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Un giorno il re andò
da un oracolo per farsi predire il futuro e
l’oracolo disse: “Guardati
dal figlio di tua figlia”. Così, quando la
principessa Danae, figlia del re, partorì un
bambino e gli
mise nome Perseo, il re fece rinchiudere
figlia e nipotino in una cassa di legno,
ordinando alle guardie di gettarla in mare. La
cassa, dopo essere stata tre giorni in mare,
arrivò nella spiaggia di un’isola dove un
pescatore la prese e la portò dal re
dell’isola, Polidette. Il re aprì la cassa e
ne uscì fuori, bagnata, stanca ma splendente
di bellezza, la principessa Danae col piccolo
Perseo in braccio. Il re si innamorò
immediatamente di Danae e le chiese di
sposarlo ma la principessa gli disse che non
le piaceva neanche un po’ e rifiutò così la
proposta. Il re, rimasto di sasso, si infuriò
e ordinò alle sue guardie di arrestare Danae e
farla diventare sua schiava. Il piccolo Perseo
si trovò così a crescere come figlio di una
schiava, diventando col passare degli anni,
sempre più bello, forte e generoso. Il re,
trascorso un po’ di tempo, iniziò a
preoccuparsi, temendo che Perseo volesse
vendicarsi delle prepotenze subite. Mandò
allora a chiamare Perseo e gli disse: “Visto
che sei così forte e coraggioso, ti affido un
compito: devi liberare il mondo dal mostro
Medusa che da anni semina il terrore fra gli
uomini. Và dunque e uccidilo!”. Medusa era stata un
tempo una splendida fanciulla ma una dea,
gelosa della sua bellezza, l’aveva tramutata
in un essere orribile e spietato: sul capo, al
posto dei capelli, aveva cento serpenti
sibilanti e velenosi e chiunque aveva la
sventura di incontrare il suo sguardo,
diventava una statua di pietra.
Tornato
a scuola,
l'insegnante,
che stava
frequentando
il corso
nell'ambito
delle Chiavi
della città Il
mito come
espressione
corale, ha
rinarrato la
storia di
Perseo e
Andromeda
secondo questa
sua versione,
poi ha chiesto
ai bambini e
alle bambini
di disegnare
quel che
volevano. I
disegni, che
non sono stati
organizzati né
presentati
secondo i
criteri della
versione
collettiva, rappresentano
una bella
testimonianza
della
risonanza che
può avere il
mito nella
scuola
materna. Le didascalie
sotto ai disegni
riproducono quello che ha
annotato l'insegnante sui
disegni, avendo chiesto ai
bambini chi avessero
rappresentato. Altre
notazioni sono nostre, e
datano come l'ultima
revisione di questa
pagina.
Osserviamo che la maggior
parte dei disegni
rappresenta diversi
personaggi su un unico
piano, come attori
teatrali che si presentano
tutti insieme alla fine
della loro
rappresentazione. Alcuni
disegni invece potrebbero
costruire agevolmente una
sequenza narrativa,
rappresentando momenti
particolari della storia.
Cosa induce i bambini a
privilegiare una sequenza
narrativa, un motivo - o
una funzione, nei termini
di Propp - invece che
personaggi staccati dalla
loro storia?
Durante questa revisione
non sono riuscita a
resistere al desiderio di
costruire ora una versione
collettiva dai bellissimi
disegni raccolti da Paolo
Anselmi. Legati da una
struttura narrativa, i
disegni dei bambini,
nessuno escluso, formano
un coro, la versione
collettiva. Slegati uno
dall'altro parlano uno ad
uno, separati: non si
chiamano, non si
rispondono, non formando
una storia. Mi è spesso
capitato, presentando ai
bambini, con l'aiuto di un
videoproiettore, la loro
versione collettiva, che
qualcuno di loro esclami:
Come siamo stati bravi!
o anche: Mi pareva di
essere al cinema!
Capita anche che i bambini
chiedano di disegnare e di
scrivere nuovamente:
purtroppo non ho trovato
modo di fare interventi
più lunghi: si tratterebbe
della secondaversione
collettiva dei bambini,
basata sulla loro prima
versione... chissà che non
possiamo riuscire a
farlo. Quest'anno è nato,
ed è in corso di
realizzazione, un progetto
che unirebbe alla fiaba,
la rappresentazione
teatrale, nella quale si
realizzerebbe una versione
collettiva non scritta né
disegnata, ma
rappresentata, e magari
filmata. Progetti come
sogni, panorami di lavoro
che a volte si ha la
costanza e la fortuna di
realizzare.
PERSEO
E IL MOSTRO MEDUSA
RACCONTO DELL'INSEGNANTE
C’era una volta un re
di nome Acrisio che regnava su una città
chiamata Argo.
Un bel giorno, mentre stava sorvolando il mare,
Perseo vide una bella fanciulla di nome
Andromeda che piangeva disperatamente perché era
incatenata ad uno scoglio e un drago marino, a
pochi passi da lei, minacciava di divorarla con
tutta la bocca spalancata. Perseo si buttò giù a
capofitto ed uccise il mostro con un sol colpo
di spada. Liberò la fanciulla e la condusse in
salvo, portandola a riva. I due giovani si
guardarono negli occhi: questo bastò per farli
innamorare l’uno dell’altra. Perseo voleva
abbracciare Andromeda ma aveva le mani coperte
di sangue e così andò a lavarsele nel mare. Posò
la testa di Medusa su un tappeto di ramoscelli
portato a riva dalle onde del mare e come per
magìa questi si tinsero prima di rosa poi di
rosso lucente: i ramoscelli erano diventati
splendidi coralli… il dono di Medusa ai due
innamorati.
DISEGNI
DEI BAMBINI
Click sui disegni per ingrandirli.
IL CAVALLO PEGASO
IL PADRE DI PERSEO TRASFORMATO IN PIETRA - LA
PRINCIPESSA DI CUI SI ERA INNAMORATO PERSEO -
PERSEO - MEDUSA
Titolo dell'insegnante: Polidette
pietrificato, Andromeda, Perseo, Medusa
anguicrinita
MEDUSA - IL RE TRASFORMATO IN PIETRA
IL CAVALLO - PERSEO
Titolo dell'insegnante: Medusa, Pegaso,
Polidette pietrificato, Perseo
MEDUSA - LA PRINCIPESSA - IL PESCATORE - IL RE
IL CAVALLO PEGASO - PERSEO
Titolo dell'insegnante: Medusa, Pegaso,
Andromeda, Pescatore, Perseo, Polidette
titolo dell'insegnante: Andromeda condotta a
morte
LA PRINCIPESSA CON IL BAMBINO IN BRACCIO - PERSEO
- IL CAVALLO
Titolo dell'insegtnante: Andromeda col bambino,
Perseo e Pegaso
MEDUSA
Titolo dell'insegnante: Medusa anguicrinita
IL CASTELLO - LA PORTA - LA STATUA DI PIETRA
Titolo dell'insegnante: Polidette pietrificato
davanti al castello
MEDUSA
Titolo: Medusa anguicrinita davanti al castello
LA
MAMMA DI PERSEO - MEDUSA
Titolo dell'insegnante: Danae e Medusa
anguicrinita
UN
SIGNORE TRASFORMATO IN STATUA DI PIETRA - MEDUSA
- IL CAVALLO PEGASO - IL RE PIETRIFICATO
Titolo dell'insegnante: Un signore pietrificato,
Medusa anguicrinita, Pegaso e Polidette
pietrificato davanti al castello
Titolo dell'insegnante: Perseo a cavallo di
Pegaso
MEDUSA
Titolo dell'insegnante:
Il bambino potrebbe aver disegnato tre edifici
per aver sentito che Medusa aveva tre sorelle,
le altre due Gorgoni.
MEDUSA
Titolo dell'insegnante: A
LA
PRINCIPESSA - PERSEO
Titolo dell'insegnante: O
Chissà cosa voleva raccontarci questo bambino
disegnando Perseo con la spada puntata non su
Medusa o sul drago, ma contro la principessa,
che si piega all'indietro per evitare il colpo?
Ma siccome consideriamo improbabile questa
inversione, guardando meglio ipotizziamo che la
bambina abbia disegnato Medusa - la figura ha
una chioma indubbiamente anguicrinita -
chiamandola poi la principessa. Quel che è certo
è che le favole, sia miti, sia fiabe, sono
strumenti potenti per parlare ai bambini,
invitarli a parlare, ascoltarli, comprenderli.
IL MARE
- LA CAPANNA
PERSEO CHE TAGLIA LA TESTA A MEDUSA
Titolo dell'insegnante:
IL MARE
MEDUSA - PERSEO
Titolo dell'insegnante: O
LA
MAMMA E IL BAMBINO NELLA TOMBA
Titolo dell'insegnante: Danae sepolta viva
con Perseo bambino
MEDUSA
Titolo dell'insegnante: Medusa
anguicrinita contenuta in una rete
VERSIONE
COLLETTIVA CON I DISEGNI DEI BAMBINI DI ADALINDA GASPARINI, 23 NOVEMBRE 2018 Click sui disegni per ingrandirli. |
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Il dio Giove amò la bellissima principessa Danae e la mise incinta. Ma quando nacque il bambino il re padre di Danae volle uccidere la figlia e il nipote, che si chiamava Perseo, perché gli era stato predetto che il nipote fosse cresciuto gli avrebbe rubato il trono. Così seppellì la principessa e il bambino sotto terra. Ma Andromeda e il suo bambino riuscirono a salvarsi, e furono ospitati dal re straniero Polidette. |
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Il re Polidette però voleva sposare Danae, e per questo mandò via suo figlio Perseo, dicendogli di andare a tagliare la testa a Medusa, che era una delle tre Gorgoni. Medusa era bella e le sue sorelle brutte. Un dea gelosa le aveva trasformato i magnifici capelli in serpenti, e chiunque la guardasse diventava una statua di pietra. |
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Polidette sperava di far morire Perseo per prendere in moglie sua madre Danae, ma si sbagliava. |
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Perseo era un eroe e un semidio, perché era figlio del grande Giove, poi aveva armi magiche e così riuscì nell'impresa di uccidere Medusa tagliandole la testa. Dalla testadi Medusa nacque il cavallo alato Pegaso. Perseo prese la testacome arma e Pegaso come cavalcatura. |
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Partì in volo sul cavallo alato Pegaso e andò a fare i conti col re Polidette, che pretendeva di sposare sua madre |
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Perseo arrivò volando nel regno di Polidette, liberò sua madre e trasformò in pietra quel re prepotente |
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Poi volando In un altro regno c'era una principessa che avevano arrestato e portato sugli scoglie dove sarebbe venuto un drago e l'avrebbe divorata. |
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Ma con le sue armi magiche e il suo coraggio Perseo liberò Andromeda uccidendo il drago, e il re padre della principessa gliela diede in sposa. |
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Qui si vedono tanti personaggi:che possiamo salutare: Medusa, la principessa, il pescatore, il re, il cavallo Pegaso cone le ali e l'eroe Perseo |
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MEDUSA E DANAE: UNA
VARIANTE INTRODOTTA DA UNA BAMBINA DELLA CLASSE |
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E se invece la storia fosse tutta
diversa? La bambina che ha fatto questo disegno
rappresenta uno scambio fra Medusa, a destra, con
capelli o serpenti verdi e gialli, e la madre di Perseo,
Danae, amata e fecondata da Giove. I capelli di Medusa
sono serpenti? O sono i petali di una fiore? La sta
uccidendo o la sta accarezzando? Il serpente è allo
stesso tempo simbolo di morte, per il suo veleno e per
le sue spire soffocanti, e di vita, come nel simbolo
dell'ouroboros. L'espressione conferita alle due
creature da questa bambina di scuola materna sembra
promettere qualcosa di buono: le auguriamo di averlo
coltivato, potrebbe significare qualcosa di buon per il
rapporto del suo femminile col materno.
Non credo ci sia nulla di più di un'assonanza fra Medusa e Medea, quel che so è che al fondo della donna, nel suo grembo, c'è la radice dei sogni, perché c'è la radice di ogni nuova vita. E la vita è tale perché è delimitata dall'inesistenza che precede la nascita, e dalla morte. La mente stessa della donna ha l'attitudine a ospitare qualcosa di cui ancora non conosce il contorno, perché la vita che si rinnova ha bisogno di una gestazione. Occorre saper attendere senza sapere chi, senza dominare quel che cresce dentro, occorre sopportare incertezza e paura, perché solo nell'intimità più segreta dell'essere si forma una vita nuova, solo accettando un rischio - di questo ha bisogno ogni nuova opera, ogni nuovo pensiero. Medea, figlia del re Eeta, che ha Circe come zia e il Sole come nonno, è farmaco, guarisce e uccide, fa tornare in vita e ringiovanire chi ama ed elimina chi ostacola il suo cammino. Medusa è bellissima, la sua chioma irresistibile seduce il dio del mare Poseidon/Nettuno, che la prende nel tempio di Atena. Per la sua potenza seduttiva invade l'area sacra alla vergine Atena, dea dell'intelligenza e delle preziose arti domestiche femminili. La dea trasforma la sua chioma magnifica in un volgolo serpenti, e conferisce al suo sguardo la potenza di pietrificare chi guarderà, chi la guarderà. Senza dimenticare che dopo l'impresa di Perseo il capo mozzato di Medusa viene posto da Atena sul suo scudo, arma potentissima per il potere pietrificante. Potenza eccessiva in Medusa, come in Medea, una potenza del femminile esorbitante rispetto ai confini fissati dagli dei, quindi intollerabile per gli immortali. Allo stesso modo Aracne è trasformata in ragno, perché ha osato gareggiare con Atena nella tessitura e nel ricamo, e vincerla. Così Marsia, che per i mortali aveva superato Apollo nella musica, che nel giudizio delle muse era pari al dio, viene scorticato. Il mito sanziona con la morte, o la metamorfosi in creature non più umane, chiunque sfidi gli dei e li vinca. Ma nel mito sono immortali, come nei disegni dei bambini in cui Medusa e Acrisio, e Andromeda e Perseo e Pegaso sono tutti insieme come gli attori che ricevono gli applausi alla fine della commedia come della tragedia. Ci ricordano, al di là e al di qua di ogni possibile itnerpretazione, quanto della nostra condizione sia molteplice, incerto, fluttuante. I bambini, più degli adulti, sanno comprendere questa mobilità del senso, che si ferma, si solidifica, ed è subito pronto a sciogliersi e scorrere calmoo vorticoso verso nuove forme. Per questo le favole e i miti, dove i confini della vita quotidiana sono permeabili in entrambe le direzioni, il bello e il brutto, il povero e il ricco, lo sciocco e l'astuto, e perfino il mortale e l'immortale, possono trasformarsi uno nell'altro, quasi incessantemente. Come i sogni notturni sono indispensabili al nostro equilibrio, lo ripetiamo, i sogni a occhi aperti, le favole, i miti, la letteratura, l'arte tutta, sono indispensabili alla nostra vita. Non goderne e non riconoscerne il valore non significa essere più concreti, ma diventare preda di figure e storie misere, d'accatto. C'è a Firenze una statua che non è mai stata spostata, eppure il committente non è stato soddisfatto del senso dell'opera, pur magnifica. Perseo, che Cosimo I avrebbe voluto come suo rappresentante, leva la testa di Medusa in grado di pietrificare i nemici della Signoria, interni ed esterni a Firenze. Ma Perseo ha lo stesso volto di Medusa, e come lei è pensoso, triste. Nulla del trionfatore commissionato dal granduca. E per giunta, con le forme di un elmo, sulla nuca di Perseo Cellini stesso si è ritratto. (Vedi anche, in questo sito, La favola di Perseo e Medusa). |