e' fratelli fingevano averne grandissimo dolore, ma dentro del cuore sommamente godevano. Non varcò il terzo giorno che il corpo morto della infelicissima donna fu dal mare alla riva del calogero gettato. Il quale vedutolo e conosciutolo, poco mancò che non si privasse di vita. Ma presolo per un braccio, niuno però avedendosi, lo trasse fuori de l'onde e portollo dentro in casa, e gettatosi sopra il morto viso, per lungo spazio lo pianse e di abondantissime lagrime il bianco petto coperse, assai volte in vano chiamandola. Ma poscia che ei ebbe pianto, pensò di darle degna sepoltura e aiutare con orazioni, con digiuni e con altri beni l'anima sua. E presa la vanga, con cui alle volte vangava il suo orticello, fece una fossa nella chiesetta sua e con molte lagrime le chiuse gli occhi e la bocca, e fattale una ghirlanda di rose e viole, gliela pose in capo; indi datale la benedizzione e basciatala, dentro la fossa la mise e con la terra la coperse. E in tal guisa fu conservato l'onor di fratelli e della donna, né mai si seppe quello di lei ci fosse. |
I find that wise men
have most aptly described love to be nothing but an
irrational de sire cause by a passion which has entered
the heart through wanton thoughts. And its ill effects
are: the squandering of earthly riches, the wasting of
bodily strength, the destruction of the mind, and the
loss of liberty. It knows no order, no reason; neither
is there aught of steadfastness therein. It is the
father of vice, the enemy of youth, the murderer of old
age, and rarely or ever is its issue happy or
prosperous. This is shown by the fate which happened to
a damsel of the Spolatina family, who, being subjugated
by love, ended her days most miserably. Ragusa, noble ladies, is a celebrated city of Dalmatia, situated upon the sea. Not far from it there is a little island, commonly called the centre island, whereon stands a strong and well-built hamlet, and between Ragusa and the above- named island there is a rock on which is built a very small church and a little hut half covered with planks. This spot is barren and unwholesome, therefore nobody lived there except a hermit called Teodoro, who for the wiping out of his sins served very devoutly at this shrine. This man, as he had no other means of support, went sometimes to Ragusa, sometimes to the centre island, to beg. It happened that Teodoro having one day gone to the centre island to seek for his bread according to his custom, found thereon what he never would have sought. For there appeared before him a lovely and gracious maiden called Malgherita, who, when she noted his hand some and seemly person, thought to herself that he was a man better fitted to enjoy human pleasures than to give himself over to solitude. Wherefore Malgherita took his image so ardently to her heart that day and night she thought of him and of nought besides. The hermit, who as yet recked nothing of the girl's passion, went on with his practice of begging, and often betook himself to Malgherita's house and craved alms of her. Malgherita, who was burning with love for him, always gave him alms, but she dared not disclose her love to him. But love, which is a shield for all who willingly serve under its rule, and never fails to point out a way by which each one may attain the desired end, gave at last somewhat of courage to Malgherita, and she accosted the hermit in the following manner: 'Teodoro, my brother, sole comfort of my heart, the passion which tortures me is so great, that if you will not have pity upon me you will forthwith see me lying dead before your eyes. I am consumed with such ardent love for you that I can no longer resist these amorous flames. Come to my aid at once, so that you may not be the cause of my death.' And having said these words, she began to weep passionately. The hermit, who up to this time had never suspected that she loved him, stood as a man bemused; but after a time he collected his wits and began to discourse with her, and such was the effect of their mutual converse that, letting go all thought of celestial things, they fell a-talking of earthly delights, and nothing now remained to them but to find the means of foregathering in order that they might accomplish their longed-for wishes. The young girl, who was very shrewd, said: 'My love, do not be afraid, for I will show you what measures we must needs take. This seems to be the plan which will best serve us. You will this evening, at the fourth hour of the night, place a lighted torch in the window of your hut, and I, when I see it burning, will at once come over to you.' Teodoro replied: 'Alas, my daughter! how will you cross the sea? You know that neither you nor I have a boat to carry us over, and to place ourselves in the hands of others would be very dangerous for the honour and life of both of us.' Then the young girl said: 'Let not any doubts trouble you, but leave the care of this matter to me, and I will find means of coming to you without fear of death or dishonour, for when I see the light burning I will swim over to you, and no one will know aught of what we do.' To this Teodoro made answer: 'There is surely great danger that you will be drowned in the sea, for you are very young and of no great strength, and the journey is long and your breath might easily fail you, and you be overwhelmed.' 'I have no fear,' said the maiden, 'that my strength will not carry me through, for I will swim as well as ever fish swam.' The hermit, seeing her firm determination, was satisfied, and when the dark night had come, according to the plan fixed upon, he lighted his torch, and, having prepared a white towel, he awaited the coming of the maiden he longed to see with the greatest joy. She, when she saw the light burning, was filled with delight, and, having stripped off all her clothes, went barefooted and clad only in her shift to the seashore. There, when she had pulled her shift off her back, she entwined it about her head, and then committed herself to the sea, and in swimming she made such dexterous play with her arms and her legs that in less than a quarter of an hour she had gained the hut where the hermit awaited her. When he saw the maiden he took her by the hand and led her into his ill-covered hut, and, having taken the towel, which was white as snow, with his own hands he dried her all over; then he led her into his little cell, and, having placed her on the small bed, he lay down beside her, and together with her he tasted the supreme enjoyment of love. The lovers remained two full hours in sweet conversation and close embraces; then the young girl, quite satisfied and happy, departed from the hermit, giving him however a promise that she would return to him. Malgherita, who learned full soon to delight in the sweet entertainment provided for her by the hermit, swam over to him every time she saw the light burning. But that evil and blind Fortune, she who causes kingdoms to fall and upsets all human plans, she who is the enemy of the happy, would not long suffer this young girl to enjoy the company of her dear lover; this Fortune, as though she were envious of the happiness of others, intervened and shattered all their schemes. For one night, when the air was filled with baffling mists Malgherita, who had marked that the light was burning, threw herself into the sea to cross over, but as she swam it chanced that she was seen of certain fishermen who were plying their trade in those parts. The fishermen, who took her to be a fish that was swimming past, began to watch her intently, and soon discovered her to be a woman, and furthermore observed that she entered the hermit's hut. They were very much astonished at this thing, and, having taken their oars in their hands, they rowed towards the shore, where, lying in ambush, they waited until such time as the girl, having come out of the hut, should swim back towards the centre island. But the poor girl could not conceal herself closely enough to avoid being seen by the fishermen, and they, having narrowly observed her, discovered who she was. And ofttimes after this they watched her make the perilous journey, and soon understood the signal of the lighted torch, whereupon they took counsel whether they should or should not keep the matter a secret. But then when they considered the disgrace which might fall upon the honourable family, and the risk of death which Malgherita ran, they changed their minds and deter mined to disclose the whole matter to her kinsmen; so, having gone to the house of Malgherita's brothers, they told them all the story from beginning to end. The brothers, when they heard and understood this sad news, would not believe it unless they should see it with their own eyes. But later on, when they were fully assured of the fact, they made up their minds that she must die, and after they had taken deliberate counsel together, they set to work to carry out their full intent. Whereupon the younger brother, when the darkness of night began to fall, got into his boat and went quietly and alone to the hermit's hut, and begged him that he would not deny him shelter for this one night, forasmuch as a certain thing had happened to him, on account of which he stood in great danger of being taken and put to death by justice. The hermit, who knew him to be a brother of Malgherita, received him benignantly and embraced him, and all that night he remained with the young man, talking over divers questions and disclosing to him all the miseries of humankind, and the grave sins which corrupt the soul and make it a servant of the devil. Whilst the younger brother remained with the hermit, the other two secretly issued from their house, and, having taken a small sail-yard and a torch, they entered a boat and rowed in the direction of the hermit's hut, and, when they had come near it, they set the sail-yard upright, and tied the lighted torch to the top of it, awaiting what might happen. Malgherita, when she saw the burning light, swam out boldly into the sea, according to her wont, and struck out in the direction of the hut. The brothers, who kept quite quiet, no sooner heard the movement which Ma made in the water than they took their oars in hand and silently rowed away from the hut, bearing with them the torch still burning. They rowed so gently that she heard nothing, neither could she see them on account of the darkness. The poor young girl thus perceived nothing hut the lighted torch burning in the boat, and following this, she swam onward and onward. But the brothers put off so far from the land that they took her at last out into the high seas, and then, having taken down the sail-yard, they extinguished the light. The unhappy girl, being no longer able to see the light, knowing nothing as to where she was, and already wearied with her long swimming, was quite bewildered, and finding herself beyond all human help, gave herself over for lost, and like a ship cast away she was soon Swallowed up by the sea. The brothers, who saw that there was now no more chance of her escape, left their unfortunate sister in the midst of the waves and returned to their home. The younger brother, when daylight had appeared, gave due thanks to the hermit for his kind welcome, and departed from the hut. Already the sad news had spread throughout the village that Malgherita Spolatina had disappeared, and on this account the brothers feigned to feel the greatest grief, but in their secret hearts they rejoiced immeasurably. The third day had scarcely passed when the dead body of this unfortunate girl was washed ashore by the sea near the hermit's hut, and when he had cast his eyes upon it and recognized it, he would fain have made an end of himself. But having taken hold of the body by the arm (no body seeing him), he drew it out of the sea and carried it into his hut, and having thrown himself down by the corpse, for a long time he wept over it, and bathed her white bosom with abundant tears, and called upon her many times, but all in vain. And after he had wept his fill he determined to give her hon-. ourable sepulture, and to speed her soul with prayers and fastings, and with other good works. Thei having taken the spade with which he was wont to dig in his garden, he made a grave near his lit- tie church, and, weeping plentifully, he closed her eyes and her mouth. Next, he made a garland of roses and violets, and this he placed on her head; then he gave her a last benediction, and kissed her, and put her into the grave, which he filled up with earth. And in this wise the honour of the brothers and of the lady was preserved, nor was it ever known what had become of her. |
RIFERIMENTI |
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TESTO ORIGINALE |
Giovan
Francesco Straparola (1554–1557) Le piacevoli notti.
A cura di Donato Pirovano. Roma: Salerno Editrice,
2000. 2 Tomi. Notte settima, Favola
II. Tomo II, pp. 486–493. |
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TRADUZIONE INGLESE |
The Facetious Nights of Straparola. Now first Translated into English by W. G. Waters. Choicely Illustrated by Jules Garnier and E. R. Hughes A.R.W.S. In Four Volumes. Volume III. London, Privately Printed for Members of the Society of Bibliophiles MDCCCCI. Night the Seventh, the Second Fable. pp. 5-23; accessed 01.04.18. https://archive.org/details/italiannovelists03wateiala/italiannovelists03wateiala/page/22/mode/2up?view=theater. Ultimo accesso: 20 marzo 2024. |
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IMMAGINE | Edmund Dulac, Stories
from Hans Andersen, with illustrations by Edmund Dulac,
London, Hodder & Stoughton, Ltd., 1911. https://www.wikiart.org/en/edmund-dulac/the-little-mermaid-dissolving-into-foam; ultimo accesso 20 marzo 2024. |
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NOTE | |
E apparecchiato un
bianchissimo sugatoio... ...E preso il sugatoio come neve bianco con le proprie mani da ogni parte l'asciugò... |
La prosa di
Straparola non tende ai vertici letterari del grande
maestro del Decameron, ma contiene momenti di finezza
psicologica e di tenerezza come questo, che dipinge il
povero calogero mentre prepara un telo bianco come la neve
per asciugare la sua Malgherita. |
Deliberarono di farla morire... | Anche i fratelli di Lisabetta da Messina
, e il principe padre di Ghismonda nel Decameron
causano, seppur non direttamente, la morte della sorella
e della figlia. Il padre di Ghismonda è il principe di Salerno, stessa denominazione che dopo Boccaccio utilizzerà Straparola per il padre incestuoso di Doralice, che si vendicherà del suo rifiuto uccidendole i figlioletti. |
Lo trasse fuori de l'onde e portollo dentro in casa, e gettatosi sopra il morto viso, per lungo spazio lo pianse e di abondantissime lagrime il bianco petto coperse, assai volte in vano chiamandola. | Qui, come nel sogno
di Lisabetta da Messina, quando
Lorenzo le appare dicendole di non chiamarlo più, perché
è morto, si avverte un riferimento al sogno di Alcione
nelle Metamorfosi di Ovidio, probabilmente mediato dalla
novella di Boccaccio, ma anche direttamente riferito al
testo ovidiano, per quel gettarsi dell'amante sul volto
dell'amata. Le lacrime dell'amante coprono il viso e il bianco petto
dell'amata come le lacrime di Lisabetta da Messina e di
Ghismonda coprono il viso e il
cuore dell'amato. Nelle Metamorfosi di Ovidio, universalmente note nel XIV secolo, si racconta di Ceice che apparve in sogno ad Alcione con versi ai quali potrebbe essersi ispirato Boccaccio: luridus, exanimi similis, sine vestibus ullis | coniugis ante torum miserae stetit; uda videtur | barba viri madidisque gravis fluere unda capillis (pallido come un morto, senza vesti | stava davanti al letto della misera; fradicia la barba dell'uomo | e dai capelli madidi sembrava cadesse acqua di mare; (Libro XI, vv. 654-655). |