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Narratemi di tutte queste cose signore Muse che state sull’Olimpo, |
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dite chi nacque prima fra gli
dei. In verità per primo nacque il Caos, e poi la Terra dall’immenso corpo casa di tutti eterna che non crolla, di tutti gli immortali dei beati, che stanno sulla vetta dell’Olimpo, monte santo di neve incoronato, dopo nacque il nascosto sotterraneo, Tartaro Inferno d’ogni luce muto, sotto la Terra dalle larghe vie, |
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nacque poi il più bello
degli dei: Eros che scioglie le membra e che doma nel cuore dei beati e dei mortali i pensieri e i propositi sensati. Dal Caos nacquero il Buio e la Notte, |
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e la Notte in amore
mista al Buio; la Terra generò per suo compagno il vasto Cielo trapunto di Stelle, che tutta la stringeva fra le braccia, casa eterna incrollabile di dei. |
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[...] Tutti questi terribili figlioli nati da madre Terra unita al Cielo erano odiati dal loro genitore fin dal primo momento della vita, |
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e appena nati li teneva
nascosti senza luce, non li faceva uscire, costringendoli a stare chiusi in seno, neonati seppelliti nella madre, nel seno grande della madre Terra, e intanto gongolava il padre Cielo della sua azione cattiva: la prima. |
160 | La grande Terra
mugolava oppressa dal peso dei terribili neonati: furba e cattiva escogitò una cosa. Rapida fece la pallida materia del ferro adamantino, ed una falce grande forgiò, dalla lama affilata, poi si rivolse ai suoi cari figlioli, li incoraggiò con la pena nel cuore: - Figli miei - disse - e dello scellerato, se vi fidate della vostra madre, |
165 | possiamo vendicarci
dell’offesa che vi fa il padre vostro, che è cattivo: ha inventato l’azione scellerata. - Così parlò, li scosse la paura e restarono lì senza parole. Ma le rispose coraggioso Cronos, che nutriva pensieri sinuosi, alla sapiente disse il grande figlio: |
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- Madre, io ti prometto
che l’impresa porterò a fondo, non mi importa nulla del padre Cielo, cattiva noméa: ha inventato l’azione scellerata. - Così parlò, alla Terra dei prodigi balzò di gioia il cuore, madre Terra lo mandò a nascondersi ben pronto con la falce affilata nelle mani |
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istruendolo in tutto
per l’agguato. Quando discese portando la notte il vasto Cielo sulla Terra madre, di Desiderio amoroso avvolgendo in ogni parte la sua immensa sposa, Cronos balzò fuori dal nascondiglio, per afferrarglielo con la sinistra mentre la destra brandiva la falce, |
180 |
strumento prodigioso,
denti aguzzi: afferrò e troncò di netto il fallo del caro padre, e lo scagliò lontano rapido dietrò a sé, non volò invano dalla sua mano sulla Terra sposa, che s’impregnò di ogni goccia di sangue, e col passar degli anni mise al mondo |
185 |
le fortissime Erinni e
i giganti, immensi corpi armati rilucenti, lunghissime brandiscono le lance, diede alla luce anche le Ninfe Melie, così sono nomate sulla Terra. Tagliato con la falce adamantina e scagliato da Terra cadde in Mare, che smania con le onde e mai si stanca, |
190 |
e il Mare lo portò per
tanto tempo: dalla carne immortale del dio Cielo, tutt’intorno sgorgava spuma bianca, nella spuma cresceva una fanciulla: la portò il Mare come in una culla a Citera, in questa isola prima si mostrò agli abitanti fortunati, poi giunse a Cipro lambita dalle onde. Salì dal mare la dea venerata, dove poggiava i morbidi piedi |
195 |
crescevano erbe,
sbocciavano fiori: presso i beati e gli uomini mortali è nomata Afrodite questa dea che è nata e si è nutrita nella spuma, e Citerea dalla bella corona, perché a Citera si mostrò dapprima, e Ciprigna, perché a Cipro è nata, sull’isola lambita dalle onde, |
200 |
poi nomata la dea è
Falloamante, perché dal fallo è stata generata. Eros lo Scioglimembra l’accompagna, e Desiderio bello le sta accanto, da quando è nata e ha volto i suoi passi verso gli dei beati sempiterni. |
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[...] Da madre Terra e dal padre Cielo, che ha il vasto manto trapunto di Stelle, Cronos aveva saputo il suo destino: |
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per quanto fosse
forte gli toccava essere sottomesso da un suo figlio, - Zeus sapiente dai molti consigli - e da allora teneva gli occhi aperti. Senza dormire mai il padre Cronos vigile trangugiava tutti i figli: Fluente ne pativa un gran dolore. Quando mancava poco al sacro parto di Zeus sovrano di uomini e di dei, la dea pregò i suoi cari genitori, |
476 |
la Terra prodigiosa e
l’alto Cielo, li supplicò di escogitare un piano per nascondere il suo caro neonato e vendicare le Erinni del padre e dei figli che aveva trangugiato il grande Cronos, mente sinuosa. Sentirono la figlia, la esaudirono |
475 |
decisero per lei come
dar corso al destino di Cronos e del figlio ardimentoso che veniva al mondo. Mandarono il bambino appena nato all’isola di Creta, terra grassa, a Litto Zeus appena partorito la Terra accolse nell’immenso seno |
480 |
per allattare e
crescere il bambino. Venne veloce nella notte nera portando a Litto il neonato bambino, lo prese fra le braccia e lo nascose in un antro scosceso, fra i burroni sotto la Terra santa dei prodigi, sul monte Egeo di boschi ammantato. |
485 |
Grande una
pietra in fasce mise in mano al primo re degli immortali, Cronos, figlio del cielo, grandissimo dio. Cronos prese la pietra con le mani e se la mise nel corpaccio orrendo: non pensava che illeso alle sue spalle |
490 |
suo figlio era salvato
da una pietra, e l’avrebbe sconfitto e sottomesso con azioni di forza e di violenza togliendogli l’onore di regnare fra gli dei beati sempiterni. Ogni giorno crescevano le forze e le nobili membra al re bambino: e al passare degli anni il padre Cronos dalla mente complessa e sinuosa tratto in inganno dai suggerimenti intelligenti della scaltra Terra |
495 rigettò
tutti i suoi figli costretto dall’arte e dalla forza di Zeus grande. |
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Traduzione di Adalinda Gasparini, vedi online |
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