ADALINDA GASPARINI              PSICOANALISI E FAVOLE

FIABE ITALIANE REGIONALI E ALLOGLOTTE


I NOMI D'AA GENTE


SONETTI GIUDAICO ROMANESCHI
5687/1927



I
’NA PRIMA SFORNATA

Capàteve li meglio: Castorino,
Caifàsse, Raschiamuro, Cefolotto,
Ciricì, Cirifischio, Ciriciotto,
Ciuciurchia, Pistaselci e Biscottino.

Pói: lo Griccio, lo Miccio, lo Piagnino,
lo Ngkòmmere, Bignómmero, Ciarlotto,
Ciabbotto, Cribbott’ e Crivellotto,
Scère, Squitto, Scazzicchio e Santichino.

E apprésso pòi: Magagna, Baccaièlle,
Contaceci, Giochà, Cacio, Piréllo,
Caiuccio, Cavalluccio e Chappuièlle.

Pói Sghiscio, Bótti-bótti e Ficcadeto,
Picciaccio, Pisazzone, Pizzutéllo,
Pirolo, Sbagliabbucio e Cularèto.

        E v’hàe lassato arèto
Strozzapollastri, Bbrugna e Pera-mézza,
Tappo, Mezza-purzione e Doppi’-altezza.

        E pói: Sportamunnezza,
Mezz'omo, Cazzabùbbelo, Fichetto,
Cacone, Cacasotto e Pisciallétto.



II
’N ANTRA SCÉRPA

Sott’ a ’st’ altra sfornata: Cipricì,
Cecionfranto, Susànne, Zabbazzù,
Sciaddàie, Sceruddàie, Sciabbafù,
Machtùmme, Machhellone e Mallachhì.

C’è pói, tra Pataccùmme, Turlulù,
Scrocchio, Scarnicchia, Schìcchero, Sciacchì,
e tanti e tanti e tanti da nun di’...
da fanne un: Sguazzapuglio e un: Cuscusù.

Qua c’è Magna-Moscè e Mossiù Cacò;
Piscè, Piovè, Baslà e Magna-Torà,
co’ Aléf – Balàc – Gadièl – Daddeo – Doddò...

Nachó, Guarpa, Miscgkànnee, Gnachivà,
Gnegnè, Gnagnózzo, ’a Gnìgnera, Gnaó,
e Gnàgnera e Gnagnà e Gnagneragnà.

        Fateme respirà...
E mo reattacco: Chìcchera, Ccriccrì,
Cuccù, Cucchereccù e Chicchiricchì,

        E metto, pe’ finì’:
Pizzo-’n-pizzo, Panzetta, Zazzoà,
Mezza-..puzzetta e  Schizzo-de-zoà.



III
...E POI BASTA

Sballamo ’st’antri e basta: Bammascione,
Burone, Bufolone, Pollastrone,
Piccione, Ciammellone, Ciampilone,
Raschione, Tartaglione e Cornacchione.

Mettemo apprésso pói: Mezzoculetto,
Mucchetto, Cupelletto, Baruchhetto,
Bovetto, Ciufoletto, Soricetto,
Puzzetto, Spizzialetto e Pintaletto.

E apprésso: ’o Scekezzello e ’o Jodìo-bello,
Guardiéllo, Cacciunéllo, Puparéllo
e Sette-palaturi-de-ciorvéllo.

E pe’ giunta: ’o Smmuccato e lo Sboccato,
’o Sculato, ’o Sfrosciato, ’o Sprocedato,
’Scosciato, ’o Sgarato e ’o Sgricilato.

        E mo me ve’ penzato
Zinzeretto, Zibibbo, Zivitale
e Zipeppe l’amico d’ ’oo pitale.

        E p’impì’ sto zinale
ce so: Cacastoppini, Cacaritto,
Cacantra, Cacarella e Cacafritto

   

 RIFERIMENTI, NOTE E LESSICO
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TESTO

Tratto da: Crescenzo Del Monte, Sonetti giudaico-romaneschi. Stampati in 200 esemplari numerati e firmati dall'autore.
Firenze: Casa Editrice Israel  5687/1927; pp. 22   
Digitalizzato e pubblicato da www.torah.it a Gerusalemme nel 2016-5777
http://www.archivio-torah.it/ebooks/SonettiDelMonte.pdf
Consultato il 18/02/2022

Crescenzo Del Monte, Sonetti giudaico-romaneschi. Con note esplicative e un discorso preliminare
sul dialetto giudaico-romanesco, e sulle sue origini  
Firenze, Casa Editrice Israel, 5687/1927; pp.92 
Digitalizzato da www.torah.it, Gerusalemme, 2016-57777 [sic!]
http://www.archivio-torah.it/ebooks/Sonetti.pdf
Consultato il 18/02/2022

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LESSICO Per un lessico relativo ai sonetti he figurano in questa pagina, tratto da Sonetti giudaico romaneschi. Con note esplicative e un discorso preliminare sul dialetto giudaico-romanesco, e sulle sue origini, vedi Lessico giudaico romanesco
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IMMAGINE
Ettore Roestler Franz, Roma sparita: Il Ghetto
https://www.ettoreroeslerfranz.com/acquerelli/roma-sparita/ghetto/
ultimo accesso 17/02/2022
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COMMENTO

Avevate mai letto poesie come queste? Siete rimasti senza parole di fronte a questa festa di soprannomi popolari, che a sentirli fanno immaginare il ghetto di Roma abitato da ebrei così vivaci e pronti a prendersi in giro? Sapevate che a Roma gli ebrei erano presenti ancora prima dell'impero, e che nel 44 a. C. parteciparono in massa ai funerali di Giulio Cesare che era stato loro protettore? La persecuzione nazi-fascista è solo l'ultima in ordine di tempo, perché la storia degli ebrei a Roma, e in Europa in genere, è un'alternanza di periodi in cui vengono tollerati e periodi in cui vengono isolati nei ghetti – dove le porte venivano chiuse la sera e aperte la mattina – o anche perseguitati. Non sono i soli, pensiamo, occupandoci di fiabe, alla comunità protestante occitana che si era stabilita in Calabria dal XII secolo e che fu sterminata nel Cinquecento per ordine di un cardinale che poi sarebbe diventato Papa Pio V. La porta di Guardia Piemontese si chiama ancora Porta del Sangue, perché il sangue degli uomini, delle donne e dei bambini massacrati scorreva per le strade come un ruscello. In Fabulando si trova la favola Indovina indovinatore, nella lingua provenzale della Calabria (http://www.fairitaly.eu/joomla/Fabulando/Indovinatore/mobile/index.html). Ma queste poesie non parlano di sterminio, ma di allegria e di prese in giro: in tutta Italia nei paesi e nei quartieri cittadini tutti avevano un soprannome, che si tramandava di padre in figlio, e che ormai è dimenticato. Se chiedete ai vostri nonni può darsi che qualcuno ricordi il soprannome di famiglia. I soprannomi possono essere gli stessi dei romani, ma anche derivare dall'ebraico, dal sefardita, dall'ashkenazita, dallo spagnolo... Le lingue, a studiarle bene, sono come le persone: tutte le lingue, come tutti gli esseri umani, sono frutto di tanti incroci che probabilmente non si potrebbe elencarli tutti ordinatamente. L'orgoglio per la propria cultura, come per la propria famiglia, è bello, a patto che non ci si illuda che derivi da un'origine ben definita, purché non sostenga la convinzione di una superiorità che dia il diritto di disprezzare, sottomettere, e addirittura sterminare, gli altri, chi è diverso. Non sappiamo se l'Autore di questi bellissimi sonetti comprendesse il significato di tutti i soprannomi che contengono: per noi sono affascinanti, divertenti, e anche se sono poco comprensibili evocano un mondo altrimenti ignoto, se non perduto. Abbiamo preparato il nostro piccolo lessico disponendo in ordine alfabetico le note esplicative di Crescenzo Del Monte: speriamo così di rendere agevole la comprensione almeno della parte dei soprannomi per i quali l'Autore fornisce la spiegazione.

Per parte nostra abbiamo riconosciuto qualche termine del lessico empolese, piuttosto legato al livornese: a Livorno, come a Roma e a Venezia, si trovava una delle comunità ebraiche più antiche e numerose. Ci piace pensare che questi nomi e soprannomi siano frutto del continuo scambio che preserva e trasmette la vita, quella della cultura come quella biologica.

I tre sonetti dei nomi, o dei soprannomi, con le relative note, si trovano alle pagine 161-166 dei Sonetti giudaico-romaneschi di Crescenzo Del Monte, reperibili online grazie alla Casa Editrice Israel, che ha digitalizzato il libro, stampato a Firenze in 200 esemplari nel 1927 (per accedere online al testo, vedi le note bibliografiche in questo stesso file). Il sonetto tradizionale, di quattordici endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, si trova qui nella variante caudata, ovvero ha una coda, in questo caso di due terzine, il primo verso delle quali è un settenario anziché un endecasillabo. La nostra ammirazione e la nostra gratitudine a Crescenzo Del Monte e a chi rendendo fruibile la sua opera online ci permette di gustare e divulgare il suo lavoro.
(I sonetti, questo commento e il lessico sono pubblicati nel volume dedicato al Lazio della Collana Fiabe antiche e popolari d'Italia, ed. Foschi 2022: http://www.alaaddin.it/_PUBBLICAZIONI/COLLANA.html#LAZIO.)






LESSICO GIUDAICO ROMANESCO

Aléf V. Doddò.

Baccaièlle                 Dal romanesco baccajà(re)? [Tale voce che i romani presero agli ebrei (bachhïà(re) - piangere, far lamento) e di cui alterarono il significato in: protestare, risentirsi, strepitare, far baccano (da bechhïàno – pianto, lamentazione) gli ebrei devono aver ritolta ai romani per farne questo soprannome.

Balàc V. Doddò.

Bammascione          Si dice di uomo grasso.

Baruchhetto             Da: barùch (benedetto).

Bufolone                  Si dice di uomo grasso.

Burone                    Si dice di uomo grasso.

Cacafritto                Fritto è l'insieme dei visceri (fegato, milza, corata, ecc.) degli animali da cibo e (ironicamente parlando) di noi stessi e del nostro prossimo. Ed è detto più precisamente: fritto nero, per distinguerlo dal: fritto bianco, che è composto dalle: palature di cervello (v. Sette-palaturi-de-ciorvéllo).

Cacasotto                Pauroso.

Cacciunéllo             Desinare campestre in comitiva.

Cacone                   Pusillanime.

Capàteve                Sceglietevi.

Castorino                Soprannome dato a un tale per essersi specializzato nel commercio di questo panno e per un certo suo °paletot della stessa stoffa, che portava per metterla in vista.

Cazzabùbbelo        C**accione e bubbolone [N.d.c: due lettere sono illeggibili].

Ciabbotto                Da abbottà(re)? (Mandar giù e tacere – romanesco: abbozzare) o da: inciappottà(re)? (arruffare, fare un ciappotto, un pasticcio).

Cipricì                     Dal modo di parlar scilinguato (Qui va accentuato per caricatura il c romanesco).

Ciricì                       Soprannome tratto da una parola in gergo, colla quale si avverte chi è presente a un discorso fatto a terza persona, che ciò che le si sta dicendo è detto per celia (è un ciricì, un artificio) e s'invita a secondarlo.

Cirifischio               Dal modo di parlar scilinguato.

Crivellotto               Dal modo di camminar dritto e rigido. Gli ebrei hanno di solito un'andatura abbandonata: quando vedono uno di loro andar dritto, lo dicono impettito e lo chiamano Crivellotto (nota stoffa di cotone assai salda, usata dai sarti).

Cupelletto              Da: cupella (coppella, barilletto).

Cuscusù                Il cuscusù è una specie di minestrone fatto di molti e vari ingredienti (il Kùscus degli arabi) in uso specialmente fra gl iebrei di Livorno e della Toscana. Ma è anche un soprannome come: Sguazzapuglio.

Daddeo V. Doddò.

Doddò                   Le ultime due voci vogliono imitare il modo di chi si impunti nel parlare (Daddeo, da Taddeo). E tutta la sfilza di questi nomi (le cui iniziali corrispondono a quelle delle prime lettere ebraiche - alèf, bèd, ghìmel, dàled) e che vanno a incespicare in quel daddeoddoddò, deve esser detta rapidamente, uso Magna-torà. - Anche i nomi della strofa che segue – e delle successive – van detti tutti di seguito con rapidità sempre crescente.

Gadièl V. Doddò.

Giochà                   Soprannome (ora di famiglia) al quale si riferiscono alcuni modi popolari.

Gnagneregnà         La maggior parte di questi ultimi soprannomi, insieme a molti altri dello stesso genere ed anche più bizzarri (vivea fino a poco tempo fa un: Gnu-gni-gnò, materassaio) risponde a un certo modo di parlare fra il lemme lemme e il piagniucoloso, molto comune fra gli ebrei di Roma.

Gnaó                      Verso del gatto.

Griccio Vale:           impetuoso, furioso [non sappiamo se per significazione diretta o per riflesso di una tale soggetto ad accessi d'ira morbosa, che aveva questo nomignolo. - Letteralmente: riccio, ricciuto; ma si dice anche: aggricciar le carni, per rabbrividire, e: gricciore (o: griccior de carni) per: gricciolo, brivido, spavento].

Guarpa                   greve, direbbero i romaneschi: che accentua quasi per mostra il parlare e i modi del popolo.

Machhellone          Michelone.

Magna-Moscè       Soprannome dato, crediamo, ad un tale per queste parole che ripeteva sempre a tavola ad un suo figliuolo per inciterlo a mangiare.

Magna-Torà           Così era chiamato un tal officiante, che solea recitar le orazioni (la Torà) tanto rapidamente, da mangiar mezze le parole.

Mallachhì              Da: Mallàch (Angelo).

Miccio                    Vale: miccia e si dice per chi sia facile accendersi d'ira (ammiccioso).

Mossiù Cacò         Soprannome che risale al generale Cacault delle truppe presidiarie francesi al tempo della Repubblica Gallo-Romana.

Mucchetto             Da: mucco (muso).

Ngkòmmere          Lo Svegliatore. Era quegli che andava a svegliare – chiamandoli dalla strada con una sua speciale cantilena – coloro che oper un periodo di sette settimane, dalla Pasqua alla Pentecoste, dovean recarsi al Tempio prima dell'alba per recitarvi certe speciali orazioni.

Pataccùmme         da: Patacche, macchie, fritelle [sic!].

Pera-mézza          Pera-vizza.

Piccione                Voce usata talvolta in senso osceno.

Pintalétto              Di una misera casa, si dice che è la casa de Pintalétto.

Pisazzone            Bisaccione – infagottato, goffo nel vestire.

Pisciallétto            Morbosamente impressionabile.

Pistaselci              Dal modo di camminare.

Pitale                    Vaso da notte.

Pollastrone          Si dice di uomo grasso.

Raschiamuro        Dal modo di camminare lungo il muro, quasi a raschiarlo.

Sboccato              Libero,sconcio nel parlare.

Scekezzello         Che offriva l'accensione dei lumi.

Scérpa                 Sequela, filastrocca (forse da: serqua, aspreggiato in: scérpa, quasi a ravvicinarlo a: serpa). - Si dice particolarmente di donne che abbiano e si trascinino dietro un codazzo di figli (una scerpa de scigli), specie se femmine (una scérpa de scémmeni).

Schizzo-de-zoà   Ebr.: Zoà – merda.

Sette-palaturi-de-ciorvéllo     Cacasenno,     saputone – che ha non uno ma sette cervelli, anzi sette °palature di cervello (cervello, schienali e parti annesse, che i macellai prendono in una sola palata e vendono in blocco).

Soricetto               Da sórecio (sorcio).

Spizzialetto           Spezialetto.

Sportamunnezza  Alzaimmondezza (il fratello della granata).

Sprocedato           Sfrontato (specie nel parlar libero e sconcio).

Susànne               Goffo nel vestire.

Tappo                    Piccolo di statura.

Zabbazzù              Scioccone, melenso.

Zazzoà                 Da Sazzoàn – goffo e sciocco.

Zinale                   Grembiale.

Zipeppe                Vaso da notte molto capace.

Zivitale                 Di questo Zi' Vitale e di un tale Baroccio suo amico si narra, che dopo aver passato insieme la serata, solessero accompagnarsi a casa reciprocamente andando su e giù dalla porta dell'uno a quella dell'altro senza decidersi mai a separarsi; onde, di persone che menino qualche cosa per le lunghe rimandandola dall'uno all'altro si dice: fanno come Baroccio e Zi' Vitale.











 © Adalinda Gasparini
Online dal 17/02/2022
Ultima modifica 6 maggio
2024