Pinto
Smauto (e-book con testo originale e traduzione
italiana a fronte:
http://www.fairitaly.eu/joomla/Fabulando/Panepinto/Panepinto-IT.html) |
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Ecco il mio racconto:
C’era una volta una principessa molto
brava a cucinare, in particolare i dolci. Un
giorno suo padre doveva intraprendere un
viaggio e le chiese cosa avrebbe voluto in
dono. Lei gli chiese zucchero e mandorle, e
con questo dopo lavorò per impastare un
principe di marzapane. Lo face bellissimo,
biondo e con gli occhi azzurri. Era così
bello, che lei decise di pregare la dea
dell’Amore per farlo vivere, perché aveva
sentito che a Cipro una statua aveva
cominciato a vivere grazie all’intervento
della dea.
Il padre si stupì a vedere uscire un giovane
così bello dalla stanza della figlia, ma lei
gli spiegò che si trattava del suo futuro
marito. Si celebrarono così le nozze, ma il
principe fuggì su una carrozza con sei
cavalli, e la principessa fu costretta ad
andarlo a cercare. Mentre viaggiava, incontrò
una vecchia strega che le regalò delle formule
magiche. A causa del lungo viaggio le sue
vesti si sciuparono e lei sembrava a tutti una
pezzente. Arrivò infine in un castello e
scoprì che il suo amato si trovava lì.
Pronunciando le famose formule magiche, una
alla volta, riuscì a convincere la nuova
moglie a cedergli il marito per una notte in
cambio di ricchi doni. Alla fine della terza
notte, lui capì chi fosse questa donna che lo
aveva cercato a lungo, rubò tutte le ricchezze
che la regina aveva sottratto alla sua prima
moglie e insieme uscirono dal regno. Trovarono
il re, il padre della principessa, in ottima
salute e vissero tutti felici e contenti
perché, come dice il proverbio, chi la fa
l’aspetti.
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Questa è la storia
di Betta, bambina ribelle e capricciosa,
figlia di un mercante che volendo maritarla
assecondava i suoi desideri. Dovendo recarsi
ad una fiera esaudì le richieste della figlia
portando zucchero a velo, mandorle, perle e
quant'altro lei avesse richiesto. La figlia
ritiratasi nella sua stanza con tutto quel ben
di dio ne fece un pupazzo che, meraviglia
delle meraviglie, diventò un bel principe.
Presentato questo bel ragazzo al padre,
anch'egli stupefatto di tanta bellezza, decise
di acconsentire alle nozze. Le nozze avvennero
in gran pompa. Il principe, creato dalle mani
di Betta, brillava di bellezza, ingenuità e
inesperienza delle cose del mondo. Così venne
concupito dalle invitate in cerca di marito e
con un espediente fatto salire su una carozza
da una nobildonna che se lo portò al proprio
castello. Betta non si perse d'animo e
intraprese un viaggio nel quale ebbe un
incontro provvidenziale, seppur causale, di
una vecchia che le suggerì tre frasi fatte di
parole incomprensibili.
Nel suo
peregrinare Betta si presentò ad un castello,
proprio quello in cui il principe aveva ormai
trovato dimora come sposo di chi lo aveva
rapito. Usando le parole che la vecchia le aveva
suggerito, Betta per ben tre volte riuscì a
materializzare dei tesori (un uccello magnifico,
sete e tessuti preziosi) che fecero gola alla
Padrona di casa, che in cambio le fece passare
la notte con il principe. Dopo la delusione
delle prime due notti in cui il suo amato se la
dormì della grossa però Betta riuscì a farsi
riconoscere e a raggiungere il suo scopo.
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Un padre aveva
una figlia molto bella e il suo più grande
desiderio era vederla sposata.
Un
giorno la figlia gli disse "se mi vuoi bene
Padre prendimi: le mandorle di Palermo, dello
zucchero dolcissimo, delle perle e degli zaffiri
ed infine dei fili d'oro", il padre stupito
dalla richiesta partí per questo viaggio per
prendere i regali alla figlia.
Al rientro
del padre la figlia corse ad accoglierlo, prese
i suoi doni, corse in camera e vi si chiuse.
Iniziò ad
impastare la pasta di mandorle, e impastava e
impastava, ne fece braccia, gambe, un bel busto
e un viso delicato in cui mise capelli d'oro,
denti di perla e occhi color zaffiro; tanto
pregò e pianse su quell'uomo di marzapane che
gli dei l'ascoltarono e gli diedero vita.
Appena
Pintosmalto prese vita la principessa corse
fuori dalla sua stanza tenendolo per mano per
andare a presentare il suo principe al padre Re.
"Padre ecco
il mio sposo", il Re felice accettò di celebrare
le nozze il giorno dopo. Al ricevimento
arrivarono tutti i reali dei regni vicini tra
cui una splendida regina, la quale vedendo
Pintosmalto se ne innamorò immediatamente.
Durante il
ricevimento Pintosmalto accompagnò ogni dama dei
regni lontani e vicini alla carrozza, tra cui
anche la bellissima regina.
Pintosmalto,
ancora ignaro degli intrighi del mondo, fu
ingannato dalla Regina, la quale arrivati alla
carrozza lo baciò dicendogli che per quello ora
lei era sua moglie, salirono sulla carrozza
entrambi alla volta del regno di lei.
La bella
principessa sposa non vedendo Pintosmalto
tornare iniziò a preoccuparsi, lo cercò in tutto
il regno ma non trovandolo decise di travestirsi
da mendicante e andare a cercarlo sotto mentite
spoglie per il mondo.
Un giorno
arrivò a casa di una vecchina che ebbe pietà di
lei e le disse "Ora ti dirò tre frasi, tu
ricordale e un giorno, quando ne avrai più
bisogno, ripetile e riceverai un aiuto". La
principessa prestò molta attenzione e una volta
finito entrambe mangiarono una zuppa calda e si
coricarono per la notte. Il mattino seguente la
principessa salutò la vecchina gentile e si
avviò alla volta del prossimo regno... Il regno
della bella regina.
Bussò alle
porte del castello e la regina ebbe pietà e la
accolse tra le mura.
Il primo
giorno la principessa usò le parole del primo
indovinello, comparve un bellissimo dono e la
regina, invidiosa, le chiese cosa volesse in
cambio.
La
principessa non chiese denari ma di spendere una
notte con Pintosmalto, la regina si insospettì,
ma avida com'era acconsentì, prima di mandare lo
sposo a coricarsi gli diede dell'oppio.
Pintosmalto
si coricó nella camera della principessa e si
addormentó all'istante, la principessa vedendolo
così, si disperó e pianse e pianse, e tra le
lacrime raccontò tutta la sua storia.
Lo stesso
accadde la notte successiva.
La terza
notte Pintosmalto sputó l'oppio di nascosto
così, quando si coricó, sentì tutta la storia
della principessa e scoperta la verità,
recuperarono le ricchezze e scapparono insieme.
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Un padre di una figlia unica
desidera assai farle prendere marito, ma
la ragazza non vuole saperne.
Un giorno che deve andare alla fiera
chiede alla figlia che cosa vuole e lei
gli chiede farina mandorle e una quantità
di cose preziose. Ottenutele la ragazza,
chiusasi in camera, realizza una statua di
un giovane bellissimo, e poi a forza di
preghiere riesce a fargli prendere vita.
Esce con lui dalla stanza e chiede allo
stupito padre di poterlo prendere per
marito.
Il padre accetta, alla festa delle nozze,
una regina se ne invaghisce e riesce a
condurre alla sua carrozza l'ingenuo
Pinco(?) e lo rapisce, lui dimentica la
vita precedente e la sposa. Quando la
ragazza si rende conto della sparizione
del marito parte alla sua ricerca, viaggia
per giorni e mesi, finché incontra una
vecchia che la ospita nella sua casa e le
dona tre frasi magiche che lei dovrà usare
in caso di estremo bisogno. La giovane
riparte e infine giunge in una...reggia?
dove incontra il suo Pinco che non la
riconosce, allora lei pronuncia la prima
frase magica ed appare un carro d'oro
pieno di pietre preziose.
La regina quando lo vede lo vuole per sé e
le chiede che cosa vuole in cambio, lei
risponde che desidera trascorrere una
notte con suo marito, la regina si
stupisce, accetta ma prende la precauzione
di far bere al marito dell'oppio, così lui
dorme tutta la notte mentre la giovane
passa una notte terribile cercando di
svegliarlo e di raccontargli tutto quanto
è successo.
Il giorno dopo pronuncia la seconda frase
ed appare un ...... bellissimo e ricoperto
di oro e pietre preziose. La regina di
nuovo quando lo vede lo vuole per sé e le
chiede che cosa vuole in cambio, lei
risponde che desidera trascorrere una
notte con suo marito, la regina si
stupisce, accetta ma prende la precauzione
di far bere al marito dell'oppio, così lui
dorme tutta la notte mentre la giovane
passa una notte terribile cercando di
svegliarlo e di raccontargli tutto quanto
è successo........................
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C'era una volta la giovane Betta, il
cui padre ardeva dal desiderio di vederla
sposata. Ma tanto che per farle trovare un
giovane che le piacesse faceva di tutto
per lei, organizzava feste ma Betta non si
decideva a sposarsi. Finchè un giorno che
il padre andava ad una fiera Betta disse
che se proprio la voleva maritare allora
doveva portarle dalla fiera una lista di
cose: pietre preziose, acqua di rose,
farina di mandorle, fili d'oro, un
mattarello. Al padre sembrò strano ma
l'accontentò.
Betta impastò una figura di giovane
bellissimo con la pasta di mandorle, coi
capelli d'oro e gli occhi di zaffiri e la
bocca di rubino. Pregò la dea dell'Amore
di dar vita a quel giovane bello e ottenne
la grazia: la statua alitò e cominciò a
respirare e parlare e poi le membra si
ammorbidirono e camminò e prese a
muoversi. Betta lo chiamò Pinto Smauto e
lo presentò al padre dicendo che quello
era il giovane che voleva sposare, secondo
il suo cuore.
Si fece la festa di fidanzamento e siccome
il giovane era straordinariamente bello
una regina se ne invaghì e con una scusa
lo fece salire sulla sua carrozza e lo
rapì.
Betta cerca cerca non lo trovava da
nessuna parte e capisce che lo hanno
rapito e allora parte per il mondo a
cercarlo, gravida. dopo mesi di cammino
arriva da una vecchia a cui racconta tutta
la vicenda e la vecchia ne ha compassione
e vede che è gravida e allora le dona tre
parole magiche:
carimmafunzuluni schiott schiott,
ciampulupisc ndrocchiesumma,
pisciulenduttifanciulosiffi.
Betta accetta i doni e riparte.
Arriva alla città di Monteritondo e va al
palazzo della regina cercando un luogo
dove riposarsi perchè è scaduto il tempo e
il parto sente vicino, e la fanno
accomodare in una stanza di servizio.
Betta, che è vestita da poverella, vede
Pinto Smauto, già marito della traditrice,
e allora usa la prima delle parole
magiche. Compare un carretto meccanico
preziosissimo. Le serve lo dicono alla
regina che lo vuol comprare ma Betta
glielo regala a patto di poter passare la
notte col suo marito. La regina accetta ma
oppia Pinto Smauto. Così Betta accanto a
lui non può che piangere e raccontare la
sua storia.
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La fiaba di
PintusMaio
In un paesino
piccolo, piccolo viveva una padre con sua
figlia Betta. La figlia era bella e ribelle,
il padre voleva molto bene alla figlia e
sperava tanto si potesse sposare con un bravo
figliolo, ma nessun pretendente andava bene, i
giorni passavano e il padre era triste e
amareggiato. Arrivò il giorno del mercato nel
paese vicino e la figlia chiese al padre di
portarle: perle preziose, fili d’oro, rubini e
smeraldi, seta lucente.
Il padre che non voleva deludere la sua amata
figlia ascoltò le sue parole.
Tornato dal mercato portò tutto ciò che aveva
chiesto. Betta prese le pietre preziose, i
tessuti e iniziò a impastare, creare un uomo
bello e forte con l’oro nei capelli. Finita la
sua opera, bisognava darle parola e movimento
cosicché a forza di preghiere e di richieste
in cielo ecco che la figura si animò e prese a
muoversi. Bello come il sole, forte come un
toro, lucente come il sole al mattino, il suo
nome era Pintus.
Il padre era finalmente felice e si
organizzarono le nozze. Un gran banchetto ma
la grande regina invitata alla festa si
invaghì del bel giovane e con l’inganno lo
rapì. Povera Betta, disperata decise di girare
il mondo per ritrovare il suo amato. Piangeva
e si disperava finchè una vecchina sentì i
suoi lamenti e per aiutarla le donò tre parole
magiche:
friccalafacca
turbinescroscia
arriscairra
Betta non
sapeva a cosa le sarebbero servite ma
ringraziò e continuò il suo viaggio fino in
capo al mondo e giunta a Palazzo scorse il suo
amore.
Friccalafacca:
ecco comparire un cocchio tutto dorato, la
regina invidiosa lo voleva a tutti i costi,
Betta glielo avrebbe dato in cambio di una
notte con Pintus. La regina accettò ma fece
bere una pozione a Pintus che si addormentò
tutta la notte e Betta passò la notte a
lamentarsi
Turbinescroscia:
ecco comparire uno scettro pieno di pietre
preziose ed ecco che successe la stessa cosa
della sera precedente. La regina accettò ma
fece bere una pozione a Pintus che si
addormentò tutta la notte e Betta passò la
notte a lamentarsi
Arriscairra: ecco comparire una scarpa
d’oro alla quale la regina non poteva
rinunciare, ma questa volta Pintus non bevve
la pozione e riconosciuta la sua amata,
partirono per il paesino piccolo piccolo e
vissero felici e contenti.
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C’era una
volta un uomo che aveva un’unica figlia che
voleva maritare ma lei proprio non ne voleva
sapere di uomini. Dopo tante inutili
insistenze del padre, la ragazza gli chiese di
andare alla fiera e portargli una serie di
cose, tra cui pasta di mandorle, diamanti e
oro. Il padre si meravigliò di questa strana
richiesta ma accontentò la figlia. Al suo
ritorno la ragazza, Betta, prese tutto il
materiale a disposizione e si chiuse nella sua
camera. Costruì una statua di uomo con la
pasta di mandorle, occhi di zaffiro e capelli
d’oro. Aveva saputo che in un altro caso una
statua di tale fattura aveva preso vita e
pregò, affinché ciò accadesse anche alla sua.
Quando il giorno dopo si presentò dal padre
con questo bellissimo giovane gli chiese di
poterlo sposare, dato che tanto lui aveva
insistito. Durante la festa una regina passò
di lì, vide il bellissimo giovane, lo fece
avvicinare alla sua carrozza, lo spinse dentro
e se lo portò al castello per sposarlo. Betta,
non trovando più il suo amato, era disperata.
Decise di andare in giro per il mondo a
cercarlo, vestita da pezzente. Giunse alla
casa di una vecchina che, vedendola anche
incinta, le dette tre parole magiche. Betta,
pur perplessa, la ringraziò e continuò la sua
ricerca. Finalmente giunse al castello e vide
il suo amato. Si fece ospitare dalla regina e,
chiusa nella sua camera, provò la prima parola
magica (frase inventata): le comparve un carro
pieno d’oro. Le damigelle lo videro e lo
dissero alla padrona. La regina si recò da
Betta e le chiese cosa volesse in cambio di
questo carro d’oro. Betta gli chiese una notte
insieme a suo marito. La regina accettò.
Durante la notte l’uomo si addormentò e Betta
passò tutta la notte invano a lamentarsi della
sua sfortuna. Il giorno dopo la regina arrivò
e si portò via il giovane marito. Betta tentò
la seconda parola magica (frase inventata): le
comparve un (altro carro?) pieno di gioie
preziose (?). Di nuovo la regina fu avvisata
dalle damigelle e le chiese cosa volesse in
cambio. Betta chiese una nuova notte insieme
al marito. Anche stavolta il giovane si
addormentò e Betta passò tutta la notte a
lamentarsi e piangere. Il giorno dopo la
regina si andò a riprendere il marito. Intanto
un (uomo?) aveva sentito la sua lamentela e
l’aveva riferita al giovane re. Betta tentò
l’ultima parola magica (frase inventata): le
comparve un (carro?) pieno di panni di seta.
La regina fu avvisata dalle damigelle, chiese
cosa volesse in cambio e Betta richiese
un’altra notte con il marito. Stavolta durante
la notte Betta si disperò, dicendo al giovane:
come fai a non ricordare quando io ti ho
costruito e dato vita grazie all’aiuto degli
dei? Il giovane, essendo sveglio, ricordò ogni
cosa, l’abbracciò e la consolò nel migliore
dei modi. Si intrufolò nella camera della
regina, si riprese tutte le gioie date da
Betta più altri averi della regina, prese con
sé la sua amata e tornarono a casa. Il
matrimonio stavolta si fece e nacque un bel
maschio. La regina rimase senza averi e senza
marito ed esclamò: …chi dorme… (??? – in
realtà non ho proprio sentito la frase
perché la connessione era instabile)
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C’era una
volta un mercante con una figlia che aveva
sempre rifiutato di sposarsi nonostante il
padre volesse che trovasse marito, perché così
avrebbe esaudito un suo desiderio e l’avrebbe
reso molto felice. La
figlia tuttavia non ne voleva sapere. Un
giorno, prima di partire per una fiera
lontana, il padre chiese alla figlia che cosa
volesse che le portasse di ritorno dal
viaggio. Lei chiese moltissime cose, dalla
frutta secca a stoffa pregiata a filo dorato,
tanto che il padre si meravigliò delle
richieste e della loro stranezza. Tuttavia,
per far contenta la figlia che era tutta la
sua vita, le portò quanto richiesto. Con
queste cose la figlia realizzò una statua ed
era talmente bella che pregò la dea dell’Amore
che diventasse un uomo in carne e ossa così da
sposarlo. Sapeva che c’erano stati altri casi
del genere, in un paese del Mediterraneo,
perciò sperava che la sua richiesta sarebbe
stata esaudita. Alla fine fu esaudita, e la
statua prese vita, diventando un giovane
affascinante, come non se ne erano mai visti,
e si chiamava Pintosmalto. Lo presentò a suo
padre dicendo che quello era il giovane che
lei voleva sposare e il padre, rimanendo
stupefatto da tale bellezza e fascino, sebbene
scosso dal vedere il giovane spuntare dalla
camera della figlia, acconsentì, perché
avrebbe reso felice la figlia e il suo
desiderio sarebbe stato realizzato.
Durante la
festa di nozze, però, una regina di un regno
vicino si invaghì del giovane e lo convinse ad
andare via con lei quella notte, lasciando la
figlia del mercante da sola. Questa cominciò a
camminare fino ad arrivare alla casa di una
strega che, saputo cosa le era accaduto, le
insegnò tre frasi magiche. Andando poi al
castello della regina, riuscì a convincerla a
farle passare una notte al castello, nella
stanza a fianco di Pintosmalto, nella speranza
che il giovane rinsavisse e tornasse da lei.
|
Un re aveva
una figlia che desiderava maritare per avere un
successore. Il fatto è che questa figlia non si
mostrava interessata a trovare marito, o meglio
non si accontentava di quelli che si
presentavano.
Un giorno il padre dovette partire per un
viaggio e le chiese che cosa avrebbe desiderato
come regalo. La figlia chiese molte cose: pasta
di mandorle, pietre prezione e perle. Quando il
padre tornò le portò tutto ciò che aveva chiesto
e lei si ritirò nella sua stanza e iniziò a
modellare un bellissimo uomo, proprio come lei
avrebbe voluto come marito. Finita la creazione
si ricordò che a volte nelle leggende è
possibile che con tanto desiderio tali creature
prendano vita. E così fece lei. E vide che la
sua bellissima opera si animò. E così felice lo
portò dal padre e lo sposò [non ho capito come
la regina di un regno vicino lo rapì]
Il fatto è che la principessa si trovò sola.
Quindi decise di partire alla sua ricerca. Per
la strada incontrò una vecchietta a cui raccontò
la sua storia. E lei commossa e solidale le
volle insegnare tre frasi magiche che avrebbero
potuto aiutarla in caso di necessità. La ragazza
giunse ad un regno ove la regina era proprio
quella che aveva rapito il suo bellissimo
giovane.
Pensò di usare la prima frase magica e
pronunciata apparve una bellissima carrozza
d'oro. La regina saputo dell'accaduto chiede
alla ragazza cosa voleva in cambio della
carrozza e lei chiese la possibilità di poter
dormire con il bellissimo uomo che era stato
proprio suo marito. La perfida regina fece bere
a lui del sonnifero. E così la giovane
principessa non riuscì a parlare con lui, o
meglio lui non poté sentire la canzone che lei
aveva cantato raccontando a lui la loro storia.
Così accadde anche la seconda notte. Ma la terza
notte il giovane non bevve e così la ascoltò e
dopo aver ripreso tutti i preziosi doni
scapparono e raggiunsero il regno della ragazza
che diede alla luce un bimbo.
|
C'era una
volta un vecchio padre che aveva una figlia.
L'uomo voleva in tutti i modi che la figlia si
sposasse. Un giorno decise di andare alla fiera
per comprare degli abiti per la figlia. Le
chiese: “Cara figlia mia, cosa vuoi che ti porti
dalla fiera?”
“Padre
mio vorrei della pasta di mandorle, zucchero e
pietre preziose, ché devo impastare il marito
mio, perché non voglio altro che un bellissimo
giovane come dico io”
Il padre le disse: “Va bene, figlia mia”
Al ritorno dalla fiera il padre consegnò lo
zucchero, le mandorle e le gemme preziose che
la bella figlia prese tra le sue mani.
Iniziò ad impastare lo zucchero con le
mandorle e pian piano, come per incanto, la
pasta di mandorle sotto il calore delle sue
bianche mani prese la forma di un bellissimo
giovane. Aveva i capelli come filo d'oro e gli
occhi, le labbra e tutto il corpo ricoperto di
pietre preziose. Il giovane era così bello che
la ragazza avrebbe voluto fosse vero. Aveva
sentito dire dal padre che una volta a Corfù
una statua aveva preso la forma umana poiché
erano stati pregati gli dei. La ragazza iniziò
a pregare gli dei e una mattina, uscendo dalla
sua camera, dov'era anche il bel giovane,
disse al padre che aveva trovato l'uomo che
avrebbe sposato.
|
C’era una volta un
re che aveva una figlia da marito.
La ragazza di nome Beta era sorda alla
richiesta del padre perché preferiva
divertirsi e fare feste con le amiche e gli
amici.
Un giorno disse al padre: “Se andate alla
fiera compratemi delle mandorle, farina,
zucchero bianco e un mattarello”.
Il padre andò e comprò quello che la figlia
aveva chiesto.
Di ritorno dalla fiera diede le cose prese
alla ragazza che corse nella sua stanza e
iniziò a impastare dolci di mandorla e bontà
di Dio. Con il resto della pasta plasmò una
formina di un giovane e dipinse sulla sua
bocca dei denti bianchi, sulla sua nuca dei
capelli ricci e biondi e scolpì le sue
braccia come quelle di un boscaiolo.
Uscì dalla camera e disse al padre. “Ecco
l’omo che voglio sposare!”.
Il padre, ubriaco di felicità, preparò la
festa di nozze.
Partecipò alla festa la regina del regno
vicino che venne con una carrozza e sei
cavalli.
Ella si avvicinò al giovane di nome Pinto e
gli disse: “Vieni con me, ti mostrerò un
posto meraviglioso”.
Pinto, dallo sguardo un po’ annacquato salì
sulla carrozza della regina.
Beta non trovando più il suo sposo, disse:
“Me l’hanno rubato”.
Si vestì da poverella e partì in cerca
dell’omo.
Nel bosco trovò una vecchia che le disse.
“Quando avrai bisogno di dire parole, parla
così: ciricicì, tromptrompà, smertsmertù.
Otterrai quello che desideri”.
La giovane partì e giunse al regno della
regina.
Quando vide Pinto, dalla gioia sclamò:
“Ciricicì”.
Dal cielo piovve smeraldi e lapislazzuli.
La regina passò di lì e disse: “Che vuoi per
tutto sto bene di Dio?”.
“Dormire
con tuo marito stanotte”.
“Affare
fatto. Prenditelo”, disse la regina e
preso un sacco ci mise dentro il tesoro.
La notte Pinto dormì accanto a Beta. Pinto
si girò su un fianco e si addormentò come
un bambino.
“Non
posso crederci, disse Beta, dorme con il
pannolone!”
La mattina seguente in giardino per la
tristezza Beta esclamò alla pianta davanti
a sé: “Tromptrompà”.
Sulla cima della pianta comparì un uccello
rosso rubino.
La regina che passeggiava nel giardino
disse a Beta: “Che vuoi per
quell’uccello?”.
“Dormire
con tuo marito”.
“Contenta
tu”.
E si pigliò l’uccello.
Di notte Pinto si sdraiò e si piegò come
un bebè nel letto.
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SESTO INCONTRO - 9 DICEMBRE 2020
LA
VERSIONE COLLETTIVA
LABORATORIO |
Questa sezione sarà
completata entro il 13 dicembre 2020 con la
descrizione della contrainte seguita
nella costruzione delle due versioni collettive,
già esplicitata nel corso dell'incontro (per una
definizione del termine contrainte, vedi
in generale nella rete; vedi anche: La regola è questa.
Cinquant'anni di letteratura potenziale,
Premio Capri dell'enigma 2000; o anche Oplepo: scrittura a
contrainte e letteratura potenziale,
Tesi di laurea A.A. 2010-2011)
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PRIMA VERSIONE
La fiaba di Pintus Maio (F) |
C’era una volta
un mercante con una figlia che aveva sempre
rifiutato di sposarsi nonostante il padre
volesse che trovasse marito, perché così
avrebbe esaudito un suo desiderio e
l’avrebbe reso molto felice. La figlia
tuttavia non ne voleva sapere. (H)
Un giorno che doveva andare alla fiera
chiese alla figlia che cosa voleva, (D)
[e] la figlia gli disse "se mi vuoi bene
Padre prendimi: le mandorle di Palermo,
dello zucchero dolcissimo, delle perle e
degli zaffiri ed infine dei fili d'oro" (C)
Il padre si meravigliò delle richieste e
della loro stranezza. Tuttavia, per far
contenta la figlia che era tutta la sua
vita, le portò quanto richiesto. (H)
Al rientro del padre la figlia corse ad
accoglierlo, prese i suoi doni, corse in
camera e vi si chiuse. Iniziò ad impastare
la pasta di mandorle, e impastava e
impastava, (C)
[e] sotto il calore delle sue bianche mani
prese la forma di un bellissimo giovane: (L)
fece braccia, gambe, un bel busto e un viso
delicato in cui mise capelli d'oro, denti di
perla e occhi color zaffiro. (C)
Il giovane era così bello che la ragazza
avrebbe voluto fosse vero. (L)
Decise di pregare la dea dell’Amore per
farlo vivere, perché aveva sentito che a
Cipro una statua aveva cominciato a vivere
grazie all’intervento della dea. (A)
E ottenne la grazia: la statua alitò e
cominciò a respirare e parlare e poi le
membra si ammorbidirono e camminò e prese a
muoversi. (E)
Appena Pintus Maio prese vita Betta corse
fuori dalla sua stanza tenendolo per mano
per andare a presentarlo al padre. "Padre
ecco il mio sposo" (C)
Il padre era finalmente felice e si
organizzarono le nozze. Un gran banchetto
(F)
Pintus Maio, creato dalle mani di Betta,
brillava di bellezza, ingenuità e
inesperienza delle cose del mondo. Così
venne concupito dalle invitate in cerca di
marito (B)
tra cui una splendida
regina, la quale vedendo Pintus Maio se
ne innamorò immediatamente. Durante il
ricevimento Pintus Maio accompagnò ogni dama dei
regni lontani e vicini alla carrozza,
tra cui anche la bellissima regina.
Pintus Maio, ancora ignaro degli
intrighi del mondo, fu ingannato dalla
Regina, la quale arrivati alla carrozza
lo baciò dicendogli che per quello ora
lei era sua moglie, salirono sulla
carrozza entrambi alla volta del regno
di lei. Betta sposa non
vedendo Pintus Maio tornare iniziò a
preoccuparsi, (C)
[e] non trovando più il suo sposo, disse:
“Me l’hanno rubato”. (M)
Decise [allora] di travestirsi da mendicante
e andare a cercarlo sotto mentite spoglie
per il mondo. (C)
Dopo mesi di cammino arrivò da una vecchia a
cui raccontò tutta la vicenda (E)
[E lei] vedendo che era gravida (E)
ebbe pietà e le disse "Ora ti dirò tre
frasi, tu ricordale e un giorno, quando ne
avrai più bisogno, ripetile e riceverai un
aiuto: (C)
carimmafunzuluni
schiott schiott, ciampulupisc
ndrocchiesumma,
pisciulenduttifanciulosiffi. (E)
Betta non sapeva
a cosa le sarebbero servite ma ringraziò (F)
e continuò la sua ricerca. (G)
A causa del lungo viaggio le sue vesti si
sciuparono e lei sembrava a tutti una
pezzente. (A)
Arrivò [infine] alla città di Monteritondo e
andò al palazzo della regina cercando un
luogo dove riposarsi perché era scaduto il
tempo e il parto sentiva vicino, e la fecero
accomodare in una stanza di servizio. Betta,
che era vestita da poverella, vide Pintus
Maio, già marito della traditrice. (E)
Usando le parole che la
vecchia le aveva suggerito Betta per ben
tre volte riuscì a materializzare dei
tesori: (B)
- Carimmafunzuluni
schiott schiott!
Comparve un carretto
meccanico preziosissimo. Le serve lo
dissero alla regina che lo voleva comprare ma Betta glielo
regalò a patto di poter passare la notte
col suo marito. La regina accettò ma
oppiò Pintus Maio. Così Betta accanto a
lui non poté che piangere e raccontare
la sua storia. (E)
Il giorno dopo pronunciò la seconda frase:
(D)
-
Ciampulupisc ndrocchiesumma! (E)
Ecco comparire uno scettro
pieno di pietre preziose (F)
La regina di nuovo quando lo vide lo
volle per sé e le chiese che cosa voleva
in cambio, lei rispose che desiderava
trascorrere una notte con suo marito, la
regina si stupì, accettò ma prese la
precauzione di far bere al marito
dell'oppio, così lui dormì tutta la
notte mentre la giovane passava una
notte terribile cercando di svegliarlo e
di raccontargli tutto quanto era
successo. (D)
Intanto un uomo aveva sentito la sua
lamentela e l’aveva riferita al giovane re.
Betta tentò l’ultima parola magica: (G)
- Pisciulenduttifanciulosiffi!
(E)
Le comparve un
carro pieno di panni di seta. La regina fu
avvisata dalle damigelle, chiese cosa
volesse in cambio e Betta richiese un’altra
notte con il marito. [Anche questa volta]
durante la notte Betta si disperò, dicendo
al giovane: come fai a non ricordare quando
io ti ho costruito e dato vita grazie
all’aiuto degli dei? Il giovane, essendo
sveglio, ricordò ogni cosa, l’abbracciò e la
consolò nel migliore dei modi. [Poi] Si
intrufolò nella camera della regina, si
riprese tutte le gioie date da Betta più
altri averi della regina, (G)
E dopo aver ripreso tutti i preziosi doni
scapparono e raggiunsero il regno della
ragazza che diede alla luce un bimbo. (I)
[Là] Trovarono il padre di Betta in ottima
salute e vissero tutti felici e contenti.
(A)
La regina rimase senza averi e senza marito
ed esclamò: (G)
come dice il
proverbio, chi la fa l’aspetti. (A)
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SECONDA
VERSIONE
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Ecco il mio racconto
(A)
Un re aveva una
figlia che desiderava maritare per
avere un successore. Il fatto è che
questa figlia non si mostrava
interessata a trovare marito, o
meglio non si accontentava di quelli
che si presentavano. (I)
La ragazza, di nome Betta, (M)
molto brava a cucinare, in
particolare i dolci, (A)
era sorda alla richiesta del padre
perché preferiva divertirsi e fare
feste con le amiche e gli amici. (M)
Dopo tante inutili insistenze
del padre, la ragazza gli chiese di
andare alla fiera e portargli una
serie di cose tra cui pasta di
mandorle, diamanti e oro. Il padre
si meravigliò di questa strana
richiesta ma accontentò la figlia.
(G)
Di ritorno dalla fiera diede le
cose prese alla ragazza che corse
nella sua stanza e iniziò a
impastare dolci di mandorla e bontà
di Dio. Con il resto della pasta
plasmò una formina di un giovane e
dipinse sulla sua bocca dei denti
bianchi, sulla sua nuca dei capelli
ricci e biondi e scolpì le sue
braccia come quelle di un boscaiolo.
(M)
Finita la sua opera, bisognava darle parola
e movimento (F)
Aveva sentito dire dal padre che una volta a
Corfù una statua aveva preso la forma umana
poiché erano stati pregati gli dei. La ragazza
iniziò a pregare gli dei (L)
cosicché a forza di preghiere e di richieste
in cielo ecco che la figura si animò e prese
a muoversi. Bello come il sole, forte come
un toro, lucente come il sole al mattino, il
suo nome era Pinto. (F)
[E] una mattina, uscendo dalla sua camera,
dov'era anche il bel giovane (L)
Uscì con
lui dalla stanza e chiese allo stupito padre
di poterlo prendere per marito. Il padre (D)
sebbene scosso dal vedere il giovane
spuntare dalla camera della figlia,
acconsentì, perché avrebbe reso felice la
figlia e il suo desiderio sarebbe stato
realizzato: (H)
ubriaco di felicità, preparò
la festa di nozze. (M)
[che] avvennero in gran pompa. (B)
[Al] ricevimento arrivarono tutti i reali
dei regni vicini, (C)
[p]artecipò alla festa la regina del regno
vicino che venne con una carrozza a sei
cavalli. Ella si avvicinò al (M)
bellissimo giovane (G)
[d]allo
sguardo un po’ annacquato salì […] e gli
disse:
- Vieni con me, ti mostrerò un posto
meraviglioso”. (M)
[Lo] fece avvicinare alla sua carrozza, lo
spinse dentro e se lo portò
al castello: (G)
[L]ui dimenticò
la vita precedente e la sposò. (D)
Betta cerca cerca non lo trovò da nessuna
parte e capì che lo avevano rapito e allora
(E)
povera Betta, disperata (F)
[e] gravida (E)
decise di girare il mondo per ritrovare il
suo amato (F)
[c]ominciò a camminare fino
ad arrivare alla casa di una strega che,
saputo cosa le era accaduto, (H)
[l]e disse. “Quando avrai bisogno di dire
parole, parla così: ciricicì,
tromptrompà, smertsmertù.
Otterrai
quello che desideri”. (M)
[L]a principessa prestò molta attenzione e
una volta finito entrambe mangiarono una
zuppa calda e si coricarono per la notte. Il
mattino
seguente la principessa salutò la [strega]
gentile e si avviò alla volta del prossimo
regno... (C)
Nel suo peregrinare Betta si presentò ad un
castello, proprio quello in cui il principe
aveva ormai trovato dimora come sposo di chi
lo aveva rapito. (B)
[Betta] riuscì a convincere [la regina] a
farle passare una notte al castello, nella
stanza a fianco di Pintosmalto,
nella speranza che il giovane rinsavisse e
tornasse da lei. (H)
Quando vide Pinto, dalla gioia (M)
[U]sò la prima delle parole magiche: (E)
- Ciricicì!
Dal cielo piovvero smeraldi e
lapislazzuli. La regina passò di lì e
disse:
- Che vuoi per tutto sto bene di Dio?
- Dormire con tuo marito stanotte.
- Affare fatto. Prenditelo - disse la
regina e preso un sacco ci mise dentro il
tesoro. La notte Pinto dormì accanto a
Betta. Pinto si girò su un fianco e si
addormentò come un bambino.
- Non posso crederci, disse Betta, dorme
con il pannolone! (M)
[S]i disperó e pianse e pianse, e tra le
lacrime raccontò tutta la sua storia. (C)
Il giorno dopo pronunciò la seconda frase
(G)
- Tromptrompà! (M)
[E] apparve una bellissima
carrozza d'oro. La regina saputo
dell'accaduto chiese alla ragazza cosa voleva
in cambio della carrozza e lei chiese la
possibilità di poter dormire con il
bellissimo uomo che era stato proprio suo
marito. La perfida regina fece bere a lui
del sonnifero. (I)
Di notte Pinto si sdraiò e si piegò come
un bebè nel letto. (M)
E così la giovane principessa non riuscì a
parlare con lui, o meglio lui non poté
sentire la canzone che lei aveva cantato
raccontando a lui la loro storia (I)
La mattina seguente in giardino per la
tristezza Beta esclamò alla pianta davanti
a sé:
- Smertsmertù!
Sulla cima della pianta comparì
un uccello rosso rubino. La regina che
passeggiava nel giardino disse a Beta:
- Che vuoi per quell’uccello?
- Dormire con tuo marito
- Contenta tu. ù
E si pigliò l’uccello. (M)
La terza notte Pintosmalto sputò l'oppio
di nascosto così, quando si coricò, sentì
tutta la storia della principessa e
scoperta la verità, (C)
[r]ubò tutte le ricchezze che la regina
aveva sottratto alla sua prima moglie e
insieme uscirono dal regno. (A)
[P]rese con sé la sua amata e tornarono a
casa. Il matrimonio stavolta si fece [e] nacque un bel maschio (G)
Trovarono il re, il padre della
principessa, in ottima salute e vissero
tutti felici e contenti (A)
La regina rimase senza averi e senza
marito ed esclamò:
...chi dorme...
(??? - in realtà non ho sentito la frase
perché la connessione era instabile) (G)
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Grafico dei movimenti narrati
secondo l'ordine del racconto
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Grafico della quantità dei movimenti narrati per
partecipanti
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INDICAZIONI BIBLIOSITOGRAFICHE PER CHI DESIDERA
SAPERNE DI PIÙ
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Il
narratore virtuale di classe. Lineamenti della
proposta di Fairitaly ONLUS per la scuola
pubblica e della sua sperimentazione ai tempi
delle limitazioni imposte dall'epidemia di
COVID-19. Sperimentazione di didattica a
distanza nelle classi quarte della scuola
primaria di Castel Mella (BS), AS 2019-2020
I disegni di Rosaspina fanno
parte della stessa sperimentazione.
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