I 1 La moglie di un ricco si ammalò e, quando sentì avvicinarsi la fine, chiamò al capezzale la sua unica figlioletta e le disse: “Sii sempre docile e buona, così il buon Dio ti aiuterà e io ti guarderò dal cielo e ti sarò vicina.” Poi chiuse gli occhi e morì.
I 2 La fanciulla andava ogni giorno alla tomba della madre, piangeva ed era sempre docile e buona. La neve ricoprì la tomba di un bianco drappo...
I 3 ...e quando il sole l’ebbe tolto, l’uomo prese moglie di nuovo.
II 1 La donna aveva due figlie che portò con s' in casa, ed esse erano belle e bianche di viso, ma brutte e nere di cuore. Per la figliastra incominciarono tristi giorni. “Che vuole quella buona a nulla in salotto?” esse dicevano. “Chi mangia il pane deve guadagnarselo: fuori, sguattera!” Le presero i suoi bei vestiti, le diedero da indossare una vecchia palandrana grigia e la condussero in cucina deridendola. Lì doveva sgobbare per bene: si alzava prima che facesse giorno, portava l’acqua, accendeva il fuoco, cucinava e lavava. Per giunta le sorelle gliene facevano di tutti i colori, la schernivano e le versavano ceci e lenticchie nella cenere, sicché‚ doveva raccoglierli a uno a uno. La sera, quando era stanca, non andava a letto, ma doveva coricarsi nella cenere accanto al focolare. E siccome era sempre sporca e impolverata, la chiamavano Cenerentola.
II 2 Un giorno, il padre volle recarsi alla fiera e chiese alle due figliastre che cosa dovesse portare loro. “Bei vestiti,” disse la prima. “Perle e gemme,” disse la seconda.
II 3 “E tu, Cenerentola,” disse egli, “che cosa vuoi?” - “Babbo, il primo rametto che vi urta il cappello sulla via del ritorno,” rispose Cenerentola. Così egli comprò bei vestiti, perle e gemme per le due figliastre...
II 4 ...e sulla via del ritorno, mentre cavalcava per un verde boschetto, un ramo di nocciolo lo sfiorò e gli fece cadere il cappello. Allora egli colse il rametto...
II 5 ...e quando giunse a casa diede alle due figliastre quello che avevano chiesto, e a Cenerentola diede il ramo di nocciolo.
II 6 Cenerentola lo prese, andò a piantarlo sulla tomba della madre, e pianse tanto che le lacrime l’innaffiarono.
II 7 Così crebbe e divenne un bell’albero. Cenerentola ci andava tre volte al giorno, piangeva e pregava e ogni volta si posava sulla pianta un uccellino che le dava ciò che aveva desiderato.
II 8 Ora avvenne che il re diede una festa che doveva durare tre giorni, perché suo figlio potesse scegliersi una sposa. Anche le due sorellastre erano invitate, così chiamarono Cenerentola e dissero: “Pettinaci, spazzola le scarpe e assicura le fibbie: andiamo a ballare alla festa del re.”
III 1 Cenerentola ubbidì ma piangeva, perché‚ anche lei sarebbe andata volentieri al ballo, e pregò la matrigna di accordarle il permesso. “Tu, Cenerentola,” disse questa, “non hai niente da metterti addosso, non sai ballare, e vorresti andare a nozze!” Ma Cenerentola insisteva e...
III 2 ...la matrigna finì col dirle: “Ti rovescerò nella cenere un piatto di lenticchie e se in due ore le sceglierai tutte, andrai anche tu.” La matrigna le rovesciò le lenticchie nella cenere...
III 3
...ma la fanciulla andò nell’orto dietro casa e chiamò: “Dolci colombelle mie, e voi, tortorelle, e voi, uccellini tutti del cielo, venite e aiutatemi a scegliere le lenticchie:
Quelle buone me le date,
Le cattive le mangiate."
III 4 Allora dalla finestra della cucina entrarono due colombe bianche e poi le tortorelle e infine, frullando e svolazzando, entrarono tutti gli uccellini del cielo e si posarono intorno alla cenere. E le colombelle annuirono con le testine e incominciarono, pic, pic, pic, pic, e allora ci si misero anche gli altri, pic, pic, pic, pic, e raccolsero tutti i grani buoni nel piatto. Non era passata un’ora che avevano già finito e volarono tutti via.
III 5 Allora la fanciulla, tutta contenta, portò il piatto alla matrigna e credeva di poter andare a nozze anche lei.
III 6 Ma la matrigna disse: “No, Cenerentola; non hai vestiti e non sai ballare; non verrai.” Ma Cenerentola si mise a piangere, e quella disse: “Se in un’ora riesci a raccogliere dalla cenere e a scegliere due piatti pieni di lenticchie, verrai anche tu.” E pensava: “Non ci riuscirà mai.”
III 7
Quando la matrigna ebbe versato i due piatti di lenticchie nella cenere, la fanciulla andò nell’orto dietro casa e gridò: “Dolci colombelle mie, e voi, tortorelle, e voi, uccellini tutti del cielo, venite e aiutatemi a scegliere:
Quelle buone me le date,
Le cattive le mangiate.”
III 8 Allora dalla finestra della cucina entrarono due colombe bianche e poi le tortorelle ed infine, frullando e svolazzando, entrarono tutti gli uccellini del cielo e si posarono intorno alla cenere. E le colombelle annuirono con le loro testoline e incominciarono, pic, pic, pic, pic, e allora ci si misero anche gli altri, pic, pic, pic, pic, e raccolsero tutti i grani buoni nei piatti. E non era passata mezz’ora che avevano già finito e volarono tutti via.
III 9 Allora la fanciulla, tutta contenta, portò i piatti alla matrigna e credeva di potere andare a nozze anche lei.
III 10 Ma la matrigna disse: “E’ inutile: tu non vieni, perché‚ non hai vestiti e non sai ballare; dovremmo vergognarci di te.” Così detto se ne andò con le sue due figlie.
III 11
Rimasta sola, Cenerentola andò alla tomba della madre sotto il nocciolo, e gridò:
“Scrollati pianta, stammi a sentire,
d’oro e d’argento mi devi coprire!”
Allora l’uccello le gettò un abito d’oro e d’argento e scarpette trapunte di seta e d’argento.
III 12 Cenerentola indossò l’abito e andò a nozze. Ma le sorelle e la matrigna non la riconobbero e pensarono che fosse una principessa sconosciuta, tanto era bella nell’abito così ricco. A Cenerentola non pensarono affatto, e credevano che se ne stesse a casa nel sudiciume. Il principe le venne incontro, la prese per mano e danzò con lei. E non volle ballare con nessun’altra; non le lasciò mai la mano, e se un altro la invitava diceva: “E’ la mia ballerina.”
III 13 Cenerentola danzò fino a sera, poi volle andare a casa. Il principe disse: “Vengo ad accompagnarti,” perché‚ voleva vedere da dove veniva la bella fanciulla, ma ella gli scappò e balzò nella colombaia.
III 14 Il principe allora aspettò che ritornasse il padre e gli disse che la fanciulla sconosciuta era saltata nella colombaia.
III 15 Questi pensò: Che sia Cenerentola? e si fece portare un’accetta e un piccone per buttar giù la colombaia; ma dentro non c’era nessuno.
III 16 E quando rientrarono in casa, Cenerentola giaceva sulla cenere nelle sue vesti sporche e un lumino a olio ardeva a stento nel focolare. Ella era saltata velocemente fuori dalla colombaia ed era corsa al nocciolo; là si era tolta le belle vesti, le aveva deposte sulla tomba e l’uccello le aveva riprese; ed ella nella sua palandrana grigia si era distesa sulla cenere in cucina.
III 17
Il giorno dopo quando la festa ricominciò e i genitori e le sorellastre erano di nuovo usciti, Cenerentola andò sotto al nocciolo e gridò:
“Scrollati pianta, stammi a sentire,
d’oro e d’argento mi devi coprire!”
Allora l’uccello le gettò un abito ancora più superbo del primo.
III 18 E quando comparve a nozze così abbigliata, tutti si meravigliarono della sua bellezza. Il principe l’aveva aspettata, la prese per mano e ballò soltanto con lei. Quando la invitavano gli altri, diceva: “Questa è la mia ballerina.”
III 19 La sera ella se ne andò e il principe la seguì per sapere dove abitasse; ma ella fuggì d’un balzo nell’orto dietro casa. Là c’era un bell’albero alto da cui pendevano magnifiche pere; svelta, ella vi si arrampicò e il principe non sapeva dove fosse sparita.
III 20 Ma attese che arrivasse il padre e gli disse: “La fanciulla sconosciuta mi è sfuggita e credo che si sia arrampicata sul pero.”
III 21 Il padre pensò: Che sia Cenerentola? Si fece portare l’ascia e abbatté‚ l’albero, ma sopra non vi era nessuno.
III 22 E quando entrarono in cucina, Cenerentola giaceva come al solito sulla cenere: era saltata giù dall’altra parte dell’albero, aveva riportato le belle vesti all’uccello sul nocciolo, e aveva indossato la sua palandrana grigia.
III 23
Il terzo giorno, quando i genitori e le sorelle se ne furono andati, Cenerentola tornò alla tomba di sua madre e disse all’alberello:
“Scrollati pianta, stammi a sentire,
d’oro e d’argento mi devi coprire!”
Allora l’uccello le gettò un vestito così lussuoso come non ne aveva ancora veduti, e le scarpette erano tutte d'oro.
III 24 Quando ella comparve a nozze, la gente non ebbe più parole per la meraviglia. Il principe ballò solo con lei; e se qualcuno la invitava, egli diceva: “E’ la mia ballerina.”
III 25 Quando fu sera Cenerentola se ne andò; il principe voleva accompagnarla ma ella gli sfuggì. Tuttavia perse la sua scarpetta sinistra, poiché‚ il principe aveva fatto spalmare tutta la scala di pece e la scarpa vi era rimasta appiccicata. Egli la prese...
III 26 ...e, con essa, si recò il giorno seguente dal padre di Cenerentola e disse: “Colei che potrà calzare questa scarpina d’oro sarà mia sposa.”
IV 1 Allora le due sorelle si rallegrarono perché‚ avevano un bel piedino.
IV 2 La maggiore andò con la scarpa in camera sua e voleva provarla davanti a sua madre.
IV 3 Ma la scarpa era troppo piccola e il dito grosso non le entrava; allora la madre le porse un coltello e disse: “Tagliati il dito: quando sarai regina non avrai più bisogno di andare a piedi.”
IV 4 La fanciulla si mozzò il dito, serrò il piede nella scarpa e andò dal principe.
IV 5 Egli la mise sul cavallo come sua sposa e partì con lei.
IV 6 Ma dovettero passare davanti alla tomba; sul nocciolo erano posate due colombelle che gridarono:
IV 7
V oltati e osserva la sposina:
ha del sangue nella scarpina,
per il suo piede è troppo stretta.
Ancor la sposa in casa t’aspetta.
IV 8 Allora egli le guardò il piede e ne vide sgorgare il sangue. Voltò il cavallo, riportò a casa la falsa sposa e disse:
IV 9 “Questa non è quella vera; l’altra sorella deve provare la scarpa.”
IV 10 Questa andò nella sua camera e riuscì a infilare le dita nella scarpa, ma il calcagno era troppo grosso.
IV 11 Allora la madre le porse un coltello e le disse: “Tagliati un pezzo di calcagno: quando sarai regina non avrai bisogno di andare a piedi.”
IV 12 La fanciulla si tagliò un pezzo di calcagno, serrò il piede nella scarpa e andò dal principe.
IV 13 Questi la mise sul cavallo come sposa e andò via con lei.
IV 14 Ma quando passarono davanti al nocciolo, le due colombelle gridarono:
IV 15
Voltati e osserva la sposina:
ha del sangue nella scarpina,
per il suo piede è troppo stretta.
Ancor la sposa in casa t’aspetta.
IV 16 Egli le guardò il piede e vide il sangue sgorgare dalla scarpa, sprizzando purpureo sulle calze bianche. Allora voltò il cavallo e riportò a casa la falsa sposa.
V 1 “Questa non è quella vera,” disse. “Non avete un’altra figlia?” - “No,” rispose l’uomo, “c’è soltanto una piccola brutta Cenerentola della moglie che mi è morta: ma non può essere la sposa.” Il principe gli disse di mandarla a prendere...
V 2 ...ma la matrigna rispose: “Ah no, è troppo sporca, non può farsi vedere.”
V 3 4 Ma egli lo volle assolutamente e dovettero chiamare Cenerentola.
V 5 Ella prima si lavò ben bene le mani e il viso, poi andò e si inchinò davanti al principe...
V 6 ...che le porse la scarpina d’oro. Allora ella si tolse dal piede il pesante zoccolo, l’infilò nella scarpetta e spinse un poco: le stava a pennello. E quando si alzò, egli la riconobbe e disse: “Questa è la vera sposa!”
V 7 La matrigna e le due sorellastre si spaventarono e impallidirono dall’ira ma egli mise Cenerentola sul cavallo e se ne andò con lei.
V 8 Quando passarono davanti al nocciolo,
V 9
le due colombelle bianche gridarono:
Volgiti e guarda la sposina,
non c’è più sangue nella scarpina,
calza il piedino in modo perfetto.
Porta la sposa sotto il tuo tetto.”
V 10 E, dopo aver detto queste parole, scesero in volo e si posarono sulle spalle di Cenerentola, una a destra e l’altra a sinistra, e lì rimasero. Quando stavano per essere celebrate le nozze con il principe, arrivarono le false sorellastre: esse volevano ingraziarsi Cenerentola e partecipare alla sua fortuna. All’entrata della chiesa, la maggiore si trovò a destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra.
V 11 Allora le colombe cavarono un occhio a ciascuna. Poi, all’uscita, la maggiore era a sinistra e la minore a destra; e le colombe cavarono a ciascuna l’altro occhio. Così esse furono punite con la cecità per essere state false e malvage.